Shovel sul Fondo

Tra le hard bait, i minnow e in generale tutte le esche munite di paletta, sono indicate quando vogliamo pescare vicino al fondo. Ma la paletta non serve soltanto a portare l’esca giù.

Nei mesi passati abbiamo fatto un’ampia carrellata dei diversi tipi di artificiali. Abbiamo seguito un ordine preciso, dettato dalla quota operativa dell’esca. Prima ci siamo fatti conquistare dagli spruzzi e dalle sculettate di popper e walking the dog. La loro danza ritmata e ipnotica avviene sotto i nostri occhi, in superficie. Poi abbiamo iniziato ad inabissarci, seguendo le eleganti movenze dei darter che amano nuotare a non più di 80 centimetri dal pelo dell’acqua (non è una regola fissa visto che esistono modelli sinking, affondanti…). Non ci resta che scendere ancor più giù, arrivando sino al fondo e se possibile senza incagliare. Per sondare le fasce d’acqua più profonde dobbiamo aggiungere all’esca l’unico elemento (tranne le ancorette) che in natura nessun pesce porta di suo: una paletta. Un’appendice fissata sul muso, una sorta di barba stile ZZ Top, ma rigida e trasparente. Tanto è importante e evidente quest’ultimo particolare che spesso, in gergo, gli spinner chiamano minnow, long jerk e tutto quello che monta questa protesi, semplicemente “palette”. Gli inglesi hanno tutto un loro modo di osservare la natura e indicano le palette montate sul muso delle esche con il termine lips, labbra; ok, la posizione è quella, ma la forma è a paletta, non v’è dubbio, quindi farebbero meglio a chiamarle shovel (paletta, pala... badile). Fatta questa breve e futile digressione dal vago sapore patriottico, veniamo alla descrizione e utilizzo delle esche palettate.

La lunga paletta di questo modello fa intuire che ci dobbiamo aspettare tante vibrazioni.LL

 Minnow, jerk e long jerk - Intanto ci concentreremo solo sulle hard bait, esche dure, escludendo tutti gli artificiali siliconici, detti semplicemente “gomme”. Le hard bait munite di paletta si suddividono a loro volta in una moltitudine di sotto categorie. Ma se vogliamo capire la loro azione per scegliere quale utilizzare in una specifica situazione, ci basta parlare di minnow, jerk e long jerk. I minnow sono artificiali muniti di shovel (è più forte di me, London’s Burning!) dalla particolare forma e inclinazione, rispetto all’asse longitudinale dell’artificiale, tale da aumentare le vibrazioni e favorire il movimento dell’esca senza che questa sia “guidata” dal pescatore. In pratica, un minnow fa tutto da solo: appena inizia la fase del recupero, il minnow raggiunge la quota operativa decisa dal costruttore e ritorna verso la base imitando il movimento di un pesce. A noi il solo compito di riportarlo a riva a ritmo costante. Quello che possiamo aggiungere alla sua azione naturale è la velocità del recupero, alcuni stop and go, basta. I minnow sono le esche più adatte per la pesca alle spigole in foce. Utilizzando infatti modelli intorno ai 12 cm, le vibrazioni prodotte dalla paletta bastano a richiamare l’attenzione dei seabass in caccia. Nella schiuma, con acqua torbida, situazioni tipiche in foce, non ha alcuna importanza la colorazione dell’esca e non possiamo controllare il suo moto costantemente; quindi… minnow tutta la vita! I jerk sono palette che non godono di un moto proprio. Hanno bisogno di essere animate dallo spinner. Spesso si riconoscono perché hanno una shovel molto piccola che sostanzialmente serve solo per portarli giù. Ottima scelta nelle aree portuali e comunque con mare calmo, acqua limpida e poca corrente, situazioni che ci invogliano a dare libero sfogo alle nostre doti di navigatori e abili master of baits. Infine i long jerk che si differenziano dai primi per la lunghezza del corpo. In generale hanno dimensioni notevoli, ben oltre i 20 centimetri. La loro applicazione più classica è in scogliera, durante una fase di scaduta, alla ricerca di grossi barracuda, serra e perché no, delle ambite ricciole. Potrebbe sembrare una classificazione superficiale che non considera le tante sottocategorie esistenti sul mercato. In effetti lo è, ma volutamente. Infatti prima di approfondire la ricerca e il susseguente studio di hard bait ancora più selettive, è bene prendere confidenza con queste tre classi di artificiali, con il loro nuoto e anche con il comportamento che assumono in aria durante il lancio. Con il tempo e un po’ di esperienza, saremo in grado di intuire la loro azione ad un primo sguardo, solo dalla forma della… shovel.

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