Il Luccio in Belly Boat

Nonostante l’arrivo di diverse specie alloctone che hanno ampliato i target dello spinning, c’è un pesce che conserva ancora il titolo di Re della pesca con esche artificiali: il luccio.

Il luccio (Esox lucius) ha sempre solleticato le fantasie e i sogni alieutici degli spinner. Non solo per la taglia che può raggiungere e l’aspetto da perfetto predatore, ma soprattutto per l’indole che lo rende difficile da interpretare e richiede una forte dose di fiducia e convinzione in ciò che stiamo facendo, se non vogliamo sbattere pesantemente su dolorosi cappotti. Negli anni, le aziende di settore hanno sfornato tanto materiale specifico per le uscite a lucci: canne da casting potentissime ma leggere, performanti baitcaster, sottilissimi cavetti in titanio a prova di denti e esche sempre più realistiche nel nuoto o nelle livree. 

Il belly boat - Ma c’è un altro strumento sul quale vogliamo focalizzare oggi l’attenzione: il belly boat. Nato per la pesca a mosca delle trote in nord America, divenuto simbolo della pesca al bass nel nostro paese, il belly boat si presta alla grande anche per insidiare i lunatici e sospettosi lucci, depositando l’esca proprio a casa loro. In verità e per fortuna, esistono belly boat adatti ai grandi laghi, altri predisposti per l’utilizzo di un piccolo motore elettrico da 18, 24 o 30 lbs che aiutano nei lunghi spostamenti, consentono di “battere” più acqua e, se usati con intelligenza, sono garanzia di un sicuro rientro quando magari, a fine giornata, abbiamo le gambe inchiodate dalla stanchezza. Per questo motivo è sempre meglio non esaurire la batteria nella ricerca superflua di quello spot in più, ma conservare un po’ di autonomia per le emergenze. Molta cura va destinata alla giusta disposizione di tutta l’attrezzatura per gestire un eventuale preda sia nella fase di cattura che, ancor di più, nella delicata fase di slamatura ed eventuali foto ricordo prima del rilascio. 

In belly boat è possibile anche cercare il pesce da record, come questo luccio da 120 centimetri, immortalato prima del rilascio.

Vantaggi - Tradizionalmente lo spinning al luccio è una disciplina praticata da terra, lungo le sponde di laghi, fiumi e canali. La pesca in barca, dedicata a questo predatore, era prevalentemente praticata a traina nei grandi laghi oppure con piccoli natanti per raggiungere spot non praticabili da riva. È proprio in questo ambito che s’inserisce l’uso del belly boat. Ovviamente al giorno d’oggi la tecnologia ci aiuta e si pesca al luccio dalla barca proprio come si fa col bass, con imbarcazioni allestite ad hoc e strumentazione elettronica, per una migliore localizzazione dei pesci e del fondale. Non tutti però hanno la disponibilità economica per disporre di barca e relativo allestimento. Per fortuna però possiamo optare per la “pesca in ciambella”. Il belly boat consente, con una spesa molto più abbordabile, di arrivare in spot lontani da riva. Con il belly ci si muove in silenzio, arrivando sopra il pesce senza spaventarlo, manovrando in spazi strettissimi con la massima velocità e agilità. Altro fattore a vantaggio del belly boat è l’elevata personalizzazione grazie a accessori dedicati e commercializzati orami con grande diffusione, Ma anche alla possibilità di autocostruirsi quanto necessario per rendere il nostro mezzo acquatico quanto più funzionale, comodo e performante: modifiche alla seduta, aggiunta di tasche accessorie, borse stagne per sfruttare lo spazio dietro la seduta, porta canne, supporti per telefoni, action cam e ecoscandagli, attacchi per piccoli motori elettrici e infine ombrelli e scalmi per i remi. 

Svantaggi - Ci sono ovviamente anche delle criticità nell’utilizzo del belly, per esempio il freddo, il caldo, il vento e… Da qui la necessità di conoscere perfettamente i propri limiti fisici visto che la propulsione è affidata alle gambe. D’inverno il freddo può sorprenderci con crampi improvvisi e limitare la mobilità che invece va garantita con un abbigliamento adeguato. D’estate invece è il caldo che può metterci in difficoltà, in particolare la disidratazione che naturalmente va combattuta con un’equilibrata assunzione di liquidi. L’improvviso e imprevisto arrivo di un vento a sfavore, in qualunque periodo dell’anno, è una minaccia da non sottovalutare, pena lo stravolgimento dei nostri piani, compreso il coatto atterraggio in un punto fuori mano. Inoltre, il belly non è altro che un salvagente, attrezzato sì, ma pur sempre un mezzo pneumatico che teme il filo dell’amo come quello di una canna spezzata e i denti dei pesci.

Giovanni Colacicco posa con un luccio di un metro maneggiato con la massima attenzione.

Gestione della cattura - La fama del luccio è legata alla sua bocca enorme. Il muso a becco d’anatra allungato e idrodinamico nasconde denti appuntiti (oltre 600) che non lasciano scampo alle sue prede e che grattano e distruggono i nostri artificiali. Quindi, se pescando da terra è importante prestare attenzione a quei denti nella fase di slamatura, stando a galla sull’acqua con delle camere d’aria gonfie è necessario evitare che il pesce, dimenandosi, possa andare a colpire il belly boat, con conseguenti e sgradevoli forature. Parliamo di un’eventualità remota, ma non da escludere. A tale scopo è importante utilizzare un adeguato guadino e slamare il pesce in sicurezza tenendolo in acqua. Un altro warning è legato alle esche, spesso di generose dimensioni e dotate di ami e ancorette affilati che possono causare ancora più facilmente problemi simili a quelli dei denti del luccio. Per questo le esche vanno sempre stoccate in apposite scatolette. In caso di incaglio degli artificiali, mai forzare tirando con la canna. Se l’esca si liberasse senza controllo potrebbe volare verso di noi col rischio di colpirci o di bucare i pontoni del belly. Non a caso è proprio questa la causa principale delle forature. Occhio anche alle fasi finali del combattimento. Il luccio salta e si dimena, roteando l’esca in aria. Questa è collegata al nostro filo, col rischio di venirci incontro e di colpirci o di sbattere sul belly boat. 

Corretta presa opercolare su un luccio tenuto dentro un ampio guadino.

Accessori - Quando il nostro obiettivo è il luccio, pescando dal belly è indispensabile avere, oltre a canne, mulinelli e esche, anche altri accessori. Primo fra tutti il guadino che deve essere di grandi dimensioni, con rete gommata anti abrasione, ma il più leggero e maneggevole possibile. Un guadino di generose dimensioni mantiene la preda a debita distanza dai pontoni del nostro mezzo. Le operazioni di slamatura e rilascio avvengono in sicurezza. Dentro il guadino, dopo le foto di rito, il luccio si ossigena e il rilascio avviene con il minore stress per la preda. Per slamare sono indispensabili le pinze a becco lungo da 25 o 30 cm che rimuovono rapidamente ami e ancorette all’interno della bocca, tenendo a distanza i denti aguzzi del pesce. In alcuni casi il punto di penetrazione dell’amo può essere in zone delicate o difficili da raggiungere dall’interno della bocca. In questi casi è preferibile passare dagli opercoli branchiali e se necessario tagliare l’amo con una tronchesina. Il pesce subirà un danno minimo e una minima manipolazione, noi eviteremo di ferirci con denti e archi branchiali e sarà poi sufficiente sostituire l’ancoretta o l’amo che abbiamo sacrificato allo scopo. Inutile dire che boga grip, pinze similari e altri arnesi strani sono inutili e sconsigliati. È necessario invece spendere qualche minuto per imparare bene a praticare la presa opercolare che ci consente di trattenere saldamente il pesce e di poter effettuare tutte le necessarie operazioni in tranquillità. Delle buone tronchesine possono essere utili anche per situazioni di emergenza, nel malaugurato caso in cui un amo o un’ancoretta si dovessero conficcare nelle dita, per un intervento d’emergenza prima delle doverose cure sanitarie.

Guadino di grandi dimensioni, pinze lunghe e tronchesi, sono il kit indispensabile per slamare in sicurezza.

L’approccio - Come avrete notato non abbiamo parlato di canne o mulinelli e tantomeno di esche. In belly si possono usare tranquillamente le stesse attrezzature che si adoperano da terra o in barca; quindi è meglio concentrarsi sull’approccio agli spot, soprattutto in ambienti limitati quali cave, canali, pozze fluviali o anse lacustri. Sponde ricche di vegetazione e strutture sommerse o semisommerse consentono di arrivare molto vicini al punto dove vogliamo lanciare e spesso permettono di vedere la preda e di agire di conseguenza per massimizzare le possibilità di cattura. Sponde lacustri più brulle, come punte e pietraie, sono invece più difficili da interpretare e può venirci incontro un ecoscandaglio che mostra i “drop” ossia i cambi di batimetrica dove spesso il predatore aspetta in agguato, comportamento tipico del luccio. È importante pianificare in anticipo tutti gli spostamenti, valutare al meglio le distanze e programmare l’azione in funzione delle nostre capacità fisiche e del nostro livello di allenamento. Fra gli strumenti che ci possono dare una grande mano, adesso disponiamo delle mappe digitali online, come Google earth, utili per valutare posizione, distanza e caratteristiche di uno spot, oltre che i vari servizi di previsioni meteo che comunque, sono sicuro, da buoni pescatori, voi controllate quotidianamente.