Tenbin

Tenbin

Prendendo atto dell'incredibile interesse suscitato dal mio articolo del mese scor-so, in cui ho esposto la mia interpretazione dell'ormai noto "Japan Stile”, ho deciso di rispondere con un altro articolo, a una delle domande più frequenti che mi è stata rivolta in questo breve periodo: “Come costruisci il tenbin?”. Per chi si fosse perso “le puntate precedenti”, introducendo lo japan style, ho descritto la paratura che utilizzo, ormai con molta soddisfazione, sia in gara che nelle uscite libere. La paratura è la classica linea longa, caratterizzata dalla insolita lunghezza del finale, circa quattro o cinque metri. Que- sto lungo spezzone di filo è unito alla lenza madre dal tenbin, un piccolo tra-ve metallico che ha la principale funzione di evitare che la lenza, sia in fase di lancio che di recupero si ingarbugli. Il tenbin ha una forma a “forcella”, con una geometria triangolare e quindi con tre vertici: uno su cui si lega la lenza madre, uno per fissare la zavorra e il terzo dedicato alla linea longa. Il tenbin deve separare il più possibile la lenza madre dalla lunga sezione finale fungndo quindi da outrigger. Evidentemente non ho inventato nulla, pertanto mi limiterò a descrivere un particolare modello di tenbin, ma è possibile realizzare questa parte della paratura in tantissime varianti. Ho scoperto, questo singolare modello, durante la partecipazione a un campionato di eccellenza nord, alcuni anni fa. Mi colpì sin da subito la sua semplicità, per cui, dopo averlo sperimentato alcune volte, ho deciso di auto-costruirmelo. Si sa, nella nostra disciplina anche il “fai da te” contribuisce a mantenere viva la nostra passione, dando un fascino maggiore alle nostre catture.

Tutto sotto mano
Partiamo con gli accessori e gli attrezzi che ci serviranno per la realizzazione del nostro piccolo compagno di pesca la cui funzione fondamentale è quella di evitare i grovigli dovuti alla lunghezza del terminale. Ci serviranno: una bacchetta d’acciaio lunga 20-25 centimetri di un diametro facilmente modellabile ma resistente allo stress, per me un millimetro; un moschettone; due girelle; guaina termorestringente e 2 piccole perline. Sono tutte parti che nella minuteria di chi pratica il surf casting sono sempre a disposizione in quantità. Per “lavorare” il filo d’acciaio, teniamo a portata di mano un paio di pinze classiche per serrare le chiusure, delle pinze a punte tonde, con ganasce sottili, necessarie per creare le asole sul filo, e un accendino che serve per riscaldare il tubicino termorestringente. Non faccio riferimento alla grandezza delle girelle perché lascio a voi la scelta. Non è una semplice questione di gusti. È come quando si preparano i travi da pesca: tutto andrà proporzionato in base al tipo del lancio che andrete ad effettuare e alla zavorra da voi prescelta.

Il tenbin ha una forma a “forcella”, con una geometria triangolare e quindi con tre vertici: uno su cui si lega la zavorra, uno per fissare la lenza madre e il terzo dedicato alla linea longa. Nella preparazione si segue lo stesso ordine, partendo dal vertice del piombo.

Pochi semplici passaggi
Partiamo con la realizzazione del pri-mo gancio e cioè la sede che andrà a ospitare il moschettone su cui fisseremo il piombo. Il gancio si crea piegando un estremo del filo con le pinze a ganasce arrotondate e sottili. Una volta inserito il moschettone, si serra tutto con le pinze classiche. Ora, con del termorestringente, andiamo a coprire il barilotto della girella e, dalla parte opposta della guaina, posizioniamo una delle perline che servirà, una volta scaldato con l'accendino a saldare il tutto in maniera più omogenea. Il primo vertice è finito. A una distanza di circa 7 o 8 centimetri, andiamo a modellare l’acciaio, creando una specie di U capovolta. Avviciniamo le estremità e all’interno dell’incavo posizioniamo una delle due girelle da bloccare con del termorestringente. Abbiamo così terminato il vertice su cui andrà fissata la lenza madre. Passiamo ora a effettuare, a circa tre centimetri da questo, un angolo di circa 120°. Adesso dobbiamo dare la giusta piega al filo, incurvandolo leggermente. Questa operazione si ottiene tenendo con una mano il vertice appena finito mentre l’altra mano scorre sulla sezione di filo terminale, riscaldandola e modellandola a piacimento. La curva non deve essere troppo accentuata ma deve produrre un braccio cur-vo che finisce alla stessa altezza del vertice della zavorra. Per concludere, dopo aver infilato prima la perlina e poi l'ultimo pezzo di termorestringente, andiamo a realizzare l'ultimo gancio che ospiterà l'altra girella. Su questa legheremo la nostra linea longa. Anche per questo gancio finale seguiremo lo stes-so procedimento usato in partenza. Alla fine deve rimanere scoperto solo l'occhiello della girella. Ecco pronto il nostro tenbin fai da te. Vedrete che dopo la prima preparazione sarà semplicissimo realizzarlo di nuovo in pochi minuti. E’ stato un piacere realizzare que- sto breve tutorial che spero possa servire a qualcuno per ottenere qualche bella cattura utilizzando questo particolare stile di pesca, complicato all’inizio ma molto produttivo. Sempre nella speranza di esser stato abbastanza chiaro.