Nodi Senza Segreti

Nodi Senza Segreti

Quante volte abbiamo notato con quale facilità i nodi fatti ai lacci delle nostre scarpe si sciolgono mentre camminiamo? Vi siete mai domandati perché questo accada? Certamente i materiali hanno una grande importanza sulla tenuta dei nodi, sia quelli che vengono eseguiti per legare le stringhe delle nostre scarpe sia quelli eseguiti per unire due lenze o per giuntare due cime qualsiasi a bordo della nostra imbarcazione. Ogni materiale e i vari procedimenti utilizzati per confezionare un cavo o una stringa hanno influenza sulla tenuta dei nodi. Un nodo eseguito su cavo monofilo, come potrebbe essere ad esempio una lenza, ha un comportamento differente se eseguito su un cavo ritorto, piuttosto che su un cavo piatto. Immaginate un nodo semplice eseguito su di un cavo d’acciaio e lo stesso nodo eseguito su una stringa piatta; nel primo caso il nodo sarebbe estremamente “instabile” e facilissimo da sciogliere (sempre che non lo faccia autonomamente), mentre sulla stringa piatta, soprattutto se è stato messo in tensione, il nodo è sicuro e non si scioglie altrettanto facilmente. Voi direte subito che non utilizzate cavi d’acciaio per legarvi le scarpe e che le vostre stringhe sono piatte e quindi il problema non si pone. Sembrerebbe logico e il dubbio sarebbe risolto, se le stringhe piatte delle vostre scarpe, mentre camminate, non si sciogliessero. Quindi c’è qualcos’altro indipendente dal materiale, che causa lo scioglimento involontario della stringa. Sarà il vostro modo di camminare? Il fatto che abbiate stretto poco il nodo? Potrebbe anche essere, ma, certamente e quasi esclusivamente, il problema è legato al modo in cui avete eseguito il nodo. Quello eseguito sui legacci delle scarpe, il classico fiocco, è in realtà un nodo piano eseguito con una doppia ganciatura. Anche se non siete marinai, se eseguite correttamente il nodo per allacciarvi le scarpe, quello si chiama nodo piano con doppia ganciatura, proprio così ed è di origine marinara.

 

Come eliminare le cocche
Limitiamoci ad effettuare alcuni esperimenti pratici eseguiti con una sagoletta di cavo intrecciato del diametro di cm 0,5 circa (bastano 30 o 40 centimetri di cavetto). Gli esperimenti che eseguiremo sono abbastanza semplici e sufficientemente chiari per farvi comprendere l’importanza di utilizzare correttamente il cavo nel confezionamento del nodo o della legatura. Quante volte, nel tentativo di lanciare a terra una cima vi siete ritrovati con il cavo appallottolato a qualche metro da voi? Il primo esperimento che voglio farvi eseguire è legato al modo con cui normalmente viene colto un cavo. Lasciando perdere il metodo montanaro-edile dell’avvolgimento del cavo tra il palmo della mano ed il gomito, per avere la certezza che il cavo, una volta steso, non presenti delle cocche (cioè delle piccole volte strette) è necessario che le spire vengano eseguite in un certo modo. Non è infatti sufficiente eseguire le volte tutte nello stesso modo e dando con le dita una certa torsione al cavo, come mostrato in figura 1. Per semplicità e per comprendere meglio cosa accade, provate a eseguire soltanto due spire e, dopo, tendete le due estremità del cavo, tenendo le mani sullo stesso piano (va bene anche se le appoggiate al tavolo). Noterete che il cavo non si distende del tutto e presenta una o due cocche (particolare “e” in figura 1), che apparentemente spariscono se esercitate una tensione più grande, ma che, quando riavvicinate le mani, si riformano. Ripetiamo lo stesso esperimento, ma questa volta le due spire le prendiamo in modo che la cima corrente, nella seconda spira, passi sotto quella dormiente, come evidente in figura 2. Se adesso distendete orizzontalmente le mani, noterete che non si forma nessuna cocca. È come se una volta agisse sull’altra dandole una torsione opposta anche se la tensione è debole; le cocche non si formano nemmeno quando riavvicinate le mani. Immaginate se, anziché cogliere un cavo di 50 o 60 centimetri, dobbiate coglierne uno di 10, 15 metri; pensate a cosa accadrebbe se, per necessità, doveste lanciare un’estremità del cavo a terra o ad un’altra imbarcazione. Se il cavo non è colto correttamente, con molta probabilità ricadrebbe aggrovigliato, a qualche passo da voi, ben lontano da giungere a destinazione. Fate delle prove per rendervene conto. Un cavo ben colto può essere lanciato oltre i 20 metri, distendendosi senza formare cocche.