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Un’aquila e un aquilotto alle prese con i serra della spiaggia di San Nicolò di Buggerru. Una notte intera sfruttando una paratura collaudata e qualche piccolo segreto.

Sopra: l'autore e il serra fregato da un amo allargato, che gli è valso l'abbonamento a Mondo Pesca.
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AQUILE E SERRA - di Marco Concas
Ogni anno noi delle Aquile di Mare di Arbus organizziamo un campionato interno estivo di surfcasting. Vista la stagione, la gara è dominata dalla cattura dei serra che in costa ovest, complice l’alta temperatura del mare, hanno iniziato a cacciare vicino a riva con molto anticipo rispetto agli anni passati. E adesso, tra settembre e ottobre, inizia il periodo migliore per la loro cattura. Mercoledì 27 agosto, con mio figlio Giovanni, abbiamo deciso di dichiarare una uscita per quella sera. Giovanni, nonostante sia ancora un ragazzo, ha già abbastanza esperienza alle spalle, visto che ha iniziato a pescare con me sin dall’età di 7 anni. È completamente autonomo a pesca e si documenta sui giornali e i siti specializzati; gli piace studiare con me la strategia da usare in spiaggia. Siamo partiti da Gonnosfanadiga nel pomeriggio e siamo arrivati a Buggerru alle 18. La lunga spiaggia di San Nicolò è ben conosciuta dai surfcaster: in inverno qui si pescano, soprattutto dopo le mareggiate, grosse spigole, orate e saraghi. In estate, come accennato, arrivano i serra. Il mare, al nostro arrivo, era piatto, mosso appena da una leggerissima brezza. Come da regolamento del campionato, abbiamo lanciato tre canne a testa. Con noi avevamo una bella scorta di tranci di muggine, la materia prima per confezionare i “salsicciotti” che servono per pescare i serra. Con Giovanni preferiamo usare la paratura scorrevole che rende l’esca più naturale e si dimostra micidiale quando i serra sono molto sospettosi e prima di dilaniare il trancio preferiscono spostarsi, col boccone in bocca, anche per decine di metri. Siamo arrivati in spiaggia in anticipo anche per studiare bene la situazione e scegliere lo spot con calma. Abbiamo piazzato il nostro campo a ridosso di una punta e lanciato all’interno di un canale, ben visibile da riva. La scelta si è rivelata molto azzeccata, visto che durante la notte abbiamo avuto molti attacchi. Già prima delle 20 la spiaggia era ormai deserta e abbiamo potuto lanciare.

Giovanni ha avuto il primo attacco appena prima del tramonto. Il serra però si è liberato. Mio figlio, osservando la parartura, si è accorto che avevo usato degli ami in carbonio, già adoperati più volte. Mi ha bacchettato facendomi notare che questo tipo di ami, molto efficaci quando sono nuovi, perdono facilmente la punta. Abbiamo quindi cambiato tutti gli inganni, usando ami nuovi. In più abbiamo sfruttato un piccolo accorgimento che però credo sia vincente: con una pinza abbiamo curvato leggermente verso l’esterno il corpo dell’amo, per far uscir bene la punta e facilitare la ferrata. E dopo due attacchi che hanno tagliato la lenza abbiamo deciso di lanciare più vicino e sono arrivate le catture. Intorno alle 21 ho portato a riva, quasi in simultanea, due serra da 1,1 e 1,22 chili rispettivamente. Da quel momento ci siamo accorti che l’attività dei predatori è aumentata. Giovanni però era deluso perché non aveva ancora fatto una cattura. Ma circa 25 minuti dopo ha visto una sua canna piegarsi in modo importante. Il pesce si è spostato verso la sinistra e quasi ha investito le mie canne. Giovanni si è accorto subito che si trattava di un esemplare di taglia e ha saputo recuperarlo con molta pazienza. Alla fine ha portato a riva il più grosso pesce della nottata, un serra di ben 2,65 chili. A questa cattura ne sono seguite altre e in tutto abbiamo porato a casa 6 prede. A queste si aggiunga un serra molto piccolo che abbiamo rilasciato. Insomma, una intensa notte di pesca che dimostra come questa sia la stagione dei serra.
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