Piscinas - Spiaggia da Coxinas

Piscinas - Spiaggia da Coxinas

Marco Machis, nato A San Gavino il 17 marzo del 1987, ma Villacidrese a tutti gli effetti. Si definisce “un pescatore di montagna”, data la collocazione geografica del paese di residenza. Ha iniziato a pescare relativamente da poco ma, grazie alla simpatia contagiosa e alla presenza assidua alle gare, si è fatto subito voler bene nel panorama isolano. Modesto anche se di certo non timido, Marco è in grado di descrivere una situazione in due parole, sempre in modo ironico. Lasciamo che sia lui a presentarci una delle spiagge più importanti per il mondo del surfcasting: Piscinas.  
Quando hai iniziato a pescare?
Ho iniziato ad andare a pesca per puro caso e solo grazie a Erika, mia moglie. Era il 2006, eravamo ancora fidanzati e lei decise di passare una giornata diversa, a pesca. Penso che maledica quel giorno abbastanza spesso! All’inizio andavo solo o con amici, curiosi come me e non veri appassionati. L’incontro con il mio compagno di pesca abituale, Andrea Curridori, è stata la svolta.
Subito surfcasting?
No. La prima vera passione è stata la pesca dai moli e le aree portuali. Per noi era diventata una vera ossessione la ricerca dell’orata. Ci procuravamo prima l’esca e cioè i granchi. Poi iniziavamo la vera battuta di pesca,  4 canne a testa, tutte innescate col granchio e sessioni da 12 ore… et voilà, ci siamo davvero appassionati. Non sono mancate le soddisfazioni, con belle catture e tante risate. Ma, mancava qualcosa… In quel periodo compravo molte riviste di pesca e saliva la curiosità per quella “mitica” tecnica dalla spiaggia, il surfcasting. In pratica sono arrivato al Surf spinto dalla curiosità… Ciò che più mi attraeva e mi incuriosisce ancora è lo studio dello spot, del mare, delle condizioni meteo; la tecnica di lancio, quella di pesca; fare le scelte giuste al momento giusto; e soprattutto sviluppare una grande esperienza, notte dopo notte. Un vero stimolo per migliorarsi.
Sei tesserato ad una società di pesca?
Il Coxinas è la società del mio paese, Villacidro. I ragazzi del Coxinas mi hanno accolto subito portandomi nel mondo del surf e delle gare. Il Coxinas è la società che mi ha dato fiducia, dandomi un ruolo importante al suo interno nonostante fossi praticamente un neotesserato. Ho un rapporto molto forte con la mia società di appartenenza e mi auguro di vestire solo i nostri colori. Solitamente quando si cambia e perché non è andato bene qualcosa, e al momento non voglio nemmeno pensarci.
Da quando fai gare?
Da subito.  Il confronto con gli altri pescatori è una cosa bellissima. Come sono tantissimi i rapporti di stima e amicizia che si creano nell’ambiente dell’agonismo. Sui risultati c’è tanto da lavorare. Ma almeno ci proviamo…Che tipo di tecnica preferisci? Surf pesante, alle orate, ai saraghi, spigole col vivo...

C’è una tecnica alla quale sei più legato?
Surf pesante, tutta la vita! È una vera “schiuma”. Mi piace affrontare il mare cazzuto, con piombi importanti, alla ricerca della preda di taglia. È una tecnica severa, che non perdona. Ma quando premia, il brivido ripaga i sacrifici che comporta. In seconda battuta, ammetto di amare anche il beach ledgering, soprattutto nella stagione estiva. Diciamo che tutte le tecniche che prevedono sabbia sotto i piedi sono gradite.
Che attrezzi usi: preferenze su azioni di pesca di alcune canne?
Sulle attrezzature non ho esigenze particolari. L’unico mio desiderio è la robustezza. Mi spiago: se devo spingere di più il lancio, mettere grammature particolarmente importanti, o togliere 10 kg di alghe, l’attrezzo mi deve garantire tranquillità.
La domanda sembra superflua, peschi più in solitaria o in compagnia?
Non esco quasi mai da solo. La pesca per me è soprattutto due cose: avventura e condivisione. Infatti Andrea Curridori è storicamente il mio compagno di pesca, anche se negli ultimi anni ho trovato grande feeling con il “presidente” Andrea Loru. Ma quando esco con qualsiasi compagno del Coxinas, la battuta è festa.
Parlaci delle spiagge che prediligi
Sono un ambulante, conosco tanti posti ma penso che sia impossibile conoscere alla lettera uno spot; cambia in continuazione (e questo è il bello…). Non credo di essere in grado di dare una descrizione accurata di una singola spiaggia. Giro tanto, non mi piace fare “la muffa” in una spiaggia. Negli ultimi anni ho scoperto il paradiso del Nord Sardegna e rivalutato la costa e sud est.  Però la mia spiaggia preferita per una serie di motivi e per primo perché ci ho mosso i primi passi e sicuramente la splendida Piscinas.

I segreti di Piscinas
Alta energia con un fondale misto. Questi sono i presupposti fondamentali per capire le potenzialità di questa spiaggia. Maestrale e libeccio sono i venti principi e la conformazione del fondale, alto e con sabbia morbida, permette di restare in pesca anche in situazioni al limite. Il litorale è immenso, oltre 3 chilometri sino alla prima roccia a sud. Solitamente batto le zone che vanno dall’estrema destra della spiaggia (la parte più settentrionale), la zona frontale allo stabilimento “Le Dune” e la sinistra dell’ex molo. Questo spot è indicato soprattutto se capito in una fase di mareggiata costante o nelle prime fasi di scaduta con moto ondoso importante. All’estrema sinistra si estende quella che per tutti è “la magica seconda”. È una spiaggia separata dalla principale da un promontorio che a seconda delle mareggiate può arrivare sino al mare. Qui è davvero difficile arrivare, non ci sono strade e bisogna camminare. Personalmente ci sono andato solo una volta per un “Big Fish”. La camminata con attrezzatura è davvero dura, anche se i racconti dei pescatori più esperti danno un aura leggendaria a quel tratto di arenile. Piscinas regala il meglio di se in Primavera. Da metà Febbraio a Maggio l’incontro con saraghi maggiori di grande taglia e catture multiple sono marchio di fabbrica, ma anche le orate fanno capolino. Seppia, cannolicchio, gambero e bibbone sono le esche che la fanno da padrone. In Inverno ci sono le immancabili spigole, mentre in autunno, oltre ai soliti saraghi e orate (rigorosamente in condizione…), si può fare incontro con lecce stella di grosse dimensioni, anche se, negli ultimi anni, la presenza massiccia di pesci serra ha comunque inciso sullo stock di  grufolatori. Infatti dai primi mesi dell’estate, il predatore pelagico prende possesso delle acque fonde di Piscinas. La taglia media dei serra si è notevolmente abbassata negli ultimi anni, ma questo è un fenomeno che si riscontra in tutte le spiagge della Costa Verde. Il serra non scompare in inverno, ma la sua presenza e meno soffocante anche se ormai è quasi normale vedere catture invernali.
Hai una cattura particolare a cui sei più legato?
Le cattura che ricordo con più piacere a Piscinas sono davvero recenti. Venerdì 08 Febbraio, complice una bella scaduta di maestrale, ho deciso di andare a pesca nelle prime ore del pomeriggio. Abbiamo trovato un mare che in gergo definirei “gigante”. Mi sono piazzato a un centinaio di metri alla sinistra del molo. Mare perfetto per fare saraghi, ma dato il periodo, ho innescato anche un paio di muggini vivi alla ricerca della spigola. Al primo lancio la corrente forte mi ha portato le lenze… a Scivu. Ho dovuto recuperare tutto e iniziare da capo. Non demordo e riarmo una canna con il muggine, accompagnata da una sfera da 175 grammi.  Pochi minuti dopo, nuovamente lenza a terra, solo che questa volta dietro attaccata al pesce esca ho trovato una spigola da 1,5 chili. Carico a mille, ho rimontato una seconda canna, zavorrata con una piramide da 200 grammi. L’ho lanciata appena oltre il gradino di risacca, nella schiuma a un passo da riva. Pochi minuti e ho visto la partenza in diretta! La cattura ha richiesto qualche minuto di combattimento; infatti, saltare il gradino di Piscinas in “condisurf“ è abbastanza arduo data l’altezza dello scalino. Ma finalmente ho raccolto una splendida spigola da 2,2 chili. Nel contempo è arrivato Andrea Loru a farmi compagnia, ma con l’avanzare delle ore e della scaduta abbiamo raccolto solo un’oratella da mezzo chilo e pesciolini fuori misura. Ma il surf è anche questo. Ore e ore di combattimento e sacrificio per poi nel momento meno atteso portare in battigia la preda da copertina.