Roubasienne Contro Inglese

Roubasienne Contro Inglese

Non so voi, ma io prima di ogni battuta di pesca, ma principalmente il giorno prima di una competizione, fatico a concentrarmi ed ho un pensiero fisso in testa che mi devasta ed impedisce di svolgere le normali azioni quotidiane, un dilemma veramente martellante, insomma sto tutto il giorno a pensare “ roubasienne o inglese?”. Ovviamente agli occhi di chi non pesca potrei sembrare pazzo ma se devi andare a pescare in un campo gara irregolare con postazioni in cui hai sotto i piedi tre metri di fondo e altre nelle quali per trovare anche solo un metro di fondo devi uscire fuori a cinquanta metri capite bene che il dubbio nasce spontaneo, ed essendo i picchetti ad estrazione difficilmente si può sapere il giorno prima che tecnica si dovrà usare. E’ anche vero che se ci si trova in un picchetto all’apparenza perfetto per la roubasienne non è detto che sia quella la tecnica da usare e per evitare la fastidiosissima “sturrata” sarà obbligatorio nei primi minuti di gara “leggere l’acqua” e perché no fare un po’ come si faceva a scuola ovvero scopiazzare un pochino dal vicino di banco perché proprio da lui potrebbero manifestarsi dei piccoli segnali che se interpretati nel modo corretto potrebbero portare qualche vantaggio a nostro favore. Segnali che in una gara di qualche mese fa, mi hanno permesso di vincere il settore ed il settimo posto assoluto nonostante a metà gara fossi ancora con la nassa vuota. Mi spiego meglio, mi trovavo in un picchetto dove fino ad una distanza di 20 metri da riva c’era un metro di fondo e tanta erba, per cui mi misi a pescare all’inglese ma dopo un’ora e mezza non avevo visto ancora una mangiata. Ad un certo punto il mio vicino di picchetto si preparò per lanciare l’inglese, ma l’archetto del mulinello si chiuse e il galleggiante cadde a 3 metri dal suo panchetto. Quando tirò su per lanciare nuovamente, al suo amo vi era attaccato un piccolo persico sole. Ho fatto due più due e con 4 pezzi di rouba ho pescato per il restante tempo senza sosta un persico sole dopo l’altro e grazie anche al mio compagno di squadra abbiamo vinto il settore.
Continua a leggere sul giornale...