Un Trucco per il Tonno

A chi pratica il drifting sarà capitato inevitabilmente di avere un tonno in pastura che però non ne vuole sapere di attaccare le esche, vediamo insieme qualche trucco per risolvere la situazione.

La prima volta che ci si trova nella situazione che un tonno, giunto sotto la barca mangi tranquillamente tutte le sardine della pastura schivando sistematicamente quelle con l’amo, si stenta a credere ai propri occhi. Tale situazione può avvenire sia marcando il pesce sull'ecoscandaglio sotto la barca, che vedendo il tonno a pochi metri di profondità con i propri occhi. Quelli che da anni praticano questa tecnica sanno benissimo cosa fare, ma per chi è alle prime armi la situazione diventa paradossale ed il più delle volte si cercano soluzioni che non hanno nessuna efficacia. Molto spesso si pensa che un tonno che si comporti così abbia già avuto a che fare con ami, fili o altro, ma se succede in mezzo al Mediterraneo in un area dove è ben difficile incontrare essere umano, vuol dire che tale comportamento è innato nella specie e che poco centra l’uomo. In genere quando il tonno giunge sotto bordo senza aver incontrato le esche affondate, vuol dire che o viaggiava in superficie o le esche erano fuori pastura. Fatto sta che ci ritroviamo il nostro bel tonno li sotto e qualunque tentativo di proporgli una sarda con l’amo, fallisce penosamente. Il pesce può andare avanti così per ore ed anche calando l’esca in mezzo a una manciata di sarde gettate contemporaneamente, si ottiene il risultato di vederla schivare con precisione chirurgica. Seguendo alcuni piccoli passi già provati vediamo come tentare di convincere il tonno ad abboccare.

L'autore gestisce gli ultimi ma impegnativi tentativi di fuga del tonno.

Tonno in superficie - Il tonno quando si vede sotto la barca in superficie che mangia le sarde della pastura, generalmente ignora e schiva qualsiasi esca gli venga proposta con filo ed amo. Generalmente sale per mangiare, compiendo dei cerchi concentrici sempre nello stesso verso dal fondo verso la superficie. La prima cosa da fare in questi casi è levare tutte le esche dall’acqua, in modo da non far apparire anomalie in acqua, continuando a lanciare sardine sempre nello stesso punto, ovvero a cinque, sei metri dalla murata della barca. Facendo questo è possibile che il tonno compia il cerchio affiorando sempre nello stesso punto, dove cadono le sarde. Si cerca poi di far aggallare il pesce gonfiando qualche sarda con l’aria, per questo scopo è indispensabile una siringa. E’ basilare mantenere la calma ed il sangue freddo, continuando a lanciare le sardine ad intervalli regolari. Quando il tonno si è stabilizzato su un cerchio ben preciso, si lanciano le sarde in sequenza sul filo immaginario del cerchio, in modo che il pesce si abitua a compiere un certo percorso per mangiare. A questo punto s’innesca una sarda a pancia in su, gonfiata d’aria e si lega un piccolo pezzo di polistirolo a 10 cm dall’esca, sul terminale. Si cala poi la lenza in modo da portarla sul filo del cerchio, facendo ben attenzione che lenza e terminale siano completamente fuori dall’acqua. Quando la sarda è in posizione se ne lanciano altre due una prima ed una dopo, sempre cercando di posizionarle sul filo immaginario del cerchio del tonno. In pratica lo scopo è quello di portare il tonno a mangiare a pelo d’acqua e proporgli l’esca senza che la possa distinguere da quelle della pastura. In teoria l’ideale sarebbe poter disporre di un divergente e calare la lenza in modo che la sarda innescata rimanga a pelo d’acqua con il terminale sospeso in aria. Se pesce schiverà anche questa insidia, vuol dire che ormai non c’è più niente da fare. Se il tonno sbolla in superficie per mangiare le sarde della pastura si può utilizzare una lunga canna da punta con un filo sottilissimo che tenga sospeso il terminale e che si rompa quando il tonno abbocca.

Ormai sfinito il tonno non ha più risorse fisiche, ma sta per essere rilasciato.

 Tonno sull'eco - Questa è la situazione più classica: l'ecoscandaglio marca nitidamente il pesce ad una certa profondità (in genere tra i 25 ed i 50 metri) e nonostante tutti i tentativi di portare l'esca a tale quota, non succede niente. In genere il tonno ha seguito la pastura passando accanto alle esche posizionate alle varie profondità e si è guardato bene dall'abboccare. Anche in questo caso è preferibile tirare a bordo tutte le esche e mettere in campo i vari escamotage. Il primo tentativo da  fare è quello di calare un pasturatore a sgancio ripieno di sarde a pezzetti, con all'interno la sarda armata con l'amo ed aprirlo alla profondità a cui l'eco ha segnalato il tonno. Questo è uno dei sistemi più usati e spesso funziona, ma se non dovesse funzionare si passa al piano B. S'innesca mezza sarda con un amo senza girella facendo bene attenzione che l'amo sia completamente coperto dall'esca. Si deve usare un amo molto leggero e l'assenza di girella non è determinante ai fini della visibilità, bensì per mantenere l'innesco più neutro possibile in acqua. Si poggia l'innesco su una murata della barca e si svolgono 35-50 metri di lenza in acqua facendo bene attenzione che le spire siano ben distribuite e non si accavallino.

A questo punto si lancia l'innesco a monte della corrente e contestualmente si continua a pasturare con sarde a pezzi a cadenza costante e non a grappoli. In questo modo l'esca scende lentamente insieme alla pastura ed il tonno potrebbe confondersi ed abboccare. Se anche questo tentativo fallisce, si continua la pasturazione senza calare esche nell'acqua per almento 10-15 minuti e poi si ripete l'operazione. Per essere sicuri che la sarda innescata scenda con la stessa inclinazione e velocità della pastura, bisogna osservare con attenzione. Nel caso per bilanciarla meglio si può inserire un pezzetto di polistirolo all'interno oppure un piombino leggerissimo a 3-4 m dall'amo.