Scogli, Orate e Saraghi

Vediamo come affrontare una battuta di rockfishing, studiando bene il meteo, lo spot, la paratura e l’esca necessarie per ottenere catture… rock!

Scogli, Orate e Saraghi

di Andrea Piras

In un articolo di un anno e mezzo fa avevamo descritto la pesca dalle rocce con la rabeca, una tecnica importata dal Portogallo che si basa sull’utilizzo di un particolare guadino, da calare insieme alla lenza. La rabeca è quasi indispensabile quando si pesca da postazioni molto alte, ma ha bisogno di pratica per essere utilizzata senza intoppi. Per fortuna le coste sarde sono ricche di spot perfetti per il rockfishing ma non troppo alti, dove la rabeca diventa superflua. Nel rockfishing i risultati migliori si hanno nelle fasi di scaduta, ma anche il mare montante si presta alla tecnica. Personalmente pesco molto in Costa Verde, a pochi chilometri da casa. Tutta la costa ovest è esposta ai venti occidentali e quindi attendo le scadute di maestrale per raggiungere lo spot desiderato. Per scegliere la postazione dobbiamo considerare alcuni fattori: la presenza di ostacoli in mare, il tipo di fondale, la presenza di alghe e la facilità di recupero dell’eventuale preda.  

Una canna e… - La mia configurazione di pesca prevede l’utilizzo di massimo due canne. Infatti generalmente ci si sposta di frequente, alla ricerca del punto più adatto per le condizioni che troviamo sul momento. Quindi non possiamo portare con noi troppa attrezzatura e dobbiamo essere veloci a smontare e rimontare il tutto. La canna da rockfishing non deve essere troppo lunga (intorno ai 4 metri) e deve permettere di sollevare in verticale prede anche ben oltre il chilo di peso. Se ci appassioniamo alla tecnica possiamo decidere di acquistare una canna specifica. In commercio si trovano fusti in grado di sollevare di peso anche 5 chili! Il mulinello deve avere una bobina capiente perché si utilizza lenza abbastanza grossa (intorno allo 0,40) e abbiamo bisogno di una buona riserva di metri in caso di fughe di grosse prede. La paratura più adatta è lo short arm rovesciato. Personalmente non utilizzo shock leader ma la lenza diretta a cui collego un terminale di circa 70, 80 centimetri con diametro intorno allo 0,60.

Nel rock fishing capita spesso di incagliare e quindi consiglio di usare un piombo a perdere. Ho accennato all’utilizzo di massimo due canne. Una è destinata alla ricerca dei saraghi e di prede di media taglia. E veniamo all’esca: vanno benissimo granchi, gamberi, sardine e le immancabili strisce di calamaro e seppia. Quando troviamo una zona che ci regala catture frequenti possiamo montare una seconda canna. Se cerchiamo la preda over size allora abbiamo bisogno di un’esca davvero selettiva, come la seppia intera. La dimensione dell’amo varia a seconda dell’esca, ma per dare un ordine di idee, va dal 2 al 5/0, mentre la sezione del bracciolo finale dipende anche dalla corrente, ma in questa tecnica non si scende mai sotto lo 0,30. Un’ultima considerazione. Nel rockfishing è molto utile avere sempre un compagno di pesca. Spesso il recupero della preda è complicato e avere un fidato e esperto pescatore che si muova tra le rocce con un lungo guadino o con un raffio rende tutto più semplice. E poi, la felicità di una grossa cattura è sempre maggiore se condivisa.