Pellet & Pasta Nuovi Inneschi

Pellet & Pasta Nuovi Inneschi

Qualche numero fa abbiamo parlato delle esche naturali, ed abbiamo visto come utilizzarle sia per l’innesco che per la pasturazione e come eventualmente combinarle per creare un composto il più attrattivo possibile per i pesci. In questo numero, voglio invece parlare di due tipi di esche, il pellet e la pasta da innesco, che sono molto gradite ai ciprinidi, in particolare a carpe e tinche però spesso e volentieri si finisce per allamare anche qualche bel esemplare di ictalurus melas meglio conosciuto come pesce gatto e più di rado qualche famelico black bass.

Il pellet
Gli inglesi utilizzano il pellet ormai da molti anni, invece noi abbiamo iniziato ad usarlo nei carpodromi solo da qualche anno ma il suo impiego rende bene anche nelle acque libere di laghi, cave o canali. La categoria dei pellet è molto ampia, se ne producono un’infinità di tipi con colori, sapori e dimensioni diverse e anche se sono maggiormente usati nella pesca a feeder si adattano bene anche nella pesca al colpo con la roubasienne e per conoscerli meglio, parleremo dei tre tipi più diffusi.

Il pellet duro
Questo tipo di pellet è forse quello più utilizzato, lo si usa sia per l’innesco che per la pasturazione, è affondante ed è prodotto in diverse misure. Le più usate nella pesca al colpo sono quelle che vanno dai 4 agli 8 millimetri mentre quelli commercializzati in misure più piccole, ovvero da 1 e 2 millimetri, dato che sono impossibili da innescare, vengono usati solo ed esclusivamente per la pasturazione. L’innesco, data la loro durezza, non avviene direttamente sull’amo ma su un anellino in silicone che ad un’estremità presenta un piccolo forellino nel quale si andrà ad infilare l’amo. E’ un’esca che tiene bene anche dopo diverse ferrate a vuoto, si utilizza per insidiare i pesci prettamente sul fondo, ma volendo quando fa molto caldo, possiamo portare il pesce a cibarsi il più possibile in superficie lanciando con la fionda 4 o 5 pellet alla volta ogni 15, 20 secondi. Alcuni pellet duri, vengono prodotti forati, per permettere l’innesco sull’hair rig (metodo preso in prestito dal carp fishing).
Continua a leggere sul giornale

Montature per il pellet
Quando peschiamo con il pellet, le montature devono essere all’insegna della semplicità e leggerezza, ma questo non vuol dire che debbono essere deboli anzi, con grossi esemplari di carpe possiamo salire con i diametri dei fili. Per portare l’insidia sul fondo, andrà bene un galleggiante a filo interno da 0,75 grammi, un bulk sul quale concentriamo il 90% delle portata del galleggiante a 60 centimetri dall’amo e un solo pallino a 40 centimetri dal bulk lasciando quindi i restanti 20 centimetri appoggiati sul fondo. Come diametri 0,18 madre lenza e 0,16 per il finale e amo del 12 senza ardiglione. Se vogliamo invece pescare a galla, galleggiante da 0,30 grammi e filo diretto dello 0,20 con il bulk a totale taratura del galleggiante a 30 centimetri dall’amo del 12 senza ardiglione con un fondo di 60 centimetri massimo. L’importante, indipendentemente dalla profondità, è pasturare in continuazione con pochissimi pezzi di pellet perché se dovessimo esagerare con le quantità, il pesce non riuscirebbe a mangiare subito i pochi pezzi lanciati in acqua ed andrebbe al loro inseguimento verso il fondo vanificando la nostra azione di pesca.