Sant'Antioco

Sant'Antioco

Tra i vantaggi evidenti che offre la vita su un'isola, quello di poter scegliere la costa e lo spot dove andare a pesca in base al vento e alle condizioni del mare, non è certo poca cosa. E se l'isola è abbastanza piccola da permettere trasferimenti coast to coast in meno di venti minuti, dobbiamo proprio ritenerci fortunati. L’isola di Sant’Antioco ha queste caratteristiche con in più un istmo che permette un comodo passaggio tra la cittadina sulcitana e la Sardegna. Per gli appassionati di spinning, Sant’Antioco è un serbatoio inesauribile di spot, efficaci per sperimentare tecniche ed esche differenti.

I due spot di Cala Sapone, ad ovest dell'isola di Sant'Antioco e Peonia Rosa, a sud.
 


Spiagge, piane e scogliere
L’isola di Sant’Antioco ha una forma triangolare. Un lato, quello su cui sorge Calasetta, è esposto a nord; l'abitato di Sant’Antioco occupa una buona metà del lato esposto ad est; il lato occidentale è il più “selvaggio” con borghi di poche case sparse. Le strade che collegano le varie parti dell’isola sono strette, costeggiate da macchia mediterranea rigogliosa, anche se l’oppressiva presenza del Maestrale è evidente, vista la quasi assenza di alberi ad alto fusto; gli unici alberi a superare i due metri sono pini, incurvati minacciosamente verso sud est. Potremmo dilungarci quasi all’infinito, elencando decine di spot molto interessanti. Ci soffermeremo su due luoghi, posti in punti lontani tra loro e che offrono caratteristiche differenti per quanto riguarda tecniche e artificiali da uti- lizzare. Hanno un’unica caratteristica comune: con Maestrale forte sono davvero interessanti.

Federico Tedeschi, in piedi su uno scoglio di Cala Sapone, aspetta che il jig tocchi il fondo per iniziare il recupero animato.
 

Cala Sapone
Sulla costa esposta ai venti occidentali e solo parzialmente “protetta” dalla vicinanza con l’isola di San Pietro, si alternano alte scogliere con piccole insenature. Tra queste, una delle più ampie è Cala Sapone, quasi in posizione mediana sul lato ovest dell’isola. È separata dal mare aperto da una lunga collana di scogli che formano uno sbarramento naturale all’azione dei venti di Libeccio e Ponente e riducono la potenza delle grosse onde da Maestrale. All’interno della cala “cor-re” un lungo e profondo canale, raggiungibile in pesca lanciando dagli scogli che separano Sapone dalla Cala della Signora, a nord. Gli scogli sono per lo più piatti e permettono spostamenti veloci e in sicurezza. Lo spot è caratterizzato da molta corrente, presente anche quando vento e mare si placano. Ma, lo ripetiamo, le condizioni migliori si hanno con Maestrale forte. Cala Sapone è uno spot ottimo sia di giorno che di notte, adatto all’utilizzo di tecniche differenti. A luce, la tecnica più adatta è lo shore jigging, vista la presenza del profondo canale a pochi metri da riva, un’autentica autostrada per i pesci, sempre in movimento ed in cerca di cibo; trecciato sulle 20 libbre, finale in fluorocarbon dello 0,35 e jig sui 25 o 30 grammi, dalle colorazioni sgargianti. Meglio l’amo singolo dell’ancoretta, soluzione che permette di superare senza incagli scogli sommersi e ciuffi di posidonia che colonizzato a macchie il fondale di questa ricchissima cala. I punti più adatti allo shore sono la parte interna, dove spesso nuotano le occhiate e la punta del promontorio, lanciando verso il mare aperto. In questo caso dobbia-mo però aspettare la scaduta di Maestrale. La notte si cambia strategia, anzi, le strategie sono due. Se il freddo è intenso e il mare è in scaduta, Cala Sapone regala calamari di taglia; quindi le ancorette lasciano il campo alle totanare per tornare utili quando invece il vento del mare soffia intenso e richiama branchi di grossi barracuda, per i quali si utilizzano minnow di grosse dimensioni con colorazioni chiare. La regola del 10 qui regna sovrana: massimo 10 lanci e se non abbiamo attacchi si cambia scoglio, spo- standoci dall’interno verso la parte più esposta al vento.

Stefano Moroni alla ricerca di qualche spigola, nella schiuma di Peonia Rosa.
 

Le piane di Peonia Rosa
Quando il Maestrale soffia “a bomba” vale la pena tentare due lanci nell’e-stremità più meridionale dell’isola. Capo Sperone offre un naturale riparo alla potenza del mare quando soffia il Maestrale. Uno spot molto interessante è la franata ai piedi del villaggio di Peonia Rosa. La costa non presenta spiagge sabbiose ma una lunga distesa di ciottoli. Come detto, con Maestrale sostenuto il mare “entra” di riflesso e si formano delle ampie schiumate, territorio di caccia abituale per le spigola. La costa, da Capo Sperone verso est, si estende frastagliata per chilometri ver-so la spiaggia di Coaquaddus. Ma le poche centinaia di metri di ciottoli di Peonia Rosa sono le più indicate per la pesca alla spigola, proprio per le caratteristiche distese di schiuma. È una pesca in basso fondo dove l’incaglio è sempre dietro l’angolo. Ma per lo più i ciottoli sono arrotondati e lisci e utilizzando artificiali di superficie o appena affondati non dovremmo avere troppi problemi. Sono adattissimi i darter, artificiali senza paletta ma dalla “mascella” pronunciata che nuotano ap- pena sotto il pelo dell’acqua; wtd e piccoli popper non devono mancare. Per tutti questi scegliamo modelli sui 9, 10 cm e con grammature che ci permettano una buona latitudine di lancio. Non tralasciamo le gomme, quelle di taglia, in modo da lanciare senza testina piombata. Le gomme sono normalmente armate con ami singoli e ciò riduce ancor più gli accidentali incagli. Qui, l’esperienza e i racconti di pescatori sulcitani, promettono catture, magari non di taglia ma frequenti; con- fermo. Ci si sposta tra i ciottoli, spesso nel viscido della riva. Inutile sperare di pescare asciutti, quindi stivali o wader anche se non c’è bisogno di entrare in acqua: gli attacchi delle spigole avvengono quasi sempre a pochi metri da riva. Insomma, si tratta di due spot interessanti, ricchi di spunti e non troppo difficili da raggiungere. Da provare senza remore.