Spigole & Vivo, i Segreti di Alberto

Spigole & Vivo, i Segreti di Alberto

di Alberto Cossu

La spigola, “regina” dell'inverno per noi surfcaster, risulta forse il pesce più am- bito e più bello da ricercare nella schiuma. Per me e credo per tutti gli amanti della pesca, il periodo migliore per insidiarla sono i mesi piu freddi, da metà dicembre sino a marzo inoltrato. Specialmente a fine febbraio si può incrociare qualche esemplare davvero grosso... Le tecniche di pesca sono varie, ci si può sbizzarrire con tante tipologie di esche e montature, ma sicuramente la più appagante è la pesca col vivo!

Muggini anche a mare mosso
Sono un ragazzo che sperimenta tanto, esco a pesca fortunatamente con tanta costanza e soprattutto in inverno cerco di non perdere nessuna condizione propizia per insidiare questo splendido pesce. Devo dire che ho riscontrato con successo e in svariate volte, che le mangiate non mancano anche col mare davvero mosso e con correnti forti. Essendo amante del mare bello tosto ho avuto tantissimi risultati positivi pescando col vivo anche con condizioni estreme per questa tipologia di pesca. Sicuramente, quando peschiamo a ma-re mosso, risulta tutto più complicato, impegnativo e difficoltoso. Infatti il muggine è un’esca che ha la sua massima resa in condizioni di poca corrente e risulta pertanto micidiale in scaduta avanzata. Io però, con tanto sacrificio, lo adopero soprattutto con molto mare, perché a mio parere è un'esca redditizia, la più ghiotta per ingannare la spigola. L’innesco del muggine va fatto con estrema cura e va lanciato in acqua più fonda, laddove le correnti sono più miti e meno sostenute. Quando il mare è davvero troppo per il muggine lo sostituisco con la magica angullina.

La ricerca dello spot
Sono solito battere, per esigenze personali, la costa orientale della Sardegna. Da casa mia, in poco più di un'ora di macchina, posso raggiungere anche i punti più lontani. Il territorio offre spiagge lunghissime, facilmente accessibili. Gli arenili sono spesso interrotti da grandi o piccole foci (habitat ideale di caccia per le spigole). Cerco di raggiungere i miei spot sempre e rigorosamente a luce. La prima cosa che faccio non è piazzare le canne; amo vedere l'evoluzione del moto ondoso, i banchi di alghe e osservo i vari cambiamenti meteorologici. In mare “il biglietto da visita” è non dare nulla per scontato! Spesso visito almeno un paio di spot prima di piazzare le canne, rendendomi bene conto di tutte varianti.

Alberto in un selfie con sullo sfondo una canna in pesca e il mare che ama di più, bello mosso.
 

Assetto di pesca progressivo
Inizio sempre col posizionare due canne, distanti circa 20 metri l'una dall’altra. Una è innescata sempre con esca bianca (seppia e cannolicchio) e una è selettiva, innescata col vivo. Aspetto per il primo controllo almeno 15, 20 minuti. Se la situazione è buona vado a preparare il resto dei fioretti. In genere sto in pesca sempre con 4 o al più 5 canne. È inutile dire che le piazzo in base alla morfologia della spiaggia (canaloni, buche, e finestre). Parlando di montature, utilizzo le classiche del surf. Pater noster per esca bianca e short alto sul vivo. Uso poco lo scorrevole e solo in condizioni di mare con scaduta avanzatissima, visto che con lo scorrevole sono possibili fastidiosi garbugli. Il tipo di piombo me lo “consiglia” il mare. Non mi scosto mai dalle classiche piramidi e sfere, di grammature tra un minimo di 170 grammi fino ad un massimo di 250. Poi si passa agli spike. Parlando di fili in bobina il gioco è semplice: se pesco col vivo, quasi sempre utilizzo fili spessi e diretti, senza shock leader. Infatti secondo me l'ideale è lo 0,40, giusto compromesso tra resistenza e affidabilità nel lancio. Se invece pesco con esca veloce trovo obbligatorio lo shock conico e un buon 0,26 - 0,28 in bobina per togliere ogni dubbio in ambito di resa di lancio e del poco attrito in acqua in caso di forte corrente laterale. Insomma è la carta giusta quando si sta poco in pesca e il piombo, a causa di tanti fattori, scarroccia rendendo fastidiosa l'azione di pesca! Tutti i travi, come buona e risaputa regola, vengono eseguiti con un buon 0,60 e non manca, in casi estremi, lo 0,70. Il trave a due ami lo preparo lungo circa 120 cm, con braccioli dello 0,45 o 0,50 lunghi circa 40 cm e armati con ami adeguati alle dimensioni dell’esca. In genere alterno seppia e cannolicchio. La seppia la faccio a stri- scioline di circa 2 cm, rigorosamente spellata. Raramente uso seppiette intere, sia per la difficoltà nel reperirle e sia per non appesantire troppo l'apparato pescante. Il cannolicchio invece lo innesco con ago e filo elastico dopo averlo privato del guscio. È inutile dire che deve essere tutto freschissimo. L'attrattiva è data dagli umori che le esche rilasciano pian piano in acqua. Un'esca congelata risulta pertanto già povera per via dello scongelamento. Lo short alto è lungo da 120 a 160 cm, ospita un solo bracciolo dello 0,50 con amo Aberdeen anche del 2/0. Il trave può essere lungo al massimo 150 cm, per essere via via accorciato se il mare non lo permette. Questo è il trave da vivo.


Canne e fili da “grosso”
Facendo un passo indietro, vorrei tornare alle attrezzature... Cosa serve per questo tipo di pesca? Servono sicuramente attrezzi potenti, affidabili, che non abbiano limiti. Insomma, canne, fili ed ami da vero surf! Scagliare un piombo a tutta potenza con vento in faccia e con esche pesanti e voluminose obbliga l'uso di un attrezzo davvero importante. Due pezzi o tre pezzi? Poco importa ormai con le nuove canne, secondo me, si è raggiunta una tecnologia davvero avanzata. Sono amante di tutte e due le tipologie. Nella mia sacca non mancano le stupende Yuki Master e Kenta Trt e le gloriose battagliere Shimano Catana. Come fili, utilizzo sempre il buon e vecchio nylon per i travi e fluorocarbon per i braccioli. Utilizzo il fc non per l'invisibilità ma per la maggior rigidità; in mareggiata poco importa la trasparenza! Tra i tanti fc, secondo me il Seaguar Neox è imbattibile. In bobina sconsiglio il filo trecciato, perché penso poco adatto per pesci di mole. Vado sul sicuro: Koji e Kenta non hanno eguali.

Meteo, notte e giorno
Quasi mi dimenticavo! Per fare ottimi carnieri, non è da sottovalutare il fattore meteorologico. Più si annuncia una giornata difficoltosa per noi e meglio sarà per la caccia del predatore. Giornate cupe, piovose e ventose saranno il top! Per quanto riguarda la marea invece, dovremo ricercare sempre i culmini di alta: le 2 ore prima e le 2 dopo faranno sicuramente la differenza. È una pesca d'attesa, ma entusiasmante. Soprattutto di giorno o alle prime luci non è da escludere il pescione inaspettato. Mi è già capitato per ben due volte (senza buon esito purtroppo…) di incannare la leccia amia. Vi posso assicurare che si tratta di un esperienza incredibile. Auguro a tutti gli appassionati di provare l'emozione di avere il “freccia rossa” in canna! La mia esperienza diretta con la spiaggia è soltanto una: scendere in campo con sempre tanta grinta e voglia di imparare. Amo la semplicità e amo le onde! L'entusiasmo viene prima di tutto a prescindere dal risultato. A giorni si vince e a giorni si perde. Fa tutto parte del gioco. Non deve poi mancare la testardaggine, spesso ci si ritrova in due minuti in situazioni davvero toste da affrontare, scelte da fare (anche il coraggio di smontare tutto e farsi 50, 60 chilometri per ritrovare condizione, dopo una mezza nottata passata a litigare con le alghe). Il surfcasting è la nostra passione e, come ripeto sempre, è uno “stile di vita". È una disciplina che mette a dura prova la persona, nel fisico e nella mente. Basta pensare al freddo e alla pioggia che delle volte si prende. Ma sono sicuro di una cosa: ogni surfcaster non vede l'ora di scendere nuovamente in spiaggia! Ringrazio Voi tutti, ringrazio chi ogni giorno mi sta vicino. Ringrazio il mio amico nonché titolare della nostra piccola “famiglia", Roberto Loi di Sette Mari Fishing e ringrazio soprattutto voi di Mondo Pesca a per avermi dato l'opportunità di descrivere la pesca che amo di più! Buon mare da Alberto.