Sessioni Veloci

L'attesa di un'abboccata spesso porta il pescatore a ricordi passati, a riflessioni su ciò che si sta vivendo e ciò che si è già vissuto. Diciamo pure che è un bel momento per riordinare le idee. In questo articolo racconto qualche riflessione durante una pescata.

Sessioni Veloci

Sono in pesca da qualche ora e fissando le mie canne immobili, rifletto sul da farsi in questa sessione giornaliera. Rimango fermo in questo spazio ricavato nei giorni scorsi in mezzo alle frasche, impraticabile per molti ma sufficiente per me, ormai sono abituato a questo stile di pesca. Le postazioni comode non le faccio più già da un po' di tempo perché troppo praticate da pescatori con le loro bilance. Ormai le mie sessioni di pesca durano solo poche ore e raramente riesco a ritagliarmi più di 24 ore in pesca. Questi corsi d'acqua li conosco da una vita e mi basta poco per entrare in sintonia. Poco tempo, poco spazio, poca attrezzatura. Solo le emozioni sono rimaste grandi. Credo che chi ha vissuto la pesca in fiume, come me, riesca a capire le emozioni che questo ambiente può regalare. Del resto sono nato proprio lì, come pescatore. Oggi purtroppo, il tempo per grandi spostamenti e sessioni di più giorni lo trovo con molta difficoltà, fiumi e canali della mia zona continuano a essere il mio riferimento attorno al quale praticare la mia passione.

Esperienze e ricordi - Sono passati tanti anni dalle prime esperienze nei fiumi del mio paese. Mi ricordo ancora che catturare una carpa di grosse dimensioni era molto raro. All'inizio degli anni '90 con i primi esperimenti usando poi le boilies, ebbi i primi risultati. Erano i primi contatti con pesci grossi e fortissimi. Si cominciava a capire che per questo tipo di pesci occorreva un'attrezzatura diversa, canne potenti con mulinelli robusti. S’iniziava a capire l'importanza della pasturazione preventiva e a comprendere le difficoltà della pesca in fiume, in buona sostanza iniziavamo a “farci le ossa”. 

In quegli anni con mio fratello pescavamo prevalentemente sotto i pontili e l'albeggio e il tramonto erano le ore più propizie in termini di catture. Le nostre pasturazioni sbarravano il transito dei branchi di carpe e ci consentivano partenze numerose con tanto divertimento. Quel tipo d'approccio però non portava ai risultati sperati, in termini di grossi esemplari, tante carpe di piccole dimensione finivano nel nostro guadino. Era necessario capire quali fossero i punti di stazionamento dei grossi esemplari. Quei settori dove era possibile insidiare quelle carpe vergini e sospettose. Io stesso cercavo di informarmi il più possibile anche leggendo riviste del settore, ma ogni corso d'acqua e diverso dall'altro e la teoria ha bisogno di tanta pratica. Proprio oggi sto pescando in uno di quei settori vincenti che negli anni mi ha regalato catture importanti. È una giornata di fine gennaio, e il sole fa fatica a apparire, le nuvole minacciano acqua. Al momento non ho avuto nessuna partenza ma sono fiducioso. Non c’è bisogno di inneschi sofisticati o montature particolari, non abbiamo bisogno di tante raffinatezze. Qui si pesca come agli albori. C'è solo da aspettare, qualche carpa prima o poi uscirà dal quel muro di cannetti di fronte a me e si sposterà richiamata dai segnali chimici delle boilies intorno al mio innesco. D'altronde si sa, la pesca alla carpa è una pesca d'attesa, attesa che può protrarsi anche per molte ore. Rilanciare, ripa sturare, servirebbe solo a spaventare il pesce e allungare i tempi d'attesa. Per questo motivo bisogna trovare spot interessanti se vogliamo catturare, è inutile pasturare dove il pesce non si alimenta.

Punti di stazionamento - Intanto la pesca in aree di stazionamento non è così semplice come si potrebbe pensare. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di spot ricchi di ostacoli di ogni genere che possono essere tronchi o alberi sommersi, grossi massi o carcasse d'auto finite sul fondale del fiume, ecco questi fungono da riparo per il pesce in ogni tipo di condizione sia di corrente che di livello d'acqua. Dobbiamo poi considerare l'importanza della pasturazione preventiva che gioca un ruolo fondamentale in queste aree di stazionamento. Una volta che siamo riusciti a condizionare le carpe alle nostre esche non sarà difficile avere qualche abboccata, si tratta solo di attendere con pazienza. Personalmente ricerco questi spot nel corso dell'anno e preparo almeno tre postazioni distanti tra loro da battere nel tempo di qualche mese. Li tengo pasturati e ci pesco a rotazione. Questa strategia di pesca consente di avere ottimi risultati e quindi di prendere qualche bell’esemplare anche con poche ore a disposizione. Durante la sessione di pesca la marea continua calare e la corrente aumenta portando detriti da monte a valle. Ormai sono passate più di quattro ore da quando ho lanciato i mie inneschi. Mi aspetto una partenza da un momento all'altro. Rimango fermo immobile per non fare rumori o vibrazioni poiché i mie inneschi sono a pochi metri da me in un metro e mezzo d’acqua. Pesco con due canne lanciate nel punto giusto, una alla mia destra e una a sinistra. Non c'è bisogno della terza canna perché sarebbe da intralcio visto il poco spazio a disposizione. Ecco la mangiata... violenta, e subito 20 metri di buon trecciato scorrono negli anelli della mia canna che ferrando si piega verso l'acqua. La frizione chiusa al punto giusto frena la fuga del pesce. La canna è saldamente tra le mie mani inizia un combattimento con un grosso pesce. A un tratto una sagoma gialla si intravede nell'acqua poi  una scodata in superficie e una ripartenza in profondità cercano di strapparmi la canna dalle mani... Niente può sostituire questi momenti.