Ai piedi del Vesuvio, in un’area relativamente limitata, tra bassi fondali e gli abissi, s’incontrano paesaggi sottomarini tra i più ricchi del Mediterraneo. In quest’articolo l’autore ci accompagna in un itinerario senza tempo e ci spiega tutto quello che si può fare con la canna da pesca.
Il Golfo di Napoli è un’ampia insenatura di circa 30 miglia che si apre nella piattaforma continentale della costa campana, nel Mar Tirreno sud orientale. È delimitato a N dalle isole di Ischia e Procida e dai Campi Flegrei (Capo Miseno), e a S dall’isola di Capri e dalla Penisola Sorrentina (Punta Campanella). I flussi principali delle acque avvengono attraverso due grandi aperture: la Bocca grande, che separa le isole di Ischia e Capri, e la Bocca piccola, tra Capri e Punta Campanella. Il Golfo è caratterizzato dalla presenza di due grandi canyon: Magnaghi e Dohrn. Il primo si sviluppa a partire dal margine della piattaforma settentrionale, in corrispondenza dell’area vulcanica tra Capo Miseno e Ischia, con decorso dapprima perpendicolare (N-S), poi parallelo (E-W) alle isole di Procida e di Ischia. Il canyon Dohrn è invece localizzato più a S, nella regione centrale del bacino e si estende nella Bocca Grande per poi biforcarsi e risalire verso la costa. L’effetto più importante del canyon è soprattutto l’apporto in superficie delle acque più profonde ricche di nutrimenti (upwelling), che rende il golfo uno dei luoghi con più alta biodiversità e più pescosi del Mediterraneo, con una grande capacità di resistere all’inquinamento. Per questa ricchezza è possibile praticare differenti tecniche alieutiche in base ai periodi dell’anno e delle prede preferite.

Bocca piccola - Partendo da Punta Campanella, evitando gli spot interdetti per l’Amp, una zona interessante nel canale di Bocca Piccola è quella della “Secchetella”, al centro del tratto di mare tra Capri e Punta Campanella. In questo spot ci sono tratti interessanti con massi sparsi fuori dall’Amp, dove con la traina col vivo è possibile insidiare qualche bella cernia bruna o qualche bel dentice, specialmente nel periodo compreso tra i mesi di ottobre e aprile.
Capri - Per quanto riguarda l’isola di Capri, gli spot più interessanti sono le cadute fuori punta Carena, punta Massullo, punta del Capo e punta dell’Arcera. Lì, è possibile scovare col chartplotter, conglomerati di massi e canaloni che sono spesso zona di caccia di predatori come dentici e cernie brune. E si possono insidiare anche a bolentino, col vivo, a scarroccio. L’esca che ha dato i migliori risultati in questi spot è sicuramente il calamaro. Ma sono validi anche i siliconici calati a vertical sulle marcature. Qualora si decidesse di impostare a Capri una battuta di traina col vivo per la ricciola, il periodo consigliato è tra ottobre e novembre, utilizzando come esca un generoso tunnide anche di un kg innescato con un amo circle e nodo catalina. Capri risulta inoltre uno degli spot migliori insieme a Ischia per il bolentino di profondità e la traina d’altura. I vicini canyon e salti batimetrici, costellati da numerose risalite e secche, attirano, infatti, numerosi predatori.
Le batimetriche da battere vanno dai 700 ai 1000 metri, a sud dell’isola di Capri e per tutto il versante occidentale, fino alla Secca delle Vedove...
Un assetto tipico prevede 2-4 kona, anche da 30 cm, di cui due filati a 70-80 metri sui divergenti e 1-2 due centrali, a 60 metri, con un’ultima canna filata al centro scia con un grosso minnow a circa 30 metri dalla barca. Un’altra configurazione, più orientata ai tunnidi, prevede sempre due kona filati sui divergenti a 70-80 metri e tre minnow filati a poppa tra i 30 e i 50 metri. Le canne da utilizzare sono da 20-30 libbre e mulinelli con 40 libbre di drag, per l’utilizzo con minnow da 14 ai 19 cm e canne da almeno 30 libbre. Le batimetriche da battere vanno dai 700 ai 1000 metri, a sud dell’isola di Capri e per tutto il versante occidentale fino alla Secca delle Vedove, per poi risalire al banco di Bocca Grande. In questi spot specialmente nei mesi che vanno da maggio a settembre è facile fare strike anche multipli di alalunghe, tonni di branco o aguglie imperiali ma, con un po' di fortuna, anche di pesci spada. Per gli amanti del bolentino di profondità dintorni dell’isola di Capri riserva i migliori spot di pesca del Golfo. In particolare consigliamo le cadute della Secca delle vedove e del banco di Bocca grande dove è possibile insidiare ancora qualche bell’esemplare di occhione, spesso sopra al chilo, o bellissimi esemplari di merluzzi.
“Qualora si decidesse di impostare a Capri una battuta di traina col vivo per la ricciola, il periodo consigliato è tra ottobre e novembre, utilizzando come esca un generoso tunnide innescato con un amo circle e nodo catalina.”.
Totani a Bocca Grande - Per chi è amante della tecnica, sulle batimetriche dei 600-800 nei dintorni del banco di Bocca grande è possibile praticare di giorno la pesca ai totani che spesso superano tranquillamente gli 8 kg di peso per arrivare in alcuni casi a superare anche i 10 kg. Bisogna però dotarsi di una barca con motore elettrico di prua o un semplice paracadute da utilizzare come ancora galleggiante per scarrocciare a una velocità sempre controllata di 0,3-0,5 nodi. Vanno bene le canne di 20-30 libbre armate con mulinelli elettrici con drag elevati per contrastare le forti pompate dei totani giganti. In bobina servono circa 1000 metri di multifibra da 60 libbre, uno spezzone di 5 metri di nylon dello 0,80 che risulta facoltativo, a cui collegare una totanara a due o tre cestelli, farcita di lardo o sugarelli freschi tagliati a filetti e fissati con fascette da elettricista.


Canale Schiacchetiello - Fuori al porto di Miseno, andando verso l’allevamento di cozze, di fronte il paesino di Bacoli, e in particolare fuori dal canale dello Schiacchetiello si trova un fondale tra i 40 e 50 metri, ottimo per catturare prevalentemente orate di taglia. Potremmo anche provare a utilizzare la cozza o il paguro o inneschi misti utilizzando paguro e cozza insieme lasciandola aperta col frutto da un solo lato. La tecnica più diffusa è quella del “piombo a perdere” per rendere l’inganno il più naturale possibile agli occhi della smaliziatissima orata.
Secca 101 - Altro spot molto interessante è la secca 101 che si trova a circa 6 miglia a Sud di Capo Miseno in direzione Capri, dove è possibile effettuare a bolentino o a light jigging, catture di ottimi sanpietro, grossi sauri, gronchi, gallinelle, musdee e occhioni. Questo spot è ottimo anche per la pesca al tonno rosso a drifting in quanto, essendo adiacente al canyon, è uno dei punti centrali del golfo dove l’upwelling apporta i suoi nutrienti richiamando i predatori.


Procida e Ischia - L’ultimo focus è per le bellissime isole di Procida e Ischia che sono comprese all’interno della Amp del Regno di Nettuno. Lungo le coste di queste due isole esistono numerosi spot interessanti ma, essendo ubicate all’interno della Amp, ci limiteremo a nominare soltanto quelle dove è possibile effettuare la pesca previo rilascio del permesso in zona C per i non residenti. A Ischia, tralasciando le interessanti zone B, come San Pancrazio e il banco di Ischia, è possibile catturare dentici e cernie sulle secche sui 40-60 metri, fuori Lacco Ameno, Casamicciola, Punta Caruso o sulle secche fuori Forio, dove è possibile reperire anche qualche calamaro, nel periodo che va da inizio settembre a tutto marzo. Sui cappelli delle secche tra punta Imperatore e Forio esistono numerosi “mammelloni” sommersi come il Buchner sulle batimetriche dei 250-400 metri, dove è possibile divertirsi a bolentino di profondità con pezzogne e merluzzi di taglia. Per la traina d’altura, lo specchio di mare antistante Forio, sulle batimetriche oltre i 700 metri in direzione Ventotene, è considerato da sempre uno dei migliori spot d’Italia.
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