Spigole in Bassa Scogliera

Spigole in Bassa Scogliera

La bassa scogliera è uno dei luoghi migliori dove tentare la cattura della spigola anche durante la bella stagione. Questo spot è un’alternanza di scogli, tratti di spiaggia sabbiosa o a ciottoli, piccoli promontori e punte rocciose che si staccano di poco dal mare. Dalla bassa scogliera possiamo pescare disinvolti indossando un paio di wader e siamo facilitati nel sondare con cura tutti i punti caldi. Osserviamo con attenzione qualsiasi salto o variazione del fondale, come tratti di scogliera interrotti da rocce affioranti, gradini, buche, canaloni tra gli scogli e zone di sabbia che si alternano a quelle coperte da posidonia. È molto importante osservare anche i flussi di corrente: ogni volta che incontrano una variazione della scogliera, creano delle turbolenze dove si concentrano le sostanze organiche che innescano la catena alimentare. La situazione migliore la troviamo in quelle zone dove la costa si trasforma lentamente da spiaggia a bassa scogliera: il fondale roccioso si alterna a zone di sabbia improvvise e questo mix è molto gradito alla spigola. Ma non finisce qui! È bene studiare con cura anche i canali d’acqua tra gli scogli. Solitamente in questi punti le rocce sono piatte e si formano dei veri e propri corridoi, luoghi dove la spigola è avvantaggiata nel tendere i suoi agguati. In questo caso dobbiamo calcolare al meglio la direzione e la forza della corrente per far nuotare l’artificiale nel modo corretto e, allo stesso tempo, farlo passare nei punti più caldi dell’intero canale.

Spot "quasi" invisibili
Esistono anche tanti micro spot, più difficili da scovare, ma ottimi ai fini della cattura al pari di quelli più evidenti. Questi punti solitamente si individuano quando le condizioni del mare cambiano, per esempio nel caso in cui si alza il vento oppure durante il cambio di marea. Per spiegarci meglio stiamo parlando di piccole insenature, rientranze microscopiche delimitate da due punte di roccia, solitamente parallele alla corrente creata dal mare formato. All’interno di queste insenature l’acqua è calma ed è un ottimo riparo per i pesci più piccoli che hanno difficoltà a nuotare tra le turbolenze. Logicamente questa concentrazione di prede è un invito a pranzo per la spigola!

Fabio Marotta solleva, con l’aiuto di un boga grip,
una bella spigola, ingannata con un Top Water
della Reaction Strike dalla livrea completamente bianca.



L'agguato come arma
Le condizioni migliori per pescare in questi luoghi è con mare formato o in scaduta, anche in fase avanzata. In questi frangenti l’acqua è più torbida nei tratti sabbiosi con forte presenza di materiale in sospensione, mentre nel tratto roccioso è più limpida, al massimo un poco velata. Una situazione perfetta per le spigole: i piccoli pesci che rientrano nel menù del branzino si concentrano intorno alle rocce dove la visibilità è migliore perché così possono cibarsi dei microrganismi che si ammassano sugli scogli sommersi. La spigola, invece, si nasconde nell’acqua più torbida della zona sabbiosa vicina e ha il tempo di pianificare con cura l’attacco, perché i piccoli pesci non si accorgono della sua presenza. Quando il predatore parte in caccia lo fa con uno scatto veloce e le prede non hanno scampo. Quindi, per catturare la spigola  è bene far nuotare il nostro artificiale tra la zona di acqua velata dell’area sabbiosa e la porzione più limpida del tratto roccioso.

Canne corte e mulinelli affidabili
Dalla bassa scogliera abbiamo bisogno di attrezzi corti perché siamo molto bassi sull’acqua. Scegliamo canne tra i 6 e i 7 piedi (tra 182 e 213 centimetri) che ci permettono di manovrare gli artificiali in maniera comoda e precisa. Poi, una potenza di lancio tra i 3/4 e 1 oncia è perfetta per "stappare" gli esemplari più grossi tra le rocce taglienti. Per quanto riguarda i mulinelli scegliamo quelli di taglia media con in bobina un trecciato da 15-20 libbre. Come sempre è bene collegare alla lenza madre il solito spezzone di 60-80 centimetri in fluorocarbon dello 0,35-0,40, in questo modo avremo un terminale “invisibile” e resistente allo sfregamento sulle rocce.

E infine... gli artificiali!
Jerkbait e top water come popper, wtd e pencil sono le esche migliori per pescare dalla bassa scogliera. Per quanto riguarda i jerk affidiamoci a modelli tra i 5 e i 14 centimetri dal corpo sottile e dotati di una caratteristica fondamentale: devono lavorare appena sotto il pelo dell’acqua, altrimenti il rischio di incagli è elevato! Per la scelta dei colori osserviamo la livrea del pesce foraggio ma in questo spot è bene dare più importanza alle condizioni dell'acqua: utilizziamo jerk dalle tonalità naturali se l'acqua è limpida, al contrario affidiamoci a colori come il bianco o funzionano molto bene anche quelli fluorescenti come il rosa, il giallo e l'arancione. Il recupero vincente non è a 100 all'ora e dobbiamo animare l'artificiale con leggere jerkate in modo da farlo sbandare come se fosse un pesciolino ferito. Per quanto riguarda i top water, le misure da usare sono comprese tra i 7 e i 12 centimetri e le colorazioni sono le stesse di quelle dei jerk. Con il mare formato funziona bene un recupero medio/veloce facendo saltellare l'artificiale sopra il pelo dell'acqua: gli schizzi e la scia creati da questo richiamo stuzzicano l'appetito delle spigole che in queste condizioni sono molto propense ad inseguire ed attaccare un boccone che... scappa!