Serra a Notte Fonda

Serra a Notte Fonda

Con questo articolo concludiamo una ideale trilogia dedicata solo al pesce ser-ra. Nei numeri di agosto e settembre ci siamo occupati dell’evoluzione che la pesca al blue fish ha avuto negli ultimi anni e dell’importanza che il serra ha assunto anche a livello agonistico. Adesso vediamo di mettere in pratica tutta la teoria che abbiamo costruito, cercando di passare dalle parole ai fatti. In particolare, ci concentreremo su due delle 5 W (who, what, when, where e why) che sorreggono un buon articolo: quando (when) e dove (where).


Il meglio deve ancora venire
La stagione estiva che abbiamo alle spalle è stata davvero grandiosa per gli amanti del serra fishing. Mai come quest’anno tutte le spiagge dell’isola hanno visto una costante presenza di questo predatore. Certo, come ci si poteva immaginare, l’Ovest è sempre un gradino più in alto. La costa battuta dal maestrale, nonostante il boom del turismo, rimane ancora la più selvaggia, quasi sconosciuta alla massa. Una caratteristica che aiuta il pescatore, libero di muoversi indisturbato tra un ampio ventaglio di spot ideali per questa tecnica, piazzando tutta l’attrezzatura quando ancora il sole è sopra l’orizzonte. Ciò non è pensabile in altre spiagge della Sardegna dove la presenza di strutture ricettive e la possibilità di fare bagni notturni portano i turisti a rimanere in spiaggia anche in piena notte. Un’estate ricca, ricchissima di catture che adesso, proprio in questi giorni, sembrano iniziare a diminuire in modo drastico. Fino a inizio settembre non era raro finire la serata con una decina di attacchi all’attivo e molti di questi portati a compimento. Poi, proprio mentre vi scrivo, la situazione è cambiata (almeno sembra…). Che lo chiamiate “liscio” o “cappotto” o “sturrata”, il senso è quello. I serra sembrano siano, di colpo, spariti (sembrano…). Ma forse stiamo solo sba- gliando il modo di vedere le cose. Iniziamo a rispondere alla prima W, il quando. È esperienza comune di tanti appassionati che il ricco banchetto a cui abbiamo partecipato per tutta l’estate non avesse limiti di tempo: si pescava bene al tramonto, durante la notte e pure all’alba. Tanto bene che in molti, paghi delle tante catture, abbandonavamo il campo ben prima della mezzanotte. La frequenza delle catture ripagava la taglia ridotta. Quasi mai si è avuta notizia di catture oltre i 2 chili. Il più delle volte la stazza si aggirava sul chilo o poco meno. Insomma, tanti pesci ma piccoli, voraci e poco smaliziati.

“Conviene avere a disposizione almeno un trancio fresco, pronto in caso dovessimo sostituire un’esca spappolata dall’attacco violento del blue fish.”.

Se però torniamo indietro con la memoria, ci accorgiamo che questo fenomeno è recente. Solo 10 anni fa la stagione del serra fishing coincideva pressappoco con l’autunno e cioè il periodo dell’anno con la temperatura del mare ancora alta ma caratterizzato dal-le prime perturbazioni. Alcune rare catture erano segnalate ad agosto, ma il pieno di risultati si aveva a cavallo tra ottobre e novembre, specie se questi mesi si dimostravano miti da un punto di vista meteorologico. La taglia delle catture era sempre importante, ma la frequenza degli attacchi non poteva certo essere paragonata a quella che abbiamo vissuto quest’estate. Insomma, credo che quello trascorso sia solo il preludio della vera stagione. I branchi di piccoli e numerosi serra saranno sostituiti da “bande” di pochi grossi esemplari. E sempre rispondendo al when, dobbiamo evidenziare una caratteristica che tutti i pescatori impegnati in questo periodo hanno riscontrato: non conta tanto la marea, la fase luna-re, l’intensità del vento… i serra, ades-so, attaccano a notte fonda. Forse è an- che per questo che il numero di catture è diminuito. Per vedere un po’ di attività in acqua bisogna aspettare la mezzanotte. E per molti di noi, con la fine delle ferie e la ripresa delle normali attività, il tempo da dedicare al surfcasting si è ridotto a qualche ora dopo il tramonto. È inutile chiedersi quali siano i motivi di questo cambio di palinsesto, perché per trovare le risposte dovremmo entrare nella mente del pesce serra. Più semplice adattarsi all’evidenza. Il serra è diventato nottambulo? Noi, se possibile, dobbiamo essere pronti ad accoglierlo.

Spiagge da serra
Where? Dove possiamo sperare di vedere qualche attacco? Abbiamo già accennato alla ricchezza delle spiagge dell’Ovest. Tutta la Costa verde, Buggerru, le cale di Sant’Antioco rappresentano un ottimo bacino di spot utili. Ma sondando un po’ tutte le coste sarde, non sono da scartare il comprensorio di Pula, quello di Badesi e le lunghe spiagge ferrose del Sarrabus. Non esiste una tipologia di spiaggia più adatta per questo tipo di pesca. L’esperienza mostra che vanno bene gli spot con foci, aree portuali; e anche spiagge con saline e lagune alle spalle . Lunghe spiagge con fondale che digrada velocemente, come Piscinas; ma anche spiagge con basso fondo anche oltre i 50 metri da riva, come Feraxi. Una costante, ovvia, è la presenza di pesce foraggio. Dove nuotano muggini, mor- more e più in generale, piccoli pesci di branco, siamo certi che troveremo anche loro, i serra.

Facciamoci trovare pronti
Diamo un ultimo sguardo all’attrezzatura prima di partire per lo spot che abbiamo scelto. Abbiamo detto che “la giostra” inizia tardi, a notte fonda. Sarebbe sempre meglio arrivare sul posto quando ancora c’è luce, per avere un quadro più chiaro di come si presenta il mare. E poi, la speranza della cattura jolly, al tramonto, c’è sempre. Ma se non vogliamo trascorrere delle ore di lunga attesa prima della “battaglia”, ci conviene puntare su una spiaggia che conosciamo bene, di cui possiamo prevedere il “comportamento” con ogni vento. Dove, quindi, possiamo sapere con ragionevole certezza se troveremo alghe, corrente e quant’altro. Anche l’attrezzatura non deve presentare delle incognite. Meglio avere nella sacca le canne che conosciamo meglio. Per quanto riguarda l’esca, trattandosi di bocconi fatti con tranci di muggine (con possibili varianti di sardina, spigola, mormora e pure salmone), può essere utile averne di già pronti, preparati a casa. E non trascuriamo un aspetto che può essere determinante. Bisogna avere sempre un trancio pronto, da sostituire a un innesco che sia stato appena attaccato. Perché in molti casi i serra attaccano a ondate e perdere l’attimo può voler dire tornare a mani vuo-te. Un trancio pronto permette di “rientrare” in pesca in un tempo minimo e forse di riavvicinare il predatore e invogliarlo nuovamente all’attacco.