Pescatori di Nero Vestiti

Pescatori di Nero Vestiti

Se c’è qualcosa che dobbiamo rimproverarci e c’è, naturalmente, è la scarsa attenzione alla pesca in apnea. Personalmente ho sempre notato l’estremo induvidualismo di chi pratica la pescasub, soprattutto agonistica e questo fatto mi ha sempre disarmato. Un certo disagio lo percepisco nella “guerra tra poveri”. Quando, per parare gli attacchi ecologisti e in cerca di giustizia, i “loschi figuri di nero vestiti” (così erano definiti i pescasub da un noto personaggio della cultura nazionale), tiravano in causa i pescatori “a canna”, secondo loro, per qualche oscura ragione, immuni all’insensata ira dei verdi. Ma le cose cambiano, i decenni passano, si maturano esperienze e si rivalutano le posizioni. La pesca subacquea, complice lo sviluppo contagioso dell’apnea pura, ne ha fatta di strada. Ha assunto una nuova fisionomia, distante dall’aspetto puramente cruento e per alcuni “deprecabile” perché tale. Con questo non voglio dire che il fenomeno del bracconaggio sia sconfitto, credo però che il messaggio di certi valori, rispetto e sostenibilità in primis, trasmessi in questi anni passati da personaggi pubblici e di nero vestiti, stia dando i suoi frutti. Questo è quello che percepisco quando interagisco col mondo di sotto, anche se il legame è una fiocina o un arpione. Nelle pagine di questo numero leggerete a firma di Mauro Fantini un’intervista a un noto e rispettato personaggio della pesca in apnea. Un appassionato che ha scelto di vivere il mare per professione e che secondo me rappresenta, entro limiti più modesti dei suoi -70, un modello che forse sarebbe piaciuto anche a Fulco Pratesi, un ruvido presidente del Wwf Italia che definì i pescasub: “loschi figuri...”