Lampuga - Magnifica e Potente

Lampuga - Magnifica e Potente

Una macchia dai mille colori si scaglia sull’artificiale che nuota in superficie, la botta in canna è da cardiopalma e la frizione parte a cantare come impazzita... Presto a quella sagoma colorata se ne aggiungono altre, ancora più fameliche, e inizia una danza fatta di gorghi e spruzzi. All’improvviso la preda si svela spiccando un salto fuori dall’acqua... è lei, la magnifica e spettacolare lampuga! Questo predatore appartiene alla famiglia dei Corifenidi. La specie diffusa nel Mediterraneo è la Corifena hippurus che può raggiungere i 25 chili. Infatti, il suo accrescimento è talmente veloce che anni fa si riteneva esistessero diverse specie di lampuga, a causa delle grandi differenze fra un individuo e l’altro di età diversa. Gli esemplari giovani, invece, si assomigliano ed è difficile distinguerne il sesso. Nella fase adulta, poi, la testa e il corpo del maschio formano quasi un angolo retto mentre nella femmina la testa rimane arrotondata. Il corpo della lampuga è ovale, allungato e si stringe verso la pinna caudale; la pinna dorsale è lunga quasi quanto tutto il corpo, mentre le pinne pettorali sono lunghe e appuntite. Quello che lascia a bocca aperta quando si incontra questo predatore sono i suoi colori vivaci e molto particolari: con il dorso blu elettrico e i fianchi gialli e grigi è davvero inconfondibile. Un’altra specie è la Corifena equiselis, più piccola della prima, che vive solo nelle zone tropicali degli oceani.

Dove cercarla
La lampuga è molto diffusa lungo le coste della Sardegna e nel Mediterraneo la possiamo trovare al largo della Sicilia, nella zona dell’Isola D’Elba, in Liguria e nel basso Adriatico. Vive prevalentemente in alto mare ma in primavera i grossi esemplari si avvicinano alla costa per la riproduzione. Abbiamo già accennato alla sua crescita velocissima, infatti, i piccoli che nascono in primavera sono gli esemplari famelici che ci ritroviamo a pescare a ridosso delle coste da circa fine agosto fino alla fine di ottobre. Stiamo parlando di pesci da 1,5 - 2 chili che hanno avuto una crescita smisurata in pochi mesi e, in tarda estate fino ai primi mesi dell’autunno, nuotano a ridosso delle coste cacciando voracemente per poi scomparire come d’incanto in mare aperto. In questo periodo possiamo regalarci grandi soddisfazioni con la lampuga anche pescando da riva! I pezzi più grossi, invece, è più facile catturarli al largo, se vogliamo sempre a spinning ma, ovviamente, in questo caso è d’obbligo la barca. La lampuga è aggressiva e non lascia scampo alle prede grazie alla sua velocità che gli permette di cacciare anche senza nascondersi nella schiuma. Di conseguenza, non incontreremo le lampughe in una bella giornata di scaduta, anche se in mare le regole possono essere presto smentite. In genere, però, dovremo cercarla nelle giornate di calma e l’orario migliore è dall’alba fino a metà pomeriggio.

Sopra e sotto la superficie
Trattandosi di un pesce voracissimo che caccia in superficie, è bene utilizzare soprattutto artificiali per una pesca a pelo d’acqua. Quindi, le esche ok sono in primo luogo le top water, anche se i minnow senza paletta possono riservarci qualche gradita sorpresa. Perciò, riempiamo le nostre cassette di popper, walking the dog, metal jig e skipping lure. Questi ultimi sono veramente micidiali! È meglio scegliere colori argentati, azzurri e olografici per tutti gli artificiali che portiamo con noi. Per quanto riguarda le misure vanno bene popper fino a 10-11 centimetri con pesi fino ai 35 grammi che, recuperati velocemente in superficie, ci daranno di sicuro ottimi risultati. In alternativa gli skipping lure fino ai 10 centimetri per 30 grammi. Se però ci accorgiamo che in giro non ci sono esemplari di taglia montiamo pure artificiali più piccoli, quelli con un peso intorno ai 20 grammi e lunghi 7-8 centimetri, oppure minuti metal jig da 30-35 grammi. Il recupero non deve essere troppo lineare: meglio effettuare cambi di velocità e richiami con il vettino per dare maggiore vitalità all’esca e farle compiere quei saltelli caratteristici e molto adescanti. Anche jig head piombati da 20-25 grammi dai colori sgargianti ci potranno servire per sondare vari strati d’acqua. In questo caso, è meglio recuperarli alternando partenze a pause brevissime. Se vediamo che con gli skipping non otteniamo risultati, possiamo provare con gli artificiali walking the dog, rimanendo su misure intorno ai 10-12 centimetri per 20-25 grammi. Il recupero di queste esche deve essere abbastanza veloce e, ogni tanto, possiamo richiamare l’artificiale con la vetta della canna per farlo saltellare vistosamente sull’acqua.

Armi da lampuga
Nel bacino del Mediterraneo questo predatore non raggiunge taglie esagerate, ma non è sempre così. Alcuni anni fa, proprio al largo delle coste della Sardegna, alcuni pescatori professionisti hanno catturato alcune lampughe che superavano i 25 chili. Un esemplare da 2 chili tira già come un treno… immaginiamoci cosa vuol dire averne in canna uno da quasi 30! Comunque, nella scelta dell’attrezzatura teniamoci sullo sportivo, scegliendo canne monopezzo da 1,80 - 2,10 metri, meglio se in grafite (perché capaci di lanciare agevolmente artificiali da 10 a 30 grammi) e ad azione extra-fast che ci consentono di tener testa anche agli esemplari di taglia. A queste abbiniamo un mulinello robusto ma non eccessivamente pesante, caricato con multifibra da 30 libbre o, se preferiamo, nylon dello 0,30. Come terminale possiamo usare fluorocarbon dello 0,35 o 0,40 lungo circa 60 - 80 centimetri, collegato a un moschettone a sgancio rapido.

Inseguimenti e attacchi al top!
Per individuare il passaggio delle lampughe possiamo come sempre “leggere” il mare. A volte questi predatori si spostano saltando fuori dall’acqua, altre volte rimangono sotto la superficie e a saltare sono le aguglie che tentano di scappare dalle loro fauci. Comunque, non appena la lampuga si accorge del nostro artificiale, si lancia a razzo in un lungo inseguimento, per poi aggredirlo con un’ultimo scatto improvviso con molta decisione. Una volta allamato, questo pesce non si risparmia e parte come un treno, prima puntando il fondo e poi saltando fuori dall’acqua ed esibendosi in mille spettacolari capriole a più di un metro dalla superficie. Per salpare il pesce in sicurezza se peschiamo da riva è molto comodo un raffio, ma se vogliamo rilasciare il pesce è meglio utilizzare un capiente guadino anche se decisamente più scomodo. È sconsigliato l’utilizzo del boga grip perché la lampuga non ha certo una bocca capiente come una spigola e, inoltre, con il suo continuo dimenarsi può provocare danni seri a lei e alla nostra incolumità, visto che peschiamo da scogliere ripide e non certo facili.