Tenya d'Autore

Arrivata dal Giappone, la tecnica del Tenya ha saputo conquistare anche i pescatori italiani. Il motivo è semplice: unisce efficacia, semplicità e versatilità, permettendo di insidiare una grande varietà di prede durante tutto l’anno.

Il bello del Tenya è che non richiede attrezzature complesse, ma precisione nell’abbinamento dei componenti. Serve una canna dedicata, lunga circa 2 metri, con un’azione regular-fast e una potenza di lancio compresa tra 100 e 300 grammi. L’azione deve garantire sensibilità sulla punta e buona riserva di potenza sul fusto per gestire ferrate e combattimenti in profondità o con pesci di taglia. Il mulinello ideale è di taglia 5000-6000, fluido e bilanciato, con una frizione massima di 8-10 chili, anteriore, ma si può optare per un rotante low profile con recupero medio. In bobina si carica una treccia 8 capi multicolor, con un diametro di mm 0,17-0,21, collegata tramite nodo PR o FG a un finale in fluorocarbon lungo 8-10 metri, di sezione variabile da mm 0,33 a 0,45, in base alla limpidezza dell’acqua e alla taglia delle prede. Il peso del tenya dipende da profondità, corrente e deriva della barca: più è forte la corrente, maggiore è il peso necessario per mantenere il contatto con il fondo. Il cuore del tenya è nella gestione naturale dell’esca. Una volta raggiunto il fondo, l’apparato va fatto saltellare dolcemente con piccoli movimenti della punta della canna, alternando pause e leggere trazioni. L’obiettivo è simulare un piccolo cefalopode o crostaceo in difficoltà, muovendosi tra sabbia, fango o rocce. Il contatto con il fondo deve essere costante e controllato: troppa tensione irrigidisce il movimento, mentre un eccessivo lasco riduce la sensibilità e aumenta il rischio di incaglio. Le tocche sono spesso impercettibili: una vibrazione o un alleggerimento del peso. La ferrata va data con decisione ma senza esagerare.

Un innesco perfetto col la testa di una seppia.

Colori e imitazioni - La scelta cromatica del tenya incide fortemente sulle catture. In acque torbide o con poca luce funzionano bene i colori glow (bianco, rosso, giallo, arancio), mentre in acque limpide o con sole alto è meglio optare per toni naturali come rosa, chartreuse, silver o green. Per le esche, vince la semplicità: strisce di seppia, calamaro o polpo, oppure gambero intero o a tocchetti, fissati saldamente con qualche giro di elastico da innesco. In alternativa, piccoli pezzi di sardina o cannolicchio possono fare la differenza su prede apatiche. È fondamentale che l’amo ferrante resti nella parte terminale dell’esca, lasciandola fluttuare liberamente per un movimento più realistico.

L'autore con un magnifico sanpietro

Dove, quando e come - Gli spot ideali coincidono con quelli del bolentino medio-leggero: secche, cigli, canaloni e fondali misti di sabbia e roccia tra 40 e 100 metri. Ottimi risultati si ottengono anche in prossimità delle zone di traina con il vivo, dove la presenza di pesce foraggio attira predatori di fondo. L’uso del motore elettrico di prua con gps anchor è prezioso per mantenere la posizione su pesci marcati, mentre la funzione deriva consente di scarrocciare lentamente e coprire più area possibile in modo controllato. Il Tenya rende tutto l’anno, ma i momenti migliori restano le prime ore del mattino e il tardo pomeriggio, quando i pesci sono più attivi.

Ancora capponi per la soddisfazione di un incontenibile Michele Prezioso.

Prede e consigli finali - Le catture più frequenti includono scorfani, pagelli, paraghi, musdee, saraghi, orate e, occasionalmente, dentici e piccole cernie. Come in ogni tecnica, la differenza la fanno i dettagli: una treccia di qualità; un terminale ben calibrato; nodi affidabili e una canna sensibile. Usate Tenya leggeri (g 60-100) con corrente debole per un movimento più naturale; preferite fluorocarbon morbidi per aumentare la sensibilità e ridurre la rigidità del terminale; su fondali fangosi, alternate pause statiche e piccoli sollevamenti per stimolare la curiosità delle prede; i colori chiari o glow rendono meglio con acque torbide o in scarsa luminosità; mantenete contatto costante col fondo: è lì che avvengono il 90% delle mangiate; quando l’esca viene attaccata, non ferrate subito: attendete mezzo secondo, poi ferrate con decisione.