Wild Sardinia a Portopino

Wild Sardinia a Portopino

C'è una regione in Sardegna, stupenda, nell’estremo, desolato, sudovest dell’isola, che vive una reale e profonda contraddizione. Siamo nel Sulcis, un territorio a vocazione mineraria e industriale, oggi in ripensamento. Esaurito il minerale e concluso o quasi il ciclo industriale si cerca, da qualche anno, di convertire l’economia con lo sviluppo del turismo. Un turismo che fa breccia tra i mali antropici e si spama tra stupende scogliere e spiagge bianchissime. Teulada e Sant’Antioco sono i limiti portuali, centrali, di questo territorio, a SE e a NW. Più o meno nel mezzo, al confine con le aree militari di Capo Teulada, si nasconde un piccolo approdo, una perla con poche similitudini in Sardegna: Porto Pino. Alimentato dallo “Stangiu de brebeis”, questo piccolo porto canale, ancora in cerca di una gestione ottimale, accoglie le imbarcazioni dei tanti professionisti locali e dei tanti diportisti. E qui che nasce Wild Sardinia, una piccola iniziativa legata al turismo nautico, alla pesca sportiva in particolare. Mirko Serra è il titolare e quando il mare lo permette, ma in tutte le stagioni, prende il largo col suo gommone, alla ricerca di prede importanti come dentici, ricciole, tonni e aguglie imperiali. E qui che sempre più appassionati arrivano da ogni dove per indimenticabili charter di pesca. Mirko ha alle spalle una vasta esperienza in giro per il mon-do con canna e mulinello, ma è a Porto Pino che si è specializzato nella traina col vivo. A bordo del suo battello spiccano i due display Humminbird Helix da 10 pollici e sui portacanne le splendide monopezzo di Ambermax, compresa la Wild Sardinia A 600 3-8, costruita dalle abili mani di Massimo Sanna, su precise indicazioni di Mirko, quindi una canna ad ok, custom, sullo stile delle migliori realizzazioni italiane e americane.

I due Helix Humminbird con i quali Mirko esplora i fondali.

 

Tecnologia e pratica
Questi ultimi anni hanno visto una radicale trasformazione della pesca in barca. L’argomento è diventato così sofisticato che l’attuale proposta si è, in molti casi, realizzata in un package dove sono compresi il mezzo (barca o gommone), il motore o i motori, la ricca strumentazione elettronica di bordo, canne e mulinelli e perfino gli accessori. Esattamente come avviene con le autovetture. Cosa ne pensi? “Dieci anni di pesca in apnea sulle spalle ti danno un’idea del mondo subacqueo, del comportamento dei pesci, ma si tratta sempre di registrazioni viziate dalla presenza umana. In questi ultimi anni ho collezionato, grazie alla tecnologia, un’incredibile serie di esperienze. Tutto è partito dall’uso di una telecamera subacquea, la Spydro, della quale ero un utilizzatore beta. In due anni di lavoro, con l’azienda, abbiamo messo a punto le funzioni e l’applicazione dedicata per l’uso ottimale in pesca. Con questa, infatti, ho confermato certe convinzioni e fatto altre scoperte. Ad esempio, avevo la quasi certezza che i pesci seguissero le esche senza attaccare perché li vedevo sull’Helix, ma non riuscivo a visualizzarli nel ripassaggio. Con la Spydro ho constatato che la ricciola segue l’esca, senza attaccarla, per tempi lunghissimi, anche  20 minuti. Il comportamento della ricciola, in questo caso, ma è pari ad altri pesci e in altri frangenti, era motivato soprattutto dalla curiosità, senza manifestare segni di nervosismo o allarme. Queste osservazioni, e la precisione raggiunta dagli attuali strumenti, i miei sono Humminbird Helix, porta a risultati impensabili fino a qualche anno fa. Oggi, con un buon settaggio dello strumento, possiamo ottenere con estremo dettaglio la rappresentazione dei pesci, anche tra segnali eco impuri e situazioni promiscue. Spesso le persone mi chiedono perché nella consolle del mio gommone utilizzi due strumenti quando, in teoria, le stesse informazioni si possono avere in un solo display. Io ho iniziato a pescare con il gommone e strumenti base, entry level, che mi segnavano il fondo e la mangianza, ma che non erano in grado di fornire informazioni più specifiche riguardo quello che in realtà stava succedendo sotto di me. Questo vuole dire che mi sono fatto le ossa cercando di interpretare le immagini, sfruttando, ahimè, la mia fervida immaginazione. Inoltre ho notato che la maggior parte del tempo che utilizzavo per seguire lo strumento era per dividere la videata e trasferire il comando da una schermata all’altra. In realtà è una cosa semplice da fare, ma premere quei tasti… in certi momenti… mi portava a stare troppo tempo sullo schermo e a volte perdevo anche quello che volevo vedere. Così quando ho deciso di aggiungere uno strumento mi è cambiata la vita. Praticamente tocco pochissimo i tasti dei miei Helix e ho sempre tutta la situazione sotto controllo grazie anche all’ampiezza degli schermi. In più l’Autochart live di Humminbird è qualcosa di spettacolare. Si tratta di una funzione che permette di mappare e registrare, per sempre, le zone di interesse per la pesca. Le carte in commercio, anche le migliori e più consciute, sono sicuramente essenziali ma non sufficientemente dettagliate da marcare anche le pietre e comunque le batimetriche non sono poi cosi precise. Autochart live ha creato una specie di rivoluzione anche nella mia maniera di pescare. Oggi, infatti, sono in grado di avere una visualizzazione del fondo ottimale, con una scala colore che mi divide automaticamente le varie fasce batimetriche, con scarti fino a mezzo metro”. Cosa c’è di tuo? “Di mio c’è la sintesi. Un mix di conoscenza e esperienza sul campo. Ad esempio: perché ho successo nella pesca al tonno? Perché insisto nella traina col vivo quando il resto del mondo si è buttato nel drifting? Perché secondo me l’esca viva è molto più catturante, solo che per avere buone chances l’esca deve essere quella che il tonno trova in quel posto in quello stesso momento. Poi, oltre che pescarla, bisogna saperla presentare e per questo è fondamentale riconoscere direzione e intensità della corrente. Bisogna determinare infine la risultante tra le forze in gioco: corrente e velocità di traina, per impostare la giusta direzione e velocità di traina. Ad esempio, ipotizziamo una situazione abbastanza semplice: sul gommone siamo in traina alla  velocità di un no- do; la corrente è esattamente contraria alla direzione di traina e viaggia a circa 2 nodi. In questo caso, gli effetti sull’esca, cioè l’attrito all’avanzamento, è pari a quello di una velocità di traina di 3 nodi, il che, per dirne una, limiterebbe l’uso delle esche più delicate. Ma questo argomento, visto che è molto vasto e complesso spero di approfondirlo in una prossima occasione”.

Mirko Serra
Non sono un figlio d’arte, ma il mare l’ho avuto nel sangue da sempre e quindi, già da giovanissimo, avrò avuto quattro anni, andare a pesca con mio zio era il modo migliore per passare il tempo. Avevo una passione innata che mi consentiva un approccio facilitato con tutte le tecniche di pesca: muggini a galleggiante, spigole a bigattino e gambero vivo, orate a granchio. Costruivo gli artificiali per le spigole a spinning. A quattordici anni mi spostavo col motorino, ero fisso a pesca. Ho pescato in tutti i modi, anche in apnea e nei laghetti per carpe e bass. Poi, a 23 anni, il primo viaggio all’estero. Due anni in Inghilterra, a Bournemouth, nella Manica: spigole dalla spiaggia. Al rientro in Italia ho praticato la pesca alla leccia col vivo. Poi è la volta dell’Australia: un anno a pescare granchi imbarcato su un peschereccio e ombrine (jewfish) a rockfishing col vivo o col vermone di spiaggia che spesso era lungo un metro. E ancora Sudafrica, Thailandia, Florida e nuovamente Italia per la traina col vivo. Da 7 anni, con Wild Sardinia, mi dedico esclusivamente al turismo con i miei charter di pesca, e siccome sono molto attratto dalle innovazioni, collaboro come tester per alcune aziende leader nella pesca sportiva.