Piombi, non sono solo Pesi

Piombi, non sono solo Pesi

Quando si arriva in spiaggia per trascorrere una piacevole notte di surfcasting, il primo atto è quello di scaricare tutta l'attrezzatura dal bagagliaio dell'auto. Soffermandosi sulla pura attrezzatura da pesca (e tralasciando quindi sedia, tenda, sacca con indumenti extra, fornellino, birre, caffettiera, sac-co a pelo, secchi e secchielli…) l'indispensabile per condurre un'adeguata azione di pesca trova spazio in due fondamentali “contenitori”: una lunga sac-ca, abbastanza capiente da  contenere le canne con i picchetti e il cassone, utile per trasportare e proteggere al suo interno i mulinelli, le bobine di ricambio, fili, ami, minuteria e piombi. Il pescatore organizzato, se sa di dover traslocare l'intero corredo per parecchie centinaia di metri, spesso su di un terreno cedevole come solo la sabbia sa essere, si attrezza con un carrellino su cui carica tutto. Il carrellino compie il grosso del lavoro ma comunque il pescatore è costretto a spingerlo, tirarlo, guidarlo e questo non avviene senza sforzo. Altrimenti, simile a un cavaliere medievale con la sua goffa e pesante armatura, lottando con la frizione degli spallacci, il coraggioso surfcaster si sobbarca tutto il corredo sulla povera schiena, il tempo necessario per raggiungere lo spot scelto. Il peso dell’attrezzatura diventa quindi un fattore da non trascurare quando organizziamo un’uscita a pesca. Tanto è dura e faticosa la penosa attraversata dalla macchina alla spiaggia (e ancor più straziante quella dalla spiaggia alla macchina al ritorno…) che alcuni appassionati hanno abbandonato a priori l’opzione su alcuni spot: “No, Scivu no! Lo so che ci sono le condizioni, ma quella salita infinita…”; e ancora “Cosa? Porto Ferro? No, che poi per trovare il settore giusto bisogna andare tutto a destra, sei matto?”. Sono sicuro che vi verranno in mente decine di esempi simili. Insomma, se vogliamo spostarci per trovare il posto giusto al momento giusto, dobbiamo razionalizzare i pesi. E allora adesso parleremo di zavorre, dei piombi da pesca, da scegliere con attenzione perché ogni mare necessita dei giusti pesi ma non possiamo portarci dietro sempre chili di piombo. È la schiena che ce lo chiede! Partiamo dai due motivi per i quali nel surfcasting si usa un piombo: lanciare e restare fermi sul fondo. La situazione è la seguente: abbiamo studiato le condizioni meteo e in base a queste abbiamo scelto la spiaggia; di conseguenza abbiamo infilato nella sacca le canne che speriamo diano il massimo nelle condizioni che andremo a trovare; quale filo utilizzare in bobina, travi, finali e esche sono state scelte arrivate di conseguenza. Il nostro ragionamento in stile domino ora ci porta alla scelta finale: che zavorre portare, tra le tonnellate di piombo che occupano l’angolo della cantina dedicato alla pesca? Avrò bisogno di lanciare lontano? Le previsioni annunciano una grossa mareggiata? Ci sono rocce, oppure la sabbia tende ad inghiottire le pesanti zavorre? Ognuna di queste domande ha come risposta una tipologia di piombo; vediamo come selezionarli velocemente.

 

Una zavorra all round
L’ho scritto così, ma dovremmo aggiungere il punto interrogativo. Esiste una zavorra adatta a tutte le condizioni di mare e di fondale? La risposta secca è no, però ci sono alcune tipologie di zavorre che trovano una fortunata applicazione nella stragrande maggioranza dei casi. Detto che non esiste un piombo delle meraviglie, da usare sempre, per fortuna alcune forme mostrano la capacità di unire doti di lancio e tenuta. È il caso della fortunatissima serie Sportenn di Fonderia Roma. La forma è allungata, più stretta e conica vicino all’occhiello d’attacco al trave e con un maggior volume nella parte frontale, a forma di cuneo. Lo Sportenn vola lontano, aiutato dalla distribuzione del peso verso la punta e dalla buona aerodinamica. In pesca si comporta egregiamente; lo “scalino” che caratterizza la parte centrale del piombo offre un’ottima presa sul fondo sabbioso. Non teme gli incagli anche se sono altri i piombi che minimizzando questo problema. L’ampio ventaglio di pesi disponibili rendono lo Sportenn una zavorra poliedrica. Quando il mare è calmo o appena formato, i modelli dai 75 ai 150 grammi soddisfano tutte le esigenze; modelli da 175 e 200 grammi sono in grado di tenere condizioni di mare importante. Ma per quello che molti chiamano “il vero surfcasting”, dobbiamo orientarci su opzioni più specifiche.

 

Un peso che tenga
Sfere o piramidi? Due scuole di pensiero a confronto, due forme che hanno fatto la storia di questa tecnica. I piombi a palla hanno una forma liscia e regolare, da preferire nel lancio rispetto alle piramidi. Una volta in acqua, la turbolenza li trascina solo nella prima fase, con un rotolamento che subito si trasforma in lento ma costante insabbiamento. “Ci pesco con i palazzi” è la classica affermazione di chi li adora, dove i palazzi sono le onde immense… Di contro c’è la stessa caratteristica che abbiamo già descritto: si affossano subito e richiedono, da parte del pescatore, un’azione costante sulle canne, pena la perdita di tutto il trave. Le piramidi, quelle vere, non si trovano in Egitto ma nelle nostre spiagge! La forma a piramide non aiuta nel casting e quindi useremo questi piombi quando il target è raggiungibile con un lancio non troppo esasperato. Ma a loro vantaggio hanno una tenuta pazzesca che li rende, ad esempio, compagni insostituibili per i pescatori specializzati nei saraghi, tra schiuma, turbolenza e forti correnti. Negli anni, come tutta l’attrezzatura, anche i piombi hanno avuto una naturale evoluzione, ben visibile nei modelli a piramide. Alla classica forma a base quadrata (in origine era triangolare) si sono aggiunti modelli con occhiello sfasato, doppia piramide o ancora con le superfici laterali scavate; tutte soluzioni pensate per aumentare la tenuta, già superba e per tentare (operazione ardua…) di migliorare l’azione di volo. Una variante molto comune sono le piramidi con astina long tail. Il long tail è presente in molti modelli di piombi, ma nelle piramidi assume un significato importante. Infatti, la maggior lunghezza dell’asta evita l’accidentale cappottamento della piramide, garantendo una sicura tenuta. Esiste poi una via di mezzo tra sfere e piramidi; sono i coni, piramidi a base circolare. Pur avendo un buon successo tra gli appassionati dobbiamo ammettere che il cono “non vola e si affossa subito”, unendo i due punti deboli di piramide e palla. Fin qui la tenuta...

Piombi in passata
Abbiamo accennato agli amanti della pesca ai saraghi, con mare molto mosso e corrente. In questo caso è utile provare la pesca in passata. Si utilizza una zavorra sottodimensionata, in modo che la corrente la trascini. La passata permette di sondare un ampio tratto di mare. Servono due cose: spazio e piombi adatti. Lo spazio è necessario per evitare che le lenze, trascinate senza controllo, finiscano per intrecciarsi. Come piombi si utilizzano modelli lisci e allungati, con libbraggio scelto sul momento. Infatti non dobbiamo scendere troppo col peso, ma il tanto che basta a far muovere le nostre esche lentamente. Se però crediamo che i pesci nuotino lontano da riva, abbiamo bisogno di proiettili.

Lontano da riva
Largo alle ogive! La forma a proiettile è quella che evidenzia il miglior Cx (coefficiente di resistenza aerodinamica) e quindi si fa preferire quando il vento frontale ci limita la gittata o più semplicemente vogliamo ampliare la nostra latitudine di “tiro”. Esistono ogive dalla forma più o meno allungata e con i fianchi più evidenti; talvolta assomigliano a pesanti supposte, altre volte sono corte, simili a proiettili di pistola. Una variante simmetrica è il piombo a oliva, sia con occhiello che forata e quindi adottata per la pesca con paratura scorrevole. In generale i piombi ad ogiva e le olive non hanno una gran tenuta al mare mosso. Sono da utilizzare con mare quasi calmo, condizione che ci permette di aprire una doverosa finestra sulle zavorre “attrattive” e colorate.

Le luci della notte
Abbiamo detto che lancio e tenuta sono le due caratteristiche rilevanti, comuni alle migliori zavorre. Ma ultimamente, specie nella pesca ai grufolatori, ha trovato spazio una nuova tipologia di piombi che regalano una terza proprietà: sono belli e lucenti. I piombi plastificati, sono rivestiti con un materiale che può essere fluorescente o più semplicemente sono colorati: bianco, giallo, verde e rosso sono i colori più gettonati. Chiaramente il rivestimento può essere applicato a una qualsiasi forma ma la logica suggerisce che questa opzione non avrebbe molto senso su piramidi o affini, zavorre che si impiegano con mare mosso e quindi con visibilità pressoché nulla. Modelli come il C1 Bomb fosforescente, sempre di Fonderia Roma, hanno un’ottima risposta al lancio e sono ormai un must per gli agonisti che sfruttano le deboli e persistenti sfumature di colore sui piombi nel tentativo di attrarre i pesci vicino alle esche. La scelta del colore è molto personale, dettata dall’esperienza.

 


La scelta finale
Sulla base di queste informazioni, non dovrebbe essere difficile scremare il “parco piombi” al momento di stabilire quanta e quale zavorra portarsi in groppa. Ad esempio, adesso che andiamo verso la bella stagione estiva, con condizioni stabili, poco mare e in più la balneazione ci porta a pescare solo di notte, lasciamo a casa palle e piramidi, preferendo una manciata di Sportenn, qualche ogiva per sondare le fasce più lontane e un buon assortimento di piombi “colorati”. E vediamo di trasformare quei chili in meno di bagaglio all’andata in qualche chilo in più di prede al ritorno.