Una Coppia Vincente!

Una Coppia Vincente!

Sempre più spesso ormai, si sente parlare di pesca in apnea in un modo forse un po' troppo “distorto”, con le prestazioni esasperate, le catture da record o il raggiungimento di quote molto impegnative che arrivano a predominare su quelle caratteristiche che delineano invece il vero spirito di questo antico sport, ovvero il sapore autentico del contatto con l'elemento acqua e con la natura, la riscoperta di territori che regalano sempre nuove emozioni a coloro i quali sono in grado di coglierne gli aspetti più nascosti, nonché infine gli stessi valori umani dell'amicizia e del rispetto, della lealtà e dell'umiltà, anch'essi sempre più difficili da ritrovare fra coloro che individuano al primo posto il raggiungimento del mero appagamento personale che le catture sono in grado di offrire. Non si può sempre generalizzare, tuttavia questo spesso traspare, ad esempio in tantissimi riprese che costantemente vengono pubblicate e condivise sul web, in cui oltre a quelle di chi lo fa per puro divertimento personale o con il semplice intento di offrire agli “spettatori” le scene a cui lui stesso ha assistito in prima persona, vi sono poi quelle di coloro per i quali la cosa più importante -parrebbe- è la comunicazione dell'importanza del gesto atletico che si è compiuto, ad esempio con tuffi notoriamente difficili (o molto difficili, ndr), testimoniati dalle inquadrature dei computer subacquei che sottolineano tempi e profondità dell'immersione.



Due ragazzi in apnea
Tralasciando le considerazioni personali, va da sé che un'impostazione di questo tipo può essere fuorviante rispetto al concetto di una corretta immersione in apnea, nonché pericolosa se si considerano le emulazioni che specie i più giovani o inesperti potrebbero compiere, nel tentativo di portare a termine una cattura che risulta invece fuori della loro portata, magari perché non allenati o preparati a dovere. In un contesto di questo tipo, ho invece fortunatamente avuto il piacere di incontrare due ragazzi che ancora vivono la pesca in apnea come veniva -più che oggi- considerata tempo addietro, in un modo più genuino e meno oppresso dai “canoni” odierni. Parlo nella fattispecie di un forte atleta della Nazionale, Christian Mortellaro, giovane siciliano venticinquenne già in diverse occasioni ormai ospite in Sardegna, e di un altro grande pescatore sardo, Roberto Maureddu, esperto conoscitore dell'isola in generale e soprattutto dei fondali del Sulcis, la sua terra.

Continua a leggere sul giornale...

La sicurezza prima di tutto

L'argomento della sicurezza è uno dei più complessi per la pesca in apnea: se ne parla tanto ma spesso i giovani, e non solo, si lasciano tentare dalle “gesta” di alcuni tanto da rischiare parecchio, purtroppo, nel tentativo di emularli. Chiediamo a Roberto Maureddu e Christian Mortellaro di dare qualche consiglio a chi si approccia alla pesca in apnea, o a chi abbia più che altro intenzione di migliorarsi?
Roberto Maureddu: indubbiamente quello di non andare mai a pesca da soli, nel senso che in acqua si va fianco a fianco, e non uno a destra e l’altro a sinistra. Pare il consiglio più scontato, e forse lo è davvero, tuttavia è altrettanto assodato che il più delle volte è quello a cui si bada di meno, e l’unico efficace per pescare in sicurezza. Molto spesso, la mania di prendere il pesce grosso a tutti i costi, o le considerazioni che in coppia si possa pescare meno, inducono tante persone a preferire l'immersioni in solitaria, la cosa più errata che ci possa essere; un buon pescatore è colui che sa anche rinunciare. Ancora più pericolosa è l'ormai consolidata idea (complice in questo il messaggio che in quest'ultimo periodo viene trasmesso) che per fare bei carnieri bisogna necessariamente spingersi in profondità. Quest'ultima è una grande bugia, che purtroppo è già costata la vita a molti pescatori. La profondità si guadagna con il tempo e l’esperienza. Ciò che i giovani dovrebbero imparare oggi è che il pescatore in apnea è si un apneista, ma prima di dedicarsi alla profondità si dovrebbe imparare a "leggere" il fondale, capire il comportamento dei pesci e affinare il fiuto, la scelta del tipo di pesca e dell’arma da utilizzare in base alle condizioni meteo. Questo fa la differenza tra i pescatori!
Christian Mortellaro: c'è poi da dire, che sarebbe opportuno che ci si dedicasse a migliorare la tecnica, piuttosto che cercare di saltare questa fase (tra l'altro la più complessa ma pure la più gratificante) per insidiare prede nel profondo. Tutto questo non sono frasi fatte o di circostanza, ma constatazioni fondamentali per chiunque voglia sul serio approcciarsi all'apnea con maggiore responsabilità, in modo da goderne appieno il significato. La soddisfazione maggiore spesso non è data dalla cattura, ma dalla tecnica sviluppata per avere la meglio su una preda difficile.