Navigando sulla Carta

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La Capitaneria di Genova (ma pure quella di Cagliari, Palermo e molte altre) hanno pubblicato un elenco di tipologie di esercizi, che possono essere richiesti nelle prove d’esame per la patente di imbarcazioni senza limiti dalla costa riguardanti carteggio e calcolo in materia di navigazione costiera e stimata. Al termine di questa elencazione (54 esercizi) è pubblicata anche una tabella didattica delle deviazioni residue. Incuriosito, ho voluto risolvere alcuni degli esercizi proposti e devo ammettere che, in alcuni casi, i testi lasciavano qualche dubbio, non nella soluzione, quanto, piuttosto nella loro formulazione. Ne ho presi in considerazione alcuni, che vorrei sottoporre all’attenzione dei lettori che sentono la necessità di rinfrescare le proprie conoscenze (se già in possesso dell’abilitazione) o come aiuto per coloro si preparano per sostenere l’esame di abilitazione presso una di queste Capitanerie. Un ripasso che credo sia utile anche per tutti coloro che già hanno conseguito la patente nautica e che sentono la necessità di rinfrescare le proprie conoscenze.
Come prima cosa dobbiamo individuare il punto di coordinate 42°49’.3 Nord e 010°13’.0 Est, che si trova a circa 1.2 miglia a NE di Marciana Marina nella parte settentrionale dell’Isola d’Elba. Da questo punto dovremo navigare verso il porto turistico di Salivoli, seguendo una rotta di 064° e stimando di compiere l’intera traversata in 2 ore, mantenendo una velocità di 7 nodi. Procediamo, quindi, con tracciare a partire dalle coordinate del punto di partenza una semiretta uguale a 064° (che rappresenta la nostra rotta). Il problema ci dice che, dopo 40 minuti di navigazione, ci rendiamo conto di essere fuori rotta e che il nostro punto stimato è stato modificato dall’azione di una corrente con direzione Nord e velocità 2 nodi (ci sarebbe da domandarsi su quale base e con quali strumenti il diportista abbia valutato direzione e velocità della corrente, ma, benché questo sia discutibile, procediamo  con la soluzione del problema).


Calcoliamo la nostra posizione stimata alle 09:40 ipotizzando, come è corretto, che la corrente abbia agito fin dalla partenza. Quindi segniamo sulla nostra rotta (che in realtà, considerando l’esistenza della corrente, non  è la Rotta, bensì la Pv), con un’apertura di compasso, una distanza pari a 7 miglia (che corrisponde allo spazio percorso con la nostra velocità propulsiva di 7 nodi). Da questo punto tracciamo una semiretta orientata verso Nord con lunghezza uguale a 2 miglia (che rappresenterà il vettore corrente con direzione e intensità). La semiretta congiungente il punto di partenza con la cuspide del vettore corrente rappresenta la nostra Rv. A questo punto calcoliamo le miglia percorse in 40 minuti con la velocità di 7 nodi,  moltiplicando 7 per 0,666 (la trasformazione in ore dei 40 minuti), ottenendo 4,66 miglia (fig. 1). Riportiamo questa distanza sulla nostra Pv e conduciamo una semiretta orientata per Nord (parallela alla direzione della corrente) fino ad intersecare la Rv; questo punto ci darà le coordinate del PS (punto stimato), che, ovviamente, non può essere definito Punto Nave! Questa è un’altra approssimazione o, meglio, una interpretazione errata, che, aggiunta a quella relativa alla de- terminazione arbitraria degli elementi della corrente, genera un po’ di confusione nel candidato e che, ad ogni modo, indebolisce e rende meno credibile l’autorità della commissione esaminatrice. Pertanto, giusto per mettere in chiaro le cose e attribuire il nome corretto ad ogni elemento, vorrei ricordare che il Punto Nave (PN) viene determinato, nella navigazione costiera, utilizzando due o più linee di posizione, ricavate con osservazioni ottenute simultaneamente o rese tali impiegando le operazioni di trasporto. Di questo nuovo PS (Punto Stimato), determinato alle 09:40, misuriamo le coordinate; Lat=42°52.8’N Long=010°18’.7E, che rappresentano la prima risposta al problema. Uniamo con una semiretta, questo PS  con il molo turistico di Salivoli (il nostro punto di arrivo B),  ottenendo quella che sarà la nostra Rv (Rotta vera), che risulterà essere di 072° (fig. 2). Sempre con il compasso, misuriamo le miglia che ci separano dal punto di arrivo (8.9 mg)  e dividiamole per l’intervallo di tempo dato dalla differenza tra le 11:00 (ora in cui vogliamo giungere a destinazione) e le 09:40, ora in cui abbiamo determinato il nostro PS. Anche qui mi viene spontaneo criticare l’operato dell’ideatore del problema, che, oltre a quanto fatto notare in precedenza, ha pensato di renderlo più approssimativo immettendo dati che nei calcoli danno origine a numeri decimali periodici, che, necessariamente, dovranno essere approssimati nella soluzione di un problema di carteggio, che, per sua natura, introduce altri elementi di approssimazione. Continuiamo comunque a risolvere l’esercizio.


Trasformando l’intervallo di tempo che intercorre tra la determinazione del PS alle 09:40 e l’ora in cui si vuol giungere a destinazione, le 11:00, otteniamo 1 ora e 20 minuti, che, trasformati in ore e decimi di ora, ci danno 1,33 periodico. Per ricavare il valore della velocità effettiva dobbiamo dividere lo spazio (8.9 mg) che separa il PS dal punto B (porto turistico di Salivoli) per l’intervallo di tempo (1,33) 8.9 mg / 1,333 = 6,67 nodi. Se avessimo approssimato l’intervallo di tempo a 1,3 la velocità sarebbe risultata di 6.8 nodi, mentre sarebbe stata di 6.69 se l’approssimazione fosse stata 1,33, per passare poi al valore di 6.67 impiegando come approssimazione 1.333. Riportiamo la lunghezza di 6,67 mg (che corrispondono allo spazio percorso sulla Rv in un’ora alla velocitè di 6,67 nodi) e stacchiamo da questo punto una semiretta orientata per 180° (direzione opposta a quella della corrente), segniamo su questa la lunghezza di 2 miglia (corrispondenti alla velocità della corrente) e indichiamo questo punto con C. Unendo il PS alle 09:40 con il punto C, si ricaverà il valore  della nostra Pv e misurando la distanza tra PS e C, ricaveremo il valore della Vp (6,4 nodi) che dovremo assumere per giungere alle ore 11:00 in B (fig. 3). Per ricavare la Pb (il secondo elemento chiesto nel problema) utilizziamo il valore della declinazione fornita nel testo (d = 2°E), mentre, per la deviazione bussola, utilizzerò la tabella che la capitaneria di Genova inserisce al termine dei vari problemi proposti (fig. 4). Si tratta di risolvere la formula di conver- sione Pb = Pv – d – deviaz. Il valore della Pv l’abbiamo ricavato dalla carta ed è uguale a 090° pertanto:
Pv – d = 090°-2° = 088° = Pm. Con il valore di Pm entriamo nella tabella delle deviazioni residue e interpolando tra i valori della deviazione relativamente alle due Prore magnetiche Pm = 086°.7 e 090°.8 che, comprendono la nostra, otterremo il valore della deviazione 3°.7 W. Quindi, per terminare, ricaviamo il valore della Pb, sottraendo (sempre algebricamente) alla Pm il valore della deviazione Pm – deviaz = 088° - (-3°.7) = 091°.7 = Pb. Ovviamente, nella pratica, approssimeremo a 092°.