Una Coppa per Bruno

Una Coppa per Bruno

La triste ricorrenza cade il dodici giugno. Allora era il 2019, tre anni fa. Era una bella giornata, ottima per qualche tuffo. Ma l’ultimo, maledetto, era di troppo. Come purtroppo ancora oggi succede. Bruno era un campione, di livello mondiale. Il miglior sardo di sempre, secondo l’autorevole opinione di Alberto Pizzoccheri.


Perd’e Sali
Il porticciolo ancora perennemente insabbiato, tanto da precludere l’ingresso a qualunque vela e costringere perfino i piccoli gommoni a uno stretto percorso obbligato, si sveglia presto il due giugno. Volti stanchi, freschi, bianchi e abbronzati. Molti conosciuti e tra loro molto affiatamento, sembrava una riunione familiare. Senza la pressione inflessibile del cronometro, continuano a perfezionarsi le iscrizioni e la consegna del materiale di gara. Finalmente, alle 8 circa, i natanti si assembrano fuori dal porto. Lì, è la voce di Simone Trudu, che non senza emozione, ricorda l’amico, il compagno di mille uscite a pesca. Poi i fiori, in mare, in quell’elemento dove Bruno ci ha lasciati. Poi il fischio d’inizio gara. 5 ore di pesca in uno spazio tracciato con precisione, escludendo quell’area che a detta di tutti poteva essere la più ricca, ma anche quella che avrebbe potuto creare problemi. Comunque l’inizio è stato abbastanza tranquillo, con gli equipaggi distribuiti a macchia di leopardo, purtroppo in desolante silenzio. Il tempo non sembra male e qualche pesce dovrebbero prenderlo, ma è solo sul finire della mattinata che incrociamo un cavetto presentabile. Proprio a ridosso di San Macario, Franco Villani e Francesco Tangianu, aspettando la risalita di Carlo Fresu, posano con 5 pesci, due, si saprà più tardi, non validi. Siamo agli sgoccioli. I gommoni filano veloci verso il porto e lì, ad attenderli c’è una folla curiosa e impaziente. È vero, i carnieri non sono “mondiali”, ma 3 in particolare fanno pensare ad una contesa.

“Infine la premiazione, col sorriso, sullo sfondo, del più grande pescasub sardo di tutti i tempi, mentre stringe una grande coppa, vinta in gara per essere stato  il concorrente più giovane, la stessa che è stata consegnata a Stefano Konjedic.”

È il momento di tirare le somme, alla bilancia, e qui ai tre papabili si definisce la giusta dimensione. Terzo equipaggio un’equipe di livello mondiale: Corrias, Diversi e Maccioni. Secondi: i bravissimi Maureddu, Pau e Serra. L’oro è per Piercarlo Bacchi, Stefano Konjedic e Simone Trudu. Tutti erano molto affezionati a Bruno ma quest’ultimo equipaggio, si è formato per l’occasione e “per ciò che emotivamente legava ognuno di noi al nostro caro Bruno.”.  A scaldare l’ambiente, oltre le battute goliardiche, un buffet molto invitante, birra e vino. Infine la premiazione, col sorriso, sullo sfondo, del più grande pescasub sardo di tutti i tempi, mentre stringe una grande coppa, vinta in gioventù, per essere stato il concorrente più giovane, la stessa che è stata consegnata al giovanissimo, campionissimo, Stefano Konjedic.

La Gara dei Vincitori
Ci siamo ritagliati due mezze giornate per preparare la gara, e nonostante le condizioni meteo non favorevoli, con acqua sporca e pochi pesci, siamo riusciti a segnare qualche sarago e tordo verso nord e una bellissima lastra che ospitava almeno 7 grossi saraghi, più a sud. Il giorno della gara non è servito decidere la strategia, fatto salvo fare il maggior numero di tuffi possibili e usare un arbalete da 50 cm con fiocina a 4 punte. Era scontato che la partenza sarebbe stata sulla lastra dei saraghi, waypoint “tana zio Vito”. Ma come spesso accade in gara, degli sparidi nemmeno l’ombra. Senza perderci d’animo abbiamo continuato a tuffare, segnale dietro segnale, ma nonostante il buon ritmo, dopo un’ora, ancora zero catture! Stefano rompe però il “silenzio” portando a bordo una fantastica orata di 1,260 kg (preda più grande della manifestazione). Passate due ore dalla partenza era tempo di fare altro e dopo un breve confronto decidiamo che era il momento di andare a Nord del campo di gara. Lì, visitando i waypoint marcati in preparazione e razzolando dai 5 ai 20 metri, catturiamo altre 4 prede e allo scadere delle 5 ore, ne a catturiamo altre due quasi contemporaneamente: un bel tordo Stefano e un bel sarago Simone. Al rientro le voci dicevano che tutti gli equipaggi scarseggiavano di prede, perciò, probabilmente, potevano pensare al podio.