Piombatura Frazionata

Piombatura Frazionata

di Giovanni Grimaldi

La traina di fondo da sempre ci regala le emozioni più belle e la preda più frequente in assoluto è il dentice, un pesce molto aggressivo che mangia di tutto e che attacca spesso solamente per istinto territoriale. Per portare le nostre esche in prossimità del fondo ci sono svariate tecniche. Possiamo farlo con l’affondatore (downrigger), con il filo piombato, con il monel, con lo stim o altri piccoli affondatori idrodinamici, con il piombo guardiano e con la piombatura frazionata. Per non dilungarci troppo concentriamoci proprio su quest’ultima, par- ticolarmente indicata per la traina con esche artificiali.

Piombatura frazionata
È una delle tecniche di affondamento più antiche che oggigiorno, grazie soprattutto all’evoluzione delle lenze di tipo multifibre e dei piombi a sgancio rapido, ci consente di ottenere ottimi risultati. Le prime, grazie alla loro struttura caratterizzata dal mantenere diametri sottili e carichi di rottura elevati, oltre naturalmente al grado di elasticità quasi nullo, consentono di affondare di più rispetto a un nylon di uguale carico di rottura e i piombi, studiati appositamente per questa tecnica, hanno raggiunto livelli di idrodinamicità ed affondamento incredibili. Sono ottimi gli Agua’J della Fonderia Ro-ma, prodotti in svariate grammature comprese tra 50 e 1000 grammi, e dotati di una fascia di neoprene inserita all’interno delle asticine di aggancio e sgancio che preservano l’integrità del-la lenza. Useremo preferibilmente can-ne da 12-20 libbre, preferendo quelle più sensibili e con una riserva di potenza, e mulinelli di misura compresa tra il 2,5/0 e il 4/0. In bobina, a seconda delle preferenze, metteremo nylon o multifibre, sempre cercando di mantenerci in un range di libbraggio il più possibile vicino a quello della canna. In linea di massima, la piombatura frazionata è preferibile quando si deve pescare con esche artificiali in corri- spondenza di acque molto trasparenti e fondali compresi tra pochi metri e fino a 25 circa. Ecco schematicamente quali sono i fattori principali che determinano il maggiore o minore affondamento del nostro complesso pescante. La velocità di traina, il tipo di esca, il tipo e il diametro della lenza madre, il peso e il tipo di piombo a sgancio rapido, la distanza dall’esca alla quale vengono posizionati i piombi e la direzione di avanzamento dell’imbarcazione. La velocità di traina è inver- samente proporzionale all’affondamento dell’esca. Cioè la stessa esca affonda di più a velocità minori ed af- fonda di meno a velocità maggiori. Per quanto riguarda le esche, concentriamoci sui minnows. Ci sono quelli affondanti e quelli non affondanti. Con- sigliamo di usare all’inizio minnows non affondanti in modo da rendersi conto più rapidamente delle quote di affondamento. Dopo aver acquisito una discreta esperienza, potremo usare i minnows affondanti aggiungendo nei calcoli le proprietà di affondamento intrinseche dei minnows. Il tipo e il diametro della lenza madre hanno pure la loro importanza. I fili di tipo multifibre affondano un po’ di più dei fili di nylon e, a parità di materiale, una lenza di diametro minore affonda di più rispetto ad una di diametro maggiore. Per quanto riguarda i piombi a sgancio rapido possiamo affermare che il peso e l’idrodinamicità sono i fattori che condizionano il maggiore o minore affondamento. Maggiore o minore affon- damento che, a parità di peso utilizzato, può variare a secondo del numero e della disposizione dei vari piombi lungo la lenza madre. Quando trainia-mo, per passare sugli spot migliori, saremo costretti a fare delle virate. Se viriamo gradatamente le variazioni dell’affondamento della nostra esca saranno irrisorie ma se la virata è stretta tutti i piombi tenderanno ad affondare più del solito e, se si traina molto vicini al fondo, la nostra esca potrebbe incagliarsi sullo stesso. Viriamo gradatamente, all’incirca di 10 gradi ogni 20-30 secondi. Se si è obbligati a virare repentinamente per non incagliare sul fondo, si dovrà aumentare la velocità dell’imbarcazione e, allo stesso tempo, recuperare un po’ di lenza ma-dre. La conoscenza e il controllo di questi fattori ci consente di pescare, con buona precisione, alla profondità desiderata. Però, attenzione, ci sono altri parametri, più difficili da conoscere e controllare, come ad esempio la presenza di eventuali correnti di superficie o di fondo che potrebbero influire, anche se in maniera non determinante, sui nostri calcoli. Adesso facciamo due esempi: per entrambi consideriamo la velocità fissa di 3 nodi e mezzo, lenza madre di nylon da 20 libbre e terminale da 6 metri di fluorocarbon dello 0,40 raccordato alla lenza madre con girella in acciaio di ottima qualità. Per raggiungere i 14 metri di profondità con un minnow che affonda 3 metri posizioneremo un piombo da 300 grammi a 25 metri dall’esca, un secondo piom-bo da 400 grammi ad altri 25 metri e filare altri 5 metri di lenza madre mentre, con un minnow non affondante, metteremo un piombo da 300 grammi a 25 metri, un secondo piombo da 400 grammi ad altri 25 metri ed un terzo piombo da 400 grammi ad altri 20 metri. Se invece si traina in prossimità di una secca il cui cappello è sui 20 metri, con un minnow che affonda 3 metri, fileremo in acqua il terminale e 25 metri di lenza madre, inseriremo un primo piombo da 300 grammi, poi fileremo altri 25 metri di lenza e posizioneremo un secondo piombo da 400 grammi, quindi, dopo aver filato altri 25 metri di lenza madre, inseriremo un terzo piombo da 500 grammi e fileremo altri 5 metri di lenza. Se, invece, il minnow è di tipo non affondante, inseriremo il primo piombo da 300 grammi a 25 metri il secondo da 400 grammi ad altri 25 metri, il terzo da 500 grammi ad altri 25 metri ed infine fileremo altri 20 metri di lenza madre. Durante tutte queste operazioni però bisogna far attenzione a non far toccare la nostra esca sul fondo perché rischierebbe di sporcarsi vanificando così tut-te le nostre attese. Per far ciò non si deve mai filare i 25 metri tra un piombo e un altro tutti in una volta ma in 2 riprese il secondo piombo e in 3 riprese il terzo piombo. Come avrete intuito, in quest’ultimo caso, avremo in acqua circa 100 metri di lenza madre per cui bisogna calcolare bene il tempo che intercorre tra le informazioni che ci dà il nostro ecoscandaglio (ad esempio la presenza di un pesce di taglia) e il momento in cui le nostre esche raggiungeranno quel punto. In linea di massima questo tempo è dell’ordine di circa 50 secondi. Se, anziché pescare come sopra indicato si preferisce usare più piombi più leggeri avremo fuori più lenza madre, anche 150 metri, per cui i tempi cambiano.