Rostrati Tropicali

Dall'esperienza di un veterano, scopriamo un mondo nuovo, lontano, tropicale, e i suoi segreti per pescare i grandi predatori armati dell'oceano.

Sopra: bel vela e grande soddisfazione per l'angler.

Tra le migliaia di specie ittiche che popolano le acque, mari e oceani, troviamo pesci dalle forme decisamente bizzarre o con caratteristiche particolari. Quasi sempre ciò che a prima vista può sembrare una bizzarria di forma o di colore è, in realtà, qualcosa che la natura ha messo volutamente a disposizione delle varie specie per alimentarsi, per difendersi, per riprodursi e altro ancora. I pesci predatori (e lo sono quasi tutti) hanno caratteristiche che ci permettono di identificarli facilmente, la conformazione dell’apparato boccale: alcuni sono dotati di denti adatti a dilaniare, altri a tagliare, altri a trattenere le prede per ingoiarle intere e poi ci sono quelli muniti di una appendice ossea, un rostro o spada che dir si voglia, che gli permette di colpire, stordire o mutilare le prede che attacca, prima di ingurgitarle.

 I “clan” dei guerrieri - Tra i pesci muniti di rostro troviamo quelli appartenenti a due famiglie: gli xiphidi e gli istioforidi; alla prima famiglia appartiene una sola specie, il pesce spada, mentre alla seconda appartengono undici specie, alcune delle quali poco conosciute e abbastanza rare e, per quanto riguarda la pesca mirata, poco interessanti.

L'aguglia imperiale (Tetrapturus belone): come tutti i rostrati anche la nostra imperiale va tutelata e rilasciata.

Agli istiophoridi appartengono diverse specie di marlin: il blu (Makaira nigricans), il black (Istiompax indaca), il white (Kajikia albida), lo striped (Tetrapturus audax) e che si dividono nei generi Istiophorus, Makaira, Kajikia e Tetrapturus. Sono pelagici e vivono su fondali profondi e solo alcune specie si avvicinano alla costa, come ad esempio il bianco o il nero e, posso confermarlo per esperienza personale, cito la cattura di un nero di circa 400 libbre pescato in Madagascar su un fondale di soli 40 metri. Le varie specie di marlin si differenziano per la livrea, per l’altezza, lunghezza, mobilità, forma delle varie pinne presenti sul corpo e la forma e lunghezza del rostro. Volendo portare un semplice esempio basti pensare alle pinne pettorali mobili nel blu mentre fisse e aperte nel black. Sia nel Black come nel Blu gli esemplari di maggior taglia sono femmine, raro infatti trovare marlin neri maschi di taglia superiore alle 500 libbre e 300 nei blu e che il pesce spada è il rostrato con la spada più lunga piatta, mentre è tondeggiante nei marlin.

I nostri “spadaccini” abitano le acque degli oceani, ma alcune specie anche quelle di mari chiusi come il Mediterraneo, mar Nero, mar di Marmara e Mare d’Azov come il pesce spada o l’aguglia imperiale. Oltre alle due specie succitate, pesce spada e aguglia imperiale, la cui cattura è frequente, nel Mare Nostrum si sono registrate anche sporadiche catture di marlin bianco.

Spade tropicali - Come detto, possiamo incontrare i nostri rostrati soprattutto nella fascia tropicale e sub tropicale di tutti i mari ed oceani del Globo, con diffusione diversa secondo le specie e la stagionalità , visto che si tratta di pesci migratori. Volendo fare una piccola sintesi potremmo dire che: il vela ha forse la diffusione maggiore e una maggior popolazione, il marlin striato non è presente soltanto in Atlantico, ed anche il nero viene segnalato raramente lungo le coste occidentali dell’Africa (Atlantico) mentre lo si trova regolarmente nei restanti oceani; il marlin bianco è invece un pesce tipicamente atlantico ed ha ottimi hot spot sia lungo le coste del Marocco come in quelle dell’America centrale fino a sud del Brasile; tra i marlin il blu ha la diffusione maggiore incontrandolo un po’ ovunque anche se, a onor del vero, alcuni biologi tendono a separare la specie atlantica da quella pacifica ed ad identificarle come due specie diverse a causa di piccole differenze morfologiche; il pesce spada poi è veramente cosmopolita, tanto che lo trova addirittura nei mari più interni oltre che in tutti gli Oceani. Naturalmente la cattura occasionale in una specie in un’area diversa da da quella di sua propria appartenenza è sempre possibile.

Taglie diverse e pesca diversa - Il blu ed il nero sono decisamente i marlin più grandi e la loro pesca va presa sul serio, nel senso che andando alla ricerca di grossi pesci è preferibile affrontarli con attrezzature adeguate alla loro taglia ed affidarci ad equipaggi collaudati. La differenza tra la pesca occasionale di un marlin e quella mirata alla cattura di tali rostrati (parliamo di blu e neri) è sostanziale: pescando a traina in acque tropicali o sub tropicali ed impiegando attrezzature divertenti intorno alle trenta libbre o comunque adatte alla cattura di specie di dimensioni medie come ad esempio pesci vela, wahoo, tonni yellowfin, lampughe può capitare di allamare un marlin di grosse dimensioni e nella maggioranza dei casi il pesce si perde per svariati motivi come   l’esplosione della lenza o per la fine del filo del mulinello … una volta su dieci, forse, se siamo fortunati, dopo mille peripezie e se abbiamo un buon equipaggio e una barca veloce  riusciamo a portare il pesce sottobordo ed il nostro sogno si realizza, ma, al di là dell’impresa epica di cui a ben ragione possiamo andare fieri, dobbiamo anche renderci conto che non è proprio quella la tecnica giusta ed il modo giusto per affrontare i grossi marlin (il discorso sui record è una cosa diversa e ci sarebbero troppe cose da dire pro e contro tale argomento).

Blu & black, i grandi marlin - La pesca ai grandi marlin è una giostra che ci permette di godere in toto la spettacolarità della pesca a tale pesce, non è soltanto la cattura che conta, bensì tutte le fasi del combattimento, dall’attacco all’esca al rilascio del pesce.

Un marlin blu non ha resistito al fascino di un kona. Questi rostrati si possono pescare a traina con esche artificiali ma anche con esche vive, generalmente tonnetto o Rainbow runner, oppure morte. Spesso l'interno del kona viene arricchito con l'inserimento di pesi morti, solitamente ballyoo.

I grandi marlin si possono pescare con tecniche diverse: traina veloce d’altura con grandi kona, esche naturali vive o morte (per lo più bonito o rainbow runner) oppure con la tecnica che adottano molti skipper moderni il pitch bait, assai divertente e redditizio. Pescando con i kona l’assetto di pesca può essere quello classico, con quatto esche in acqua, con due filate dagli out-rigger e due dal baglio del pozzetto ed eventualmente una quinta filata lunga. Pescando con esche naturali abbiamo l’opzione del vivo o del morto: con il vivo si potranno filare in acqua un paio di esche con montaggio catalina e posizionate alla profondità voluta tramite l’impiego dell’affondatore, si tratta in pratica di una traina lenta, ma se la barca non è dotata di affondatori possiamo praticare una sorta di drifting ed assettando la barca con piccoli spostamenti con il motore.

Il pitch bait consiste, in parole povere, nell’attirare nella scia dell’imbarca-zione il marlin con i kona che in questo caso fungeranno da teaser (attrattori) e tali cona potranno anche essere non montati con amo. Una volta che il marlin avrà dato segnale della sua presenza, attaccando i kona o seguendoli, li recupereremo velocemente e fileremo in acqua la “vera” esca, un bel bel ballyhoo o un grosso sgombro (mackerell) montato su un amo adeguato circle o regolare secondo le preferenze. Non è, questa, una tecnica facile poiché tutto l’equipaggio contribuisce alla cattura del pesce, scegliendo i tempi giusti per il recupero dei teaser, della scelta della distanza a cui filare l’esca, delle manovre dello skipper , ma soprattutto Il bello di questa tecnica consiste nel fatto che, oltre ad avere il pieno controllo sull’ abboccata, si può scegliere il libbraggio col quale affrontare il combattimento a seconda delle dimensioni del pesce.  Per avere un quadro più preciso su tale tecnica, vi rimandiamo ad un articolo specifico di Marco Canu pubblicato sulla nostra rivista a……..

Le piccole spade - Ma la pesca ai rostrati non si occupa solo dei grandi marlin blu e neri, ci sono altri pesci, di taglia più modesta che comunque possono darci veramente grandi emozioni. Stiamo parlando dei marlin bianchi, gli striati e dei pesci vela. In effetti la loro taglia media non è paragonabile a quella dei blu e dei neri, di conseguenza potremo affrontali con attrezzature più leggere: se per i grandi rostrati si impongono classi di lenza impegnative come le 80 o addirittura le 130 libbre, su questi pesci ci potremo attestare su lenze da 30 o 50, stiamo parlando di pescatori normali e non di fenomeni, per gustarci al massimo i momenti del combattimento.

La fase più impegnativa e delicata del combattimento con un grosso rostrato si ha quando il mate afferra il terminale, solitamente lungo, per avvicinare il pesce all'imbarcazione. Ci vuole esperienza, altrimenti può essere pericoloso.

Anche con questi pesci potremo optare per soluzioni diverse come la pesca con gli artificiali come quella con il vivo. Alla portata di tutti gli skipper, sempre di un certo livello comunque, è la pesca con gli artificiali, se vogliamo anche la più facile poiché basta battere le zone buone di pesca al momento giusto (vento, maree, presenza di pesce foraggio … tutte cose comunque che i vari skipper locali devono conoscere), avendo in acqua le esche appropriate come kona di medie dimensioni (20/30 centimetri di lunghezza e dalle teste non troppo grosse) ed aspettare che un rostrato le venga a visitare. Ottimi risultati li garantisce anche la traina veloce (7-8 nodi) effettuata con pesci morti come i ballyhoo, meglio ancora se montati in combinazione con octopus vinilici o piccoli kona a testa morbida, oppure le strisce di pancia (belly strip) di bonito , se non abbiamo a disposizione bonito anche altri pesci possono fornirci le giuste esche, anche esse montate in combinazione con kona o octopus. Tutte queste esche e relativi montaggi funzionano un po’ ovunque. In alcune aree, specialmente quelle dell’America centrale è molto praticata anche la pesca ai vela e agli striped marlin con le esche vive. In pratica si trainano lentamente sugarelli, sgombri, sardine o altri piccoli carangidi, oppure si pescano a vista, lanciando le esche una volta avvistato il pesce. Queste esche sono montate quasi sempre con ami circle per facilitare la ferrata del pesce da parte del pescatore.

Kona grandi e piccoli - I kona si trovano in una miriade di combinazioni di colori, la fantasia dei produttori passa in rassegna tutto l’arcobaleno, si impossessa della tavolozza di decine di pittori e si sbizzarrisce con variazioni olografiche, pajettate o stile addobbo natalizio con filamenti iridescenti, dorati argentati e chi più ne ha più ne metta. Stando sul concreto possiamo dire che vi sono alcuni colori, alcune combinazioni di essi o particolari tonalità che sembrano dare maggiori risultati in quanto a numero di attacchi. Il fatto più interessante da notare è che queste tonalità di colore sono molto spesso profondamente diverse proprio come caratteristiche cromatiche: troviamo infatti assai catturanti esche dai toni viola e verde, argento e blu, bianco e rosa, bianco e blu, nero e viola, nero e rosa, rosa, rosso, giallo, verde brillante …. Come si può ben notare le variazioni cromatiche che possiamo impiegare sono moltissime e ognuno di noi ha le sue preferite, nelle quali crede ciecamente: e così deve essere. Per i grandi marlin si impiegano normalmente kona con il diametro della testa da mm 30-35 e 40, per i pesci vela e marlin bianchi si usano esche un poco più piccole, 16-18-20 millimetri.

La pesca notturna del pesce spada, sia con esche naturali come artificiali, è praticata in tutti gli oceani del mondo. Risulta particolarmente redditizia nelle zone tropicali e sub-tropicali. Ma anche qui, come mostra Edoardo Civita, nel Mediterraneo.