Tris di Tonno

Tris di Tonno

Il tonno rosso è un grande pesce pelagico diffuso in tutto il Mediterraneo e le zone temperate e sub-tropicali dell’Atlantico. E’ un animale che per tanti anni è stato oggetto di pesca intensiva, tanto da subire una forte sofferenza e correre addirittura il rischio di estinzione. Questo pesce ha un’enorme importanza commerciale e per questo viene catturato con tecniche artigianali e industriali, vedi la tradizionale tonnara o i lunghissimi e sofisticatissimi palamiti detti long line. Nell’ambito della pesca sportiva i tonni vengono classificati in tre grandi categorie: tonni di branco, tonni intermedi, tonni giganti.

Tonni di branco
Vengono qualificati tonni di branco gli esemplari giovanili della specie. Questi pesci vivono in colonie numerose, a volte composte da centinaia di esemplari che si raggruppano sempre in base alla loro taglia. Ne deriva che un branco di tonni è sempre composto da animali che presentano più o meno le stesse dimensioni. Se ci dovesse capitare di ferrare in traina tre tonni simultaneamente, ci accorgeremo all’imbarco che risulteranno della stessa dimensione. Se poi in seguito verranno catturati altri esemplari di peso superiore o inferiore, si tratterrà certamente di un altro branco. La pesca a questi esemplari si pratica con la traina veloce e le esche artificiali, a velocità variabili dai sei agli undici nodi circa. L’andatura più indicata dipende dall’imbarcazione e dal tipo di scia che questa determina a poppa. Il numero delle canne è importante perché maggiore è il richiamo in superficie, maggiori sono le probabilità di stuzzicare l’appetito dell’animale. Di solito è agevole armarne almeno quattro, ma i pescatori più esperti e con imbarcazioni idonee riescono a gestirne anche il doppio. Esiste il detto che i tonni mangiano corto o mangiano lungo, senza mezze misure. Quindi, sulle indicazioni di questa “verità” e un’ipotetica batteria di 4 canne, caleremo le esche a 30 e 60 metri di distanza dalla poppa. Le esche più utilizzate sono senz’altro le esche artificiali. Tra le più efficaci nominiamo i Rapala da tredici centimetri, gli octopus Yamashita, jigger piumati (testine piombate), le malute spagnole e i bucktail.

Tonni intermedi
Si definiscono tonni intermedi quelli di peso compreso tra i cinquanta e i cento chili. Gli intermedi, in definitiva e sempre sul piano sportivo, stanno a metà strada perché non possono essere considerati di branco e nemmeno tonni giganti. Queste definizioni di grandezza, attuali fino a metà degli anni novanta, a causa della pesca intensiva, sarebbero da aggiornare. Infatti, i rossi considerati per decenni intermedi, oggi possiamo tranquillamente considerarli tonni giganti. La particolarità di questi animali è quella di vivere prevalentemente isolati inserendosi alle volte tanto nei grossi branchi di tonni di misura inferiore ai cinquanta chili, come pure, ma più raramente, nei piccoli branchi di tonni giganti che normalmente sono composti da non più di venti individui. Ferrare uno di questi animali rappresenta un’esperienza piuttosto rara e difficilmente dimenticabile. Per questi pesci non esistono tecniche specifiche e sono valide quelle già descritte per i tonni di branco con l’aggiunta della pesca a popping. Pescare questi pesci richiede un’attrezzatura di ottima qualità. Si tratta di pesci veloci, più vigorosi e di gran lunga più combattivi dei giganti, classificati come pesci “rompi lenze”. Un tonno di ottanta chili ha pressappoco la forza di un tonno gigante sui centoventi-centocinquanta chili, ma nello stesso tempo è più veloce e agile e rappresenta quindi una cattura di grande impegno. Questi grossi e velocissimi scombridi, nella prima fuga sono capaci di portarsi appresso trecento metri di filo. In linea di massima la loro cattura è difficile per due ragioni: la prima perché navigano isolati e quindi non è facile incontrarli con la conseguente scarsa probabilità di ferrate. In secondo luogo, anche quando abboccano sono eventi imprevisti e nella maggior parte dei casi perduti per l’inadeguatezza degli attrezzi. Utilizzare terminali troppo grossi è controproducente perché la rigidità dei grossi diametri facilita la rottura o lo sfilamento del nodo sull’amo se non si eseguono quelli specifici per tonno. L’ideale sarebbe ferrarli in Top shot. Ossia con canne ripartite, quindi morbide in punta, con anellatura acid, e piccoli mulinelli riempiti con fibra. Tale equilibrio consente di assecondare i veloci scatti dell’animale e ridurre drasticamente la durata del combattimento per la rigidità della fibra.

Tonni giganti
Questi giganteschi pesci che rientrano nella categoria dei tonni con un minimo di 100-150 chili di peso costituiscono l’autentica elite dei pesci sportivi da big game. Quando i tonni raggiungono questa mole non si riuniscono più in branchi spinti da uno spirito gregario ma si raggruppano in pattuglie di massimo dieci, venti individui. Purtroppo assenti da circa venti anni dal Mediterraneo. Come i tonni di branco anche i giganti sono da considerare prede da avvistare. La tecnica più diffusa per la loro cattura è il drifting. Nella maggior parte dei casi, un tonno gigante viene prima avvistato, poi avvicinato alle esche con la pastura e poi insidiato con le esche molto vicine alla preda e al brumeggio. Altri metodi efficaci possono essere quelli della traina lenta, uno due nodi, con esca viva. Tre sono i fattori determinanti per la loro cattura; l’esca, l’eventuale brumeggio e il metodo di pesca più opportunamente impiegato.

Thunnus thynnus
Vengono riconosciute due subspecie di tonno rosso. Una Atlantica Thunnus thynnus thynnus, ed una del Pacifico, Thunnus thynnus orientalis (con branchiospine meno numerose). La riproduzione è dioica (sessi separati) ma non è possibile riconoscere il sesso da caratteri esterni. La taglia di prima maturità sessuale, che corrisponde ad una lunghezza alla furca caudale di 105 - 120 centimetri, viene raggiunta al 4° anno d’età per il 50% della popolazione ed al 5° anno per il 100%. Una femmina di 150 chili è in grado di produrre oltre 9 milioni di uova. Le aree riproduttive sono, nel Mediterraneo le Isole Baleari, il Mar Tirreno, e il Mar Ionio, mentre nell’Oceano Atlantico, il Golfo del Messico. La riproduzione avviene tra Maggio e metà Luglio.

Le quote di sfruttamento di questa importante specie ittica sono determinate annualmente dall’Iccat (International Commission for the Conservation of the Atlantic Tunas). Per effetto del piano di ricostituzione del tonno rosso, della durata di 15 anni (Regolamento EC n. 1559/2007), le quote sono passate da 28,5 milioni di tonnellate nel 2008 a 13,4 milioni di tonnellate nel 2013. Inoltre il piano ha previsto l’innalzamento del peso minimo di cattura da 10 a 30 chili, per l’Atlantico orientale e il Mediterraneo. L’Italia nel 2013 ha ricevuto una quota di 1950,42 tonnellate. 1451,23 tonnellate sono state assegnate a 12 purse seine (tonnare volanti), 265 tonnellate a 30 palangari, 165 tonnellate a 3 tonnare fisse (tutte in Sardegna). Alla pesca sportiva e ricreativa spetta una quota di 40 tonnellate.