Ricciole col Tonnetto

I più alti livelli della pesca sportiva superano il concetto di calare in mare un’esca per prendere un pesce. Oggi, la tendenza, almeno per chi è in grado di farlo, è quella di calare quell’esca per prendere quel pesce.

Un pescatore che esce a traina con il vivo, e prende una ricciola, è un bravo pescatore; un pescatore che esce a traina alla ricciola e prende una ricciola, è ancora un’altra cosa. La pesca alla ricciola intesa come traina con esca viva, può essere descritta come una ricerca selettiva e univoca; un set up calato in acqua per lei, è efficace per lei e per nessun altro pesce.

La ricciola
Pelagico, padrone incontrastato delle secche del medio fondale del Mare Nostrum, la ricciola è un pesce estremamente diffidente, che richiede una tecnica affina, soprattutto se l’animale è di grandi dimensioni. Nei mesi invernali l’esca principe per la traina col vivo è il calamaro; cefalopode che riassume le abitudini alimentari di gran parte dei nostri predatori, soprattutto se trainato nei pressi del fondo, dove, esclusi i tonni, tutti gli altri pesci cacciano in questo periodo. Nei mesi primaverili, estivi e autunnali invece, le grandi ricciole costeggiano i bordi delle secche, e si staccano molto dal fondo, alla ricerca delle prede a loro più gradite: aluzzi, grandi sgombri e, regina di tutte le esche per la ricciola, il tonnetto.

Il tonnetto
Per tonnetto intendo tutti quei piccoli pelagici di passo che in primavera e autunno si avvicinano al sotto costa, soprattutto dalle mie parti nel nord Sardegna: palamite, alletterati e tombarelli. Credo fortemente che nella ricerca della ricciola di taglia, la qualità dell’esca corrisponda al 90% del gioco, mentre solo un 10% possiamo imputarlo alla conoscenza dello spot e alla tecnica.

“Credo fortemente che nella ricerca della ricciola di taglia, la qualità dell’esca corrisponda al 90% del gioco, mentre solo un 10% possiamo imputarlo alla conoscenza dello spot e alla tecnica.”.

L’esca
La palamita e l’alletterato sono decisamente le mie esche preferite: specchiano e fanno colore, vibrano, ma soprattutto velocizzano il nuoto in modo quasi spasmodico quando si rendono conto dell’arrivo del predatore, motivandolo ancora di più all’attacco. Dalle mie parti queste esche si reperiscono trainando piccoli minnow poco sotto al pelo dell’acqua, a una velocità compresa tra i 3 e i 4 nodi. Trattare questi pesci e innescarli è tutt’altro che scontato: hanno bisogno di un’elevata ossigenazione e resistono poco, fuori dall’acqua e alle ustioni causate dalle nostre mani. Il modo migliore per tenerli vivi è il sistema dei tuna-tube, anche se, per quanto di qualità possano essere, un’esca calata fresca senza essere passata per tubi del vi- vo, è sempre un’esca più vitale e performante. Perciò la sfida si fa doppia: dovremmo prendere l’esca nei pressi della secca o zona che poi vogliamo battere, recuperarla nel minor tempo possibile per non farla stancare, innescarla con tutta fretta, e trainarla a una velocità tale da mantenerla ossigenata, ma non troppo veloce da vincolargli eccessivamente il nuoto. Solitamente la velocità corretta si aggira tra i 2 e i 2,5 nodi: facile, no?!

L'alletterato, esca principe per la cattura di grosse ricciole, insieme alla palamita, il tombarello e il luccio di mare.

Terminale
Il terminale che utilizzo è di almeno 25 metri, dal piombo all’esca, e il sistema di affondamento è quasi sempre quello della spezzata: 400 o 500 g di piombo, frazionati sul sistema pescante, quindi piccoli piombi da 200 o 250 g distanti 30 m tra loro e applicati sulla lenza madre tramite semplici elastici, e lasciando poi in acqua circa 50 m di trecciato dopo l’ultimo piombo. Questo set-up con un trecciato dello 0,36, a una velocità di 2-2,5 nodi, permette alla nostra esca di lavorare ad una profondità di circa 30 m, quindi un quota ideale per ricercare la nostra regina su fondali di 50-70 m. Mi piace innescare i grossi alletterati con ami semi-circle, e innesco a catalina con ago e cotone cerato, per vincolargli il meno possibile i movimenti e mantenerli vitali il più possibile.

Pescatori coraggiosi
La pesca col pesce esca mirata alla ricciola è a mio avviso la pesca dei coraggiosi che sanno quello che vogliono e sono disposti a trainare ore e ore grosse esche a mezz’acqua, ai bordi della secca senza vedere una minima tocca; è la pesca per chi è consapevole del fatto che o prende lei, o non prende nulla.