Perturbazioni

di Marco Di Belardino - L’ultima delle caratteristiche dell’aria che ci rimane da esaminare è la pressione. L’abbiamo lasciata per ultima non perché non sia importante ma, al contrario, perché è di fondamentale importanza, in quanto la possiamo considerare un po’ come il “motore” dell‘atmosfera. L’aria si muove, alle volte anche violentemente, perché c’è una differenza di pressione tra due luoghi.

La pressione atmosferica è misurata in ettoPascal (precedentemente chiamati anche millibar) e corrisponde alla forza esercitata dall’atmosfera sull’unità di superficie. Per esemplificare il concetto, al livello del mare, il peso della colonna d’aria che abbiamo sulla testa esercita una pressione di circa 1Kg per ogni cm2 di superficie. La pressione dell’aria diminuisce con la quota, ed il suo variare tra un luogo ed un altro dipende prevalentemente dal riscaldamento e dalla circolazione generale dell’atmosfera. (citiamo quest’ultimo argomento per i più volenterosi che vorranno approfondire).

Movimenti dell’aria

L’aria difficilmente resta ferma, e quando si muove, ha delle ben precise caratteristiche. In particolare ritengo opportuno sottolineare come, due masse di aria con differenti caratteristiche  di pressione, temperatura o umidità tendono a mantenersi separate (un po’ come fanno acqua e olio) e se dovessero scontrarsi una con l’altra tendono a non mischiarsi ma a deviare relativamente il loro percorso quasi come se si stessero scontrano due solidi. L’aria tenderà quindi a fluire dalle zone di alta pressione verso le zone di bassa pressione. Le variazioni di pressione vengono rappresentate sulle carte e su Windy mediante linee denominate isobare, così come mostrato degli articoli sull’applicazione. La consultazione delle isobare, e soprattutto la distanza tra di loro, ci permette di capire quanto rapidamente cambi la pressione in funzione della distanza e, di conseguenza, quanto forte sarà il vento generato dalla variazione di pressione. (isobare fitte e vicine tra loro = tanto vento e vice versa). A causa della forza di Coriolis, nel nostro emisfero, l’aria che parte dalla alta pressione per raggiungere la bassa pressione inizierà a girare in senso orario(anticiclone), mentre quella che ,lasciata “l’orbita” intorno all’alta pressione, raggiungerà la bassa pressione inizierà a girarvi intorno in senso anti-orario (ciclone).

I movimenti dell’aria intorno alle alte pressioni non generano, solitamente, fenomeni meteorologici di rilievo (noto è l’anticiclone delle Azzorre che porta bel tempo quando si stabilizza in Italia durante il periodo estivo). Intorno alle basse pressioni, invece, si innesca la generazione di fronti caldi e freddi che siamo soliti chiamare perturbazioni e che generano la maggior parte dei fenomeni meteorologici rilevanti.

Sistemi frontali

I fenomeni meteorologici di rilievo si generano quando il vapore acqueo contenuto nell’aria passa dallo stato gassoso a quello solido creando le goccioline che poi andranno a generare le precipitazioni (nel caso dei fronti) o la limitazione della visibilità (nel caso della nebbia). Come visto nello scorso articolo, la condensazione avviene quando si raffredda una massa d’aria portandola a saturazione. Il metodo più efficace per raffreddare una massa d’aria è farla salire di quota. Questo può avvenire per convezione nei temporali estivi oppure per movimento relativo di due masse d’aria che si scontrano. Quando una massa d’aria si muove, in particolar modo quando si innesca una circolazione ciclonica intorno ad una bassa pressione, solitamente va a scontrarsi con un’altra massa d’aria di temperatura diversa. In una circolazione ciclonica si avrà, nel nostro emisfero, nel lato occidentale dell’aria fredda che scende verso l’aria calda posta più a sud, mentre nel lato orientale dell’aria calda che da sud andrà verso l’aria fredda più a nord. Quando due masse d’aria si scontrano quella che andrà a sollevarsi dal suolo è sempre quella più calda e, di conseguenza, più leggera.

Fronte freddo

Se è l’aria fredda a muoversi, l’aria calda sarà scaraventata in alto con notevole violenza causando fenomeni temporaleschi intensi. Siamo in presenza di un fronte freddo. (lato sinistro dell’immagine.

Fronte caldo

Qualora, invece, fosse l’aria calda a muoversi saremmo in presenza di un fronte caldo (lato destro dell’immagine) dove l’aria calda, incontrando quella fredda, inizierà a salire molto lentamente e gradualmente generando fenomeni meteorologici con piogge deboli e persistenti.

Generazione dei fronti (Frontogenesi)

Quando si innesca una circolazione ciclonica intorno ad una bassa pressione, l’evoluzione della perturbazione può essere raffigurata sequenzialmente come nella immagine di seguito riportata, dove i fronti caldi sono raffigurati da una linea con dei semicerchi mentre quelli freddi da una linea con dei triangoli. (lasciamo l’occlusione alla buona volontà di chi vorrà approfondire in autonomia).