Tra le onde di Piscinas

Tra le onde di Piscinas

di Samuele Salis e Danilo Atzei

Da mesi siamo ormai costretti a un surfcasting diurno. Questo richiede un approccio un po’ diverso anche se con mare molto mosso si hanno belle pescate anche di giorno. La spiaggia di Piscinas offre le caratteristiche desiderate, in particolare quando il mare è montante. Vediamo come l’hanno affrontata due bravi pescatori della zona, Danilo Atzei e Samuele Salis, tenaci e per questo premiati.


Le scelte di Danilo
Stiamo partecipando al campionato interno di surfcasting delle Aquile di Mare di Arbus. Samuele voleva uscire il giorno seguente ma io ero molto titubante. Le previsioni non erano delle più invitanti: ci davano mare montante ma pescare in diurna mi sollevava tanti dubbi. Comunque ho deciso di assecondare Samuele. Abbiamo scartato tutte le spiagge piccole e profonde, anche se sulla carta le migliori perché in diurna sono sempre le più generose e tengono bene il moto ondoso. Ma tutti questi spot hanno un grosso difetto: le alghe! Quando arrivano, improvvise ed invadenti, non ti lasciano pescare e devi andare via. Dunque la scelta è ricaduta sulla spiaggia più lunga e varia che abbiamo nella nostra zona: Piscinas. Una spiaggia con tutto quello che ci serviva, soprattutto lo spazio, necessario per gli spostamenti imprevisti. Abbiamo trovato subito due settori a noi congeniali. Avevamo notato un bel canale profondo che correva perpendicolare alla riva, appena prima di alcune rocce che dividono due tratti di spiaggia. Samuele si è piazzato in quel punto molto interessante, mentre io ho scavalcato le rocce e mi sono piazzato in un settore molto simile. Abbiamo avuto subito attacchi. Il gambero veniva fatto sparire molto velocemente. Purtroppo l’attività è durata poco; una sorta di combinazione tra alghe filamentose e di gelatina trasparente (presumo residui di meduse…), mi hanno costretto ad un lungo spostamento. Ho così raggiunto nuovamente Samuele. In quel momento lui mi ha detto di un serra che gli aveva tagliato la lenza madre. Ho continuato a camminare sino a quando non ho trovato un bel tratto di mare con un canale parallelo alla riva. Mentre montavo le mie canne, in lontananza ho visto Samuele in frenesia, stava succedendo qualcosa. Si è avvicinato con la preda, un serra catturato innescando una mormora. Io nel mentre ho scorto una mia canna in bando: orata! Slamo e innesco e la seconda non tarda ad arrivare. Anche Samuele stava pescando bene. Intanto il mare non è “evoluto” come ci aspettavamo, ma poco male, andava bene quel moto ondoso. I serra erano sempre in caccia. Infatti ho recuperato una testa di mormora, mentre Samuele mi confermava la loro presenza anche da lui. Poi la situazione è cambiata: il vento ha subito una rotazione. Ho avvertito Samuele che da lì a poco il mare non ci avrebbe più fatto pescare. Infatti il vento l’ha ingrossato ulteriormente. Mentre da Samuele era ormai impraticabile, io riuscivo ancora a restare in pesca. Il vento era così teso che mentre mi accingevo a lanciare una canna, mi sono ritrovato una lenza praticamente in faccia e pensavo che ormai anche il mio settore fosse “saltato” definitivamente. Invece era un grosso sarago che si era portato via tutto. Samuele, dopo aver smontato, si è avvicinato per le foto di rito. Il mare ormai era molto grosso, si sarebbe potuto provare ancora un po’, ma il tempo a noi a disposizione era finito.


I segreti di Samuele
Al racconto di Danilo voglio aggiungere solo alcuni particolari della mia pescata. Ero molto vicino a una piccola lastra di roccia che di giorno, a parer mio, può offrire qualche cattura in più in quanto potrebbe essere un possibile punto di pascolo per saraghi e orate. Per ingannare i serra, non ho usato il cavetto d’acciaio ma un finale dello 0,60 con amo Aberdeen 1/0. Appena ho lanciato una piccola mormora innescata viva con il nuovo finale, neanche il tempo di appoggiare la canna sul picchetto che è partito il serra! Poi è arrivata una bella orata, pescata a granchio, appena prima di smontare.