Pesca sportiva, una storia antica

La pesca sportiva come molti di noi la intendono, sembra un divertimento, un'attività ludica figlia dell’epoca moderna, sviluppatasi in Italia come in Europa in tempi relativamente recenti… oppure no?

Le fonti sono poche e discordanti, ma andando indietro nel tempo, le prove di attività assimilabili alla pesca sportiva possono farsi risalire sin dall’antichità.

In tempi remoti si pescava per diletto e sembra che in Cina, durante la dinastia Shang (1600 a.C.), l’Imperatore fece realizzare i primi parchi ad uso dei nobili e dove oltre a praticare la caccia si praticava la pesca per intrattenere l’Imperatore con le sue concubine. Sempre in Cina in età imperiale, pare fosse in uso una sorta di rocchetto per la lenza ed in seguito anelli scorrevoli lungo il fusto della canna, precursore del moderno mulinello .      

In Europa testimonianze su alcuni mosaici e ritrovamenti archeologici sembra suffragare l’idea che, sia in epoca Greca che più tardi in quella Romana, non si andasse a pesca solo per scopi di sussistenza, anzi pare che già più di 2000 anni fa, ci fosse una classe sociale in grado di apprezzare l’aspetto ludico della pesca.

In Sicilia infatti, in alcune ville imperiali o comunque aristocratiche, si possono ammirare mosaici di donne in bikini intente in attività ludiche con una palla e in un’altra villa, quella del "casale" si può ammirare un mosaico dove persone con abiti ed atteggiamenti nobili, pratichino la pesca sportiva come la intendiamo oggi, cioè con canna e lenza e più per scopo ludico che per sussistenza.

Queste testimonianze seppur frammentarie, sono comunque confermate da una storia millenaria di reperti e testimonianze di altissima tecnologia in mano agli antichi rispetto alla pesca di sussistenza, per cui è lecito presupporre che in mano alle classi abbienti delle epoche d’oro dell’umanità, sia stata praticata la pesca sportiva moderna, cioè ludica e ricreativa.

Esistono reperti di ami e attrezzi da pesca vecchi di ben 23.000 anni.

Comunque, per quanto se ne possa pensare, il primo volume scritto in merito alla pesca sportiva o ricreativa risale al lontano 1496 in Inghilterra, ad opera di tale Juliana Berners, dove viene descritta la tecnica e le attrezzature per la pesca con la mosca.  La "Signora" e Badessa, oltre a scrivere il manuale di pesca per un pubblico ristretto e comunque aristocratico, cercò di mettere in guardia i nobili dalla smodatezza dei costumi delle classi inferiori, i quali avrebbero potuto corrompere tale pratica con comportamenti eccessivi o smodati.

Ben più tardi, circa nel 1653, arrivò il famoso libro The Compleat Angler di Sir Izaak Walton, pur non essendo un vero manuale sulla pesca sportiva, ma più un racconto sulla vita oziosa e gradevole di un ricco "pescatore" dell’epoca, è comunque una pubblicazione che rappresenta l’inizio della pesca ludica moderna e soprattutto sulla sua diffusione ad un ampio pubblico.

Durante il 700 e l’ 800 numerosi sono i perfezionamenti e le migliorie alle attrezzature, nonché i trattati e le pubblicazioni, ma un ulteriore sviluppo interessante e significativo in epoca relativamente moderna, risale al 1864 dove in America, precisamente a New York, fu inventato il mulinello moderno a rocchetto fisso, ed è da molti considerato l’epoca del vero sviluppo delle tecniche moderne di pesca sportiva.

Tuttavia l’ultimo e significativo sviluppo della pesca sportiva in senso moderno, da inquadrarsi negli anni 50 del secolo scorso, precisamente in Italia, dove l’ingegno italico esprime e supera quello inglese con la pratica ed il perfezionamento della  famosissima tecnica alla bolognese, cioè quella tecnica, in uso nei grandi corsi fluviali emiliani dove i pescatori nostrani trovarono la tecnica giusta per piazzare l’esca a distanze mai raggiunte fino a quei tempi.

Insomma per concludere una storia intensa e lunga, moderna ed antica, ma comunque affascinante!