Very Cold

Very Cold

Finalmente, o per sfortuna, il periodo dell’anno che i pescatori al colpo preferiscono meno è giunto alle porte. Adesso dobbiamo dimenticarci di tutto ciò che facevamo col caldo, quindi niente pescate abbondanti in velocità o belle pescate a galla. Dobbiamo diventare precisi e meticolosi nella ricerca dello spot adatto e nell’azione di pesca, perché riuscire a portare qualche bel pesce a guadino non sarà cosa semplice. Infatti i pesci, col freddo, diventano apatici e poco propensi a cibarsi, quindi tendono a muoversi poco, solo ed esclusivamente per mangiare quel poco che serve al loro fabbisogno energetico del momento. In questo periodo dell’anno i pesci entrano in una sorta di risparmio energetico e quel poco che mangiano a loro basta e avanza per parecchio tempo.

Pasturazione e esche
In tutto questo la pasturazione svolge un ruolo fondamentale. Prima della scelta delle esche e delle montature da utilizzare bisogna focalizzarsi su come e quanto bisogna pasturare se non vogliamo vanificare ogni tentativo di far abboccare i pesci alla nostra lenza. L’obbiettivo è quello di non saziare i pesci; quindi dobbiamo stare attenti con le quantità e proprio per questo motivo io cerco di non usare mai, come pastura, degli sfarinati quando pesco con la roubaisienne in inverno. Comunque sia, anche se possiamo usare delle pasture a grana finissima, non abbiamo la certezza di quante particelle i pesci riescano ad ingurgitare e quanto queste particelle possano alleviare loro il senso di fame. La cosa migliore è quella di utilizzare come pastura le stesse esche naturali utilizzate per l’innesco: bigattini, caster, mais e lombrichi. Inutile dire che anche la precisione nel pasturare è importantissima, perché dobbiamo riuscire a raggruppare il poco pesce che verrà attratto dalla pastura in mezzo metro quadrato. L’unico modo per poterlo fare è utilizzando il cupping kit. In alternativa, viste le quantità irrisorie di esche da scodellare in acqua, possiamo usare anche le coppette da applicare direttamente sul kit con l’elastico, le pole pots. Come quantità siamo nell’ordine di sei larve, idem per i caster e quattro o cinque chicchi di mais. In aggiunta a questi, un lombrico sminuzzato con le forbici per aumentare, senza esagerare, il potere attrattivo delle altre esche. La frequenza, invece, è da valutare in base a come si svolge la pescata, l’importante è non farci ingannare dalle prime mangiate. Solitamente le prime tocche non si faranno attendere ma questo non vuol dire che i pesci siano propensi a mangiare tutto il giorno ma vuol solo dire che in quel momento si stanno cibando. Per non saziare subito il pesce quindi, dobbiamo evitare di fare come nel periodo caldo, che pasturiamo abbondantemente e di continuo per tenere il pesce in competizione alimentare sotto la punta della canna. Per esperienza posso dire che tra una scodellata e l’atra possono passare anche venti minuti e il punto di pesca rimane tranquillamente alimentato. Però come ho detto prima dipende da come risponde il pesce, quindi non esiste un tempo di pasturazione fisso ma è da valutare.

Attrezzatura
Con il freddo i pesci tendono ad essere anche meno combattivi, tant’è che si possono effettuare grosse catture con un’attrezzatura che nel periodo caldo potrebbe sembrare sottodimensionata. Le canne “da bianco”, se abbiamo un minimo di manualità, possono essere usate tranquillamente, in abbinamento ad elastici sia pieni che cavi. Pieni da 1,2 millimetri e cavi da 2 millimetri. Il pesce andremo a cercarlo sul fondo, quindi l’esca dovrà essere presentata con un finale a sfiorare il fondo ma ancora meglio se appoggiato qualche centimetro. Anche come fili possiamo azzardare; infatti con una lenza madre dello 0,16 massimo e un finale dello 0,12 siamo abbondantemente in sicurezza. Restiamo leggeri anche come grammatura; con un bel galleggiantino da 0,30 grammi tarato quasi totalmente da un bulk di pallini a 30 centimetri dall’asola del finale e due pallini equidistanti tra il bulk stesso e l’asola, corredati da un amo del 16 senza ardiglione, anzi rigorosamente senza ardiglione, andiamo a completare la montatura.

Conclusioni
Abbiamo analizzato come meglio affrontare una battuta di pesca con la roubaisienne in inverno e vorrei darvi anche qualche altro suggerimento sull’attrezzatura che non viene quasi mai menzionata, ma che il suo utilizzo o il non utilizzo danno una mano ai nostri amici pinnuti, evitando loro danni fisici e infezioni che in alcuni casi, anche se non sembra, possono portarli in breve tempo alla morte. Cerchiamo di utilizzare delle teste guadino solo con la rete gommata, come già detto gli ami solo senza ardiglione, non usiamo stracci per maneggiare il pesce e muniamoci di un materassino da utilizzare se le dimensioni del pesce sono tali da rendere difficoltosa la slamatura all’interno del guadino. Infine la nassa, anzi della nassa non ne voglio proprio parlare, se non siete in gara dimenticatevela a casa!