Poldino a Foxi

Poldino a Foxi

Ho sempre protetto le mie fonti, non sopravvivi altrimenti in questo mestiere. Ma vi posso assicurare che, questa volta, i miei agganci non hanno avuto bisogno di protezione e adesso vi chiarirò il perché. Nella pesca e nel surf casting in particolare, la diffidenza regna sovrana. Chi conosce e frequenta uno spot assiduamente e ne scopre le potenzialità, tende a custodirlo e nasconderlo agli altri. Vi assicuro che questa diffidenza è esagerata. Una spiaggia che si dimostra pescosa un giorno, il giorno seguente o solo dopo poche ore, spesso non lo è più. Cambiano le condizioni del mare, il meteo, l’influenza della marea… Quindi chi si reca in un luogo solo perché alcuni giorni prima l’amico lì aveva fatto la pescata da sogno, quasi sempre rimane con la bocca asciutta. È vero però che alcuni luoghi hanno delle caratteristiche che li rendono sempre più pescosi rispetto alle spiagge circostanti. Basta la presenza di una foce, un piccolo porticciolo turistico o altro per creare le condizioni adatte a una pesca fruttuosa. E se è vero che in Sardegna gli amanti del surfcasting sono attratti dalle spiagge occidentali, con le immense distese di sabbia e le onde prodotte dal frequente maestrale, anche vicino ai grossi centri urbani esistono piccoli spot che da sempre sono garanzia di successo, con i giusti accorgimenti.

“Foxi è uno spot isolato, per certi versi squallido e abbandonato. La presenza di noi pescatori potrebbe valorizzarlo e renderlo più sicuro”.

Tra sabbia e posidonia
Chi mi chiama, per informarmi di una bella cattura, e mi chiede di immortalarlo con il trofeo ancora guizzante, sa che manterrò il segreto, una reputazione che ho costruito in lunghi anni di incontri con i più bravi e selvaggi pescatori dell’isola. Ma questa volta, quando mi è arrivata la notifica sul cellulare, il cuore si è raggelato. Un messaggio mi informava in modo secco: “Tieniti pronto”. Il momento era arrivato. Da tempo sentivo parlare di un luogo dove pescano orate, tante orate. Come nessuno sta pescando! Bonaccia e caldo hanno stravolto l’autunno… e poi la pandemia… Un mio informatore mi aveva promesso un incontro con la crew dei Gam. “Attento Fede, questi non scherzano! Gli sputtani il posto e ti ritrovi a fare da pastura ai muggini.”. La Gam è la più influente e crudele crew di surfcasting a Medellìn (Quartu Sant’Elena). Il loro capo si fa chiamare Poldino, ma attenzione non fatevi ingannare dal nome: è spietato e crudele. Nessuno a Medellìn pesca senza il permesso del Poldino. Mentre mi preparo, ecco che squilla il telefono, numero sconosciuto. “Scendi, fai veloce”. In un attimo mi ritrovo in un furgone, incappucciato e legato, musica cubana a palla e via. Sfrecciamo per le strade di Medellìn, ogni buca per me è un sussulto, loro ridono…. “Senti Melis, te lo dico una sola volta. Oggi ti portiamo in paradiso. Vedrai tante orate come non ne hai mai viste”. A parlare, con voce calma, bassa, ferma, è Poldino. “Tu fai le tue foto, ti porti a casa il tuo scoop e poi sparisci. Perché è un attimo, sai quanti dal paradiso si sono ritrovati all’inferno?”.  Uomo avvisato… Il furgone si arresta, mi fanno scendere, sento il rumore familiare del mare, mi sento meglio. “Hola Chicco!” mi saluta il mio informatore. Mi guardo intorno. In acqua ci sono una decina di canne, i cimini illuminati dalle lampade di alcuni membri della crew. Lo spot non è una vera spiaggia, più un misto di sabbia e pietre che continuano anche in mare. In lontananza vedo le luci cittadine, il traffico assurdo di Medellìn. Ma qui non arriva alcun rumore, siamo isolati. Se urlassi mi sentirebbero solo i sassi. A trenta metri da riva scorgo alcune pozze chiare, le osservo. Dal furgone scende lui, Poldino. Noto subito che Poldino adesso è affabile, chi non lo è a pesca?! Mi sorride e vedendo che guardo le pozze chiare mi dice: “Hai capito gringo? Pozze di sabbia circondate da posidonia e rocce! Se sbagli e lanci sulle alghe…bye bye paratura!” e ride divertito, il sadico. Poi si avvicina e quasi sottovoce mi fa: “Ma se sai lanciare, non dico solo lanciare dritto, cabron!” e mi dà una manata alla spalla. “Dritto e alla giusta distanza, devi centrare la sabbia. Entiendes?”. Io annuisco. Ora mi afferra. Non capisco, forse ho detto e ho fatto qualcosa di sbagliato. Mi trascina vicino al cassone di un pescatore che per tutto il tempo mi darà le spalle. Poldino solleva il coperchio.

Ok, è finita, adesso estrae un’arma e mi fa fuori. Lui mi sorride, sadico e … “ecco la paratura che si usa qui” mi fa. “Un solo amo, bracciolo in fluorocarbon, lungo almeno un metro. Deve stare giù, tutto a fondo. Capisci adesso? Se sbagli lancio e finisci sulle alghe o le pietre, addio paratura”. Ma d’altronde se metti il bracciolo alto non mangiano le orate, gli rispondo io. Il tizio di spalle mi avverte senza mai girarsi: “Quando parla Poldino tu stai zitto, entiendes?”. Per fortuna una canna si piega e mi tira fuori da questo impiccio. Tutti i membri della Gam si radunano intorno al pescatore che inizia il recupero, la canna tenuta alta per evitare che il piombo si incastri accidentalmente. Una bella orata raggiunge la crew a riva, è festa, è birra. “Hai visto cabron? Ecco le tue foto!”. Dopo aver chiesto il permesso, mi avvicino al pescatore che ha fatto la cattura e gli chiedo delle esche: granchio suppongo…. “No Chicco, qui premia il bibbone. Non chiedermi perché, ma è la prima cosa che impari quando peschi a…” si interrompe, per poco mi svelava lo spot. Un’ombra di paura vela gli occhi del ragazzo che si eclissa. Il Poldino lo grazia, per questa volta. Un’altra cattura ravviva il clan. Il tempo di uno scatto di gruppo e mi calano nuovamente il cappuccio sul capo. Time it’s over, il mio tempo a Medellìn è terminato. Prima di lasciarci pongo un’ultima domanda a Poldino. Ma Gam, cosa significa? “Gli amici e il mare, Chicco, la pesca ci unisce, a vita”. Sarà pure difficile vivere a Medellìn, per certi versi pericoloso, ma ogni tanto, nel buio di uno spot appartato la magia della pesca si rinnova, anche grazie a ragazzi come Poldino.