Questione di Fisico

Nelle tecniche più pesanti il fisico aiuta il pescatore, ma se si bilanciano le attrezzature rapportandole alla nostra massa e si dosano le forze, potremmo ottenere dei risultati veramente impensabili anche se pesiamo soltanto poco più di sessanta chili.

In queste pagine, riprendiamo un articolo già pubblicato su Pesca in Mare ma ancora di grande attualità.

Nei nostri articoli, specialmente in quelli tecnici, parliamo spesso del bilanciamento delle attrezzature, canna, mulinello, filo, ma non prendiamo mai in considerazione il fattore umano e cioè il fisico del pescatore. Quando si impiegano attrezzature superiori alle 50 lb, le tecniche di pesca più faticose, come ad esempio il big game, oppure il vertical jigging praticato in acque profonde e con attrezzature destinate alle grandi prede o anche il popping estremo, delle acque tropicali, mettono a dura prova il fisico del pescatore. In effetti è così e a prima vista sembrano essere praticabili solo da coloro che hanno una massa muscolare importante o un peso corporeo adatto a sopportare determinati sforzi. In poche parole, determinate tecniche sembrerebbero ad esclusivo appannaggio dei pescatori che vestono taglie dalla XL in avanti e del tutto precluse a coloro che, come chi scrive, pesano a malapena sessantacinque chili, ma ciò non ci trova del tutto d’accordo. Quando la sfida con una grande preda avviene con attrezzature pesanti, è evidente che un pescatore alto un metro e novanta e che pesa cento chili potrà meglio sopportare lo sforzo prolungato del combattimento, piuttosto che se pesasse sessanta o settanta, ma non è detto che il pescatore di taglia più leggera non riesca a portare a termine combattimenti importanti: avrà comunque bisogno di una buona preparazione fisica per affrontare uno sforzo prolungato nel tempo; si dovrà aiutare con la tecnica dosando le proprie forze, senza sprecare energie in un inutile “tiro alla fune sempre e comunque”; e soprattutto dovrà impiegare un’attrezzatura adatta al suo fisico, alleggerendo il peso di canna e mulinello e, quando possibile, scegliendo direttamente, classi di lenza di minor libbraggio.

Stefano Della Villa e un bel dogtooth tuna, tonno dente di cane (Gymnosarda unicolor).

 L’idea - L’idea di scrivere quest’articolo ci è venuta scorrendo vari blog presenti in rete e dopo aver visto amici di “tutte le taglie” impegnati in combattimenti con pesci che li mettevano alla frusta. Vogliamo precisare che la nostra non vuole essere una mera polemica, ma un giusto ridimensionamento di alcuni concetti che si stanno diffondendo og-gi, naturalmente secondo un nostro modo di pensare, che può essere comunque condiviso o contestato in qualsiasi momento. Leggendo gli interventi di diversi autori, specialmente quelli di chi si dedica a tecniche tropicali estre-me, sembrerebbe che in alcune tipologie di pesca, quando si parla delle potenze di canne, mulinelli e trecce, tutto debba essere esasperato: canne come pali, mulinelli con drag oltre i 20 kg, trecce dai PE oltre le 110 libbre ed altro ancora. Ci sono delle situazioni di pesca che richiedono in effetti l’impiego di attrezzature esasperate e cioè quando siamo costretti a forzare i nostri avversari per evitare che prendano il fondo o nelle tecniche tropicali per impedire che guadagnino il reef, ma rispetto alle situazioni che siamo abituati ad affrontare normalmente, sono casi che possiamo considerare abbastanza sporadici e a volte addirittura inutili.

Anche in mancanza di un fisico possente, non è difficile una cattura importante, il “trucco” consiste nel saper bilanciare le attrezzature impiegate alle nostre possibilità fisiche.

 Frizioni esasperate - Sul mercato esistono oggi mulinelli, sia fissi come rotanti di contenute dimensioni, capaci di sopportare alti carichi di frenatura, quindi noi ne approfittiamo per montare fili, ma soprattutto multifibra, dai libbraggi elevati, che ci permettano di avere al tempo stesso una buona riserva di filo in bobina e delle garanzie di tenuta decisamente elevate. Visto che il filo tiene, impostiamo la frizione su carichi elevati, dieci, dodici, quindici chili, ma facendo questo sottovalutiamo alcuni aspetti tecnici: più alziamo il settaggio del drag più aumenta l’usura dei dischi della frizione e della componentistica meccanica del mulinello (pur eccezionale che sia); ogni canna è nata per sopportare determinati carichi di lavoro, se superiamo tale carico dobbia-mo essere disposti a mettere in preven- tivo una sua eventuale esplosione e ciò non accade solo quando il prodotto impiegato è di fascia media o economica, ma anche quando la canna costa fior di quattrini e… la colpa è nostra; serrare troppo la frizione può avere degli effetti del tipo: la canna ci può essere strappata dalle mani e… la canna si perde, in fase di combattimento ce la fa sbattere sul bordo della barca e… la canna si rompe, se il pesce ci prende in controtempo si rischia di volare in acqua (anche quelli bravi) e… se non cadiamo in acqua possiamo comunque scivolare e rischiare di farci male. A questo punto non diteci che stiamo esagerando perché quello che abbiamo appena descritto capita molto più spesso di quanto si possa immaginare. Alleggerendo il modo di pescare, a volte basta veramente poco, avremo quindi la possibilità di pescare in modo un po’ più rilassato, di stancarci meno e di goderci sicuramente di più la nostra eventuale cattura.

Ci sono delle situazioni di pesca che richiedono l’impiego di attrezzature esasperate e cioè quando siamo costretti a forzare i nostri avversari per evitare che prendano il fondo...

di Nicola Zingarelli

Esperienza docet - Mi sembra interessante il fatto che con l'avanzare dell'età si opti per lavorare più leggero, mi trovo in sintonia con Suzuki-san, anche se credo di essere un gradino più in basso in diversi aspetti: età, libbraggi e ovviamente esperienza di pesca. Quello che fa la differenza probabilmente non sono tanto i pesci ma i luoghi dove si pescano. Un GT di 60 kg allamato in un posto tipo le Maldive o le Andamane ha buone probabilità di soccombere a un freno leggero e una treccia di 50 lb, mentre un GT di 25 kg attaccato sui reef della oramai vietata Midway lo devi tirare fuori con trecce da 130 lb e frizione a stecca. Beentheredonethat! Quando ho cominciato a pescare pesante nel tropico, una parte di quelli che lo fanno adesso stavano finendo il liceo o cercando spigole. Per molti europei il massimo in quel momento erano le Zenaq o le Red Carp di Dpsg e si usavano trecce da 65 lb o al massimo 80 lb. John Peluffo sparava bordate con un prototipo potentissimo di Italcanna da 3 metri e 30, ma filo, leader e ami rimanevano gli stessi. C'erano i francesi che spingevano “sull’extreme" ma nel resto d'Europa si rimaneva più tranquilli. Pesci se n'é presi, anche grandicelli, e anche se poco a poco sono cambiate le attrezzature, probabilmente migliorando molto la qualità, alcuni di noi sono rimasti in una specie di "soft zone", senza trovarci nella necessità di dover appesantire il tutto sia perché non ne abbiamo avuto voglia, e poi perché non ne abbiamo avuto la necessità. É ovvio che chi cerca i GT da più di 50 kg gioca pesante, però mi chiedo se é una necessità personale o una strategia dettata dalla situazione… 

di Stefano Della Villa

Qualche consiglio da un medico pescatore - Un grosso pesce in canna è un’emozione unica. Tutti i tuoi sensi sono concentrati nell’azione perché, dall’altra parte della lenza, il tuo avversario ti fa sentire la tua forza e, di fianco a te, i tuoi compagni di barca ti urlano nelle orecchie consigli contrastanti che ti fanno solo crescere l’ansia di perdere la preda. Devi gestire nello stesso tempo loro, il pesce e il tuo fisico che inizia a sentire il peso della fatica. Più il pesce è grosso più tutto questo si dilata nel tempo. I trucchi da adottare sono fondamentalmente tre. Il primo consiste nell’utilizzare in modo coordinato tutti muscoli del tuo corpo, il pesce sta facendo altrettanto nel suo ambiente naturale e tu non puoi essergli da meno. Usa i muscoli delle gambe, flettendoti sulle ginocchia mentre recuperi filo ed estendendoti mentre sollevi la canna per pompare il pesce verso la superficie. La schiena è sempre la parte che soffre di più. Cingolo scapolare e muscoli del braccio aiutano, ma chi sa usare bene gambe e schiena riesce, con movimenti coordinati, a contrastare il pesce più efficacemente. Il secondo consiglio consiste nel riposarsi quando il pesce ve lo permette. Lui fa altrettanto e questa è una sfida nella sfida. Vince chi sa riposarsi meglio, quando il suo avversario glielo concede. Passa la canna nell’altra mano, buttati indietro con il peso e rimani fermo così a respirare con calma, sciogliendoti il braccio che hai appena sovraccaricato contrastando una fuga. Fai due, tre belle inspirazioni e espirazioni e approfittane per rilassarti. Se lo fai bene la mente ti si schiarisce e riparti con nuovo vigore. Ultimo consiglio, usa l’acqua per raffreddarti e reidratarti. In un combattimento con un grosso pesce sotto il sole, l’acqua è un elemento essenziale che ti permette inoltre di raggiungere un doppio obiettivo: da una parte ti fa sentire meglio, dall’altra distrae i tuoi compagni di barca che per un attimo smettono di importunarti con i loro consigli e si concentrano sulla bottiglia d’acqua che gentilmente… ti vuotano in testa e ti portano alla bocca. Si vince anche così.