Un mare tutto per noi.

Un mare tutto per noi.

Giornate bellissime questo settembre, eppure, come ogni anno, in questo periodo e quasi all’improvviso, la gente abbandona le spiagge. Rimane soltanto qualche ombrellone e gli stabilimenti balneari, poi solo questi ultimi. Avevamo contato, un ferragosto dei primissimi anni settanta, nella spiaggia di Costa Rei, fin dove riuscivamo a vedere, ben otto ombrelloni, così lontani tra di loro che ci sembrava di essere, più che soli, unici. Il progresso è inarrestabile; bisogna prenderne le cose migliori e custodire non solo nella memoria quelle non ancora corrotte. Il mare sembra essere una di queste, immutabile nel tempo della vita di un uomo eppure in molto meno tempo così profondamente cambiato. In meglio se pensiamo ai sistemi di depurazione, a una maggiore conoscenza del sistema mare, a una maggiore attenzione sul ruolo delle correnti e dei venti nelle coste sabbiose, a una maggiore coscienza sul fatto che il mare non è una grande pattumiera che assorbe tutto, lavandolo. In peggio se pensiamo a forme di inquinamento causate da perdite di petrolio, da prossime (o già avvenute?) contaminazioni da materiali radioattivi, tossici o comunque inquinanti (continua sul giornale).