Aile Magnet

Aile Magnet

La scelta dell'artificiale, nella pesca a spinning, è dettata da poche regole che più o meno rimangono sempre le stesse. Il tipo di preda, lo spot, il fondale, il meteo ed il periodo dell'anno consigliano una rotazione nell'uso degli artificiali perché ogni situazione necessita di una tipologia e di un colore specifico… più o meno. Si, perché al momento di aprire la cassetta che contiene i pesciolini finti, non sempre la nostra scelta è razionale, coerente con la situazione che ci troviamo a fronteggiare. Parlando con molti altri amanti dello spinning ho avuto la conferma che l'errore che reputo di fare più spesso è comune a molti se non a tutti gli spinner: ci affezioniamo. Manco fosse un cane fedele, a volte un artificiale ricopre un posto centrale nella nostra cassetta e siamo sempre pronti a provarlo, almeno una volta in ogni uscita. Il meccanismo è molto semplice: quando troviamo un artificiale dalla foggia e colorazione a nostro avviso di alta qualità, tanto che ancor prima di lanciarlo ci sembra vincente, rimaniamo soggiogati dalla sua presenza e non perdiamo occasione per provarlo, anche in situazioni che consiglierebbero l'utilizzo di un artificiale dal comportamento diametralmente opposto. Ad esempio, ci accorgiamo che una spigola, nascosta all'ombra di una barca ormeggiata, è incuriosita dai nostri recuperi lenti con piccoli artificiali che lavorano quasi sul fondo, ma ecco che l'occhio cade sul nostro "fedele" wtd da 30 grammi giallo fluo, e nella nostra testa scatta il meccanismo: "Vuoi vedere che se lo lancio faccio subito strike, in superficie?!". Vuoi vedere che sei un grande imbecille? Difficilmente questa scelta radicale ottiene frutti apprezzabili, perché illogica, per niente assecondata da un ragionamento coerente e dettata solo dall'irrefrenabile voglia di lanciare per l'ennesima volta "l'apixedda gialla", perché ci piace, nuota bene e fa casino.

Prove ripetute
Questo errore porta con se anche un vantaggio: quando ci affezioniamo ad un artificiale lo lanciamo centinaia, forse migliaia di volte, impariamo a conoscerne il comportamento in aria in fase di lancio, e quello in acqua, quando lo riportiamo a riva. Ad ogni lancio il feeling aumenta, soprattutto se la prima impressione, quella che ci ha portato al suo acquisto, è poi confermata in azione. Ho potuto constatare questa strana simbiosi con un modello di artificiale che ho da tanti anni e che solo da qualche mese, finalmente, ha iniziato a dare ottimi risultati anche in situazioni per le quali la sua scelta andrebbe scartata a priori. Sto parlando dello storico Aile Magnet SB della Duel, nella versione da 30 grammi. Si tratta di un artificiale di superficie, con l'inconfondibile muso tagliato di netto con una pronunciata inclinazione in avanti tanto che visto di lato assomiglia alla prua di una nave. La concavità sul muso è molto accentuata e gli occhi, in 3D, sono grandi, spiritati ed aumentano la sensazione che si tratti di un pesce terrorizzato. Appena dietro agli occhi sono incise e ben evidenti le scanalature che riproducono le branchie. Non si tratta di un semplice accorgimento estetico. In fase di recupero, anche lento, le branchie fungono da deviatori di flusso ed aumentano le perturbazioni prodotte sul pelo dell'acqua. Le tante colorazioni sono, come si dice adesso, brillanti ed olografiche; in pratica quando la livrea è illuminata dalla luce, riflette un scintillio di mille colori, fantastico! Al suo interno ha un sistema di rattling costituito da alcune sfere che durante il lancio si spostano, all'interno del corpo cavo, verso la coda dell'artificiale, aumentando la gittata. Nel recupero le sfere sbatacchiano tra loro, rumore che si somma a quello prodotto dal muso piatto. Le sfere sono cariche magneticamente, da cui il nome dell'artificiale.

 




Il rompiscatole
Per spiegare l'effetto che questo artificiale ha sui pesci utilizzerò una sottile metafora. Immaginate di dover sopportare il frastuono metallico e gracchiante di un motorino senza marmitta che, alle tre del mattino, ronza sotto il balcone della vostra camera da letto. Uno, due… dieci passaggi consecutivi. Come definireste il proprietario del motorino se non un "cagacazzo". Ecco, avete un'immagine precisa di ciò che provano i pesci al passaggio dell'Aile Magnet. E' un fatto risaputo, messo in evidenza tante volte anche in questa rivista, che per stuzzicare un pesce o lo prendi per la gola o invadi il suo territorio. L'Aile Magnet è un autentico incursore, altamente invasivo e questa è la sua forza. Lancio dopo lancio anche il pesce più paziente perde le staffe ed attacca. Da questa breve descrizione si capirà che sono affezionato a questi pochi centimetri di plastica ed ancorette. Una sola critica alla casa madre: il rompiscatole funziona bene nella sua taglia da 30 grammi. Ok quella da 10 grammi, utile per altri scopi (perfetta con le spigole in bassi fondali ciottolosi e curiosamente molto efficace con le occhiate a galla). Ma a cosa serve una versione da 18 grammi? Una inutile via di mezzo; troppo grande per la pesca sui pianori, ma piccola e poco invasiva rispetto alla "sorellona"; insomma ne carne ne pesce.

Tanti recuperi
Detto questo, l'Aile Magnet è stato "amore a prima vista". Lo utilizzo (a torto) sempre, prediligendo le colorazioni azzurro - verdastre. Ma come dicevo, l'assidua frequentazione mi ha permesso di sfruttarne tutte le caratteristiche. Con recupero costante si comporta come un Wtd, scodinzola e nuota in superficie. Ogni stop and go produce un grosso spruzzo frontale (tipico dei popper) accentuato dall'effetto divergente dato dalla forma delle branchie. Con la punta della canna a pelo d'acqua, con recupero medio - veloce e con leggerissimi scossoni, l'artificiale nuota appena sotto il pelo dell'acqua. Questo movimento risulta difficile da ricreare ad un primo approccio ma, se allenato con costanza, si dimostra una validissima alternativa ai minnow recuperati lentamente, nella pesca al barracuda. Il recupero veloce con movimenti della punta della canna su e giù produce due effetti combinati: l'artificiale quasi si ferma nel momento in cui la canna va giù per ripartire quando questa risale ed in più l'artificiale alterna fasi subacquee a fasi aeree, eccellente!!!

Senza timore
Le dimensioni molto generose delle ancorette spingono ad aver coraggio. L'incontro con il pesce serra, frequentissimo grazie al cagacazzo soprattutto nei cambi di luce, ha spesso un lieto fine. Con una ferrata decisa le punte delle ancorette non lasciano scampo, anche alla resistente superficie mandibolare del pomatomus saltator. In questi mesi freddi è più frequente l'incontro con i piccoli esemplari intorno al chilo e mezzo, molto aggressivi e combattivi anche se privi della potenza esplosiva dei fratelli over size. Il pesce serra attacca frequentemente alle spalle ma gli strike più spettacolari avvengono quando il serra sferra un improvviso balzo dal basso verso l'alto, uscendo dall'acqua quasi completamente; che spettacolo!!! I barracuda che in questo periodo sono più attirati da esche affondanti, sia in scogliera che all'interno dei porti, soffrono il chiassoso intruso se fatto nuotare appena sotto il pelo dell'acqua. Un ottimo espediente per risvegliarli dal torpore che periodicamente sembra contagiare interi branchi.