Montante

Montante

di Samuele Salis

La stagione invernale che volge al termine è stata molto particolare. Caratterizzata da lunghi cicli di alta pressione e temperature che oscillavano tra valori vicino allo zero di notte e vicino ai 20 gradi in pieno giorno. Per fortuna la costa ovest, dove pesco prevalentemente, ha “goduto” di numerose mareggiate dai venti di maestrale e ponente. E finalmente è arrivato marzo! Per gli amanti del surfcasting marzo è uno dei mesi più attesi. In mare nuotano ancora numerose spigole ma si avvicinano i “pesci di primavera”, saraghi su tutti e non mancano orate e serra. Le frequenti mareggiate smuovono in continuazione il fondo sabbioso delle lunghe spiagge tra Buggerru e Pistis e questo favorisce l’arrivo di saraghi e orate che, nella turbolenza sono soliti banchettare. Ma non tutte le spiagge offrono le stesse opportunità. A seconda del vento, della marea e di condizioni particolari, si deve scegliere uno spot piuttosto che un altro. Tutto questo richiede molto studio che si sviluppa con l’esperienza di notti insonni passate in spiaggia.

Montante o scaduta?
È un dibattito sempre aperto, cosa sia meglio, la fase montante o la scaduta. Potendo, sarebbe bello sfruttare tutte e due le condizioni. Dovendo scegliere, la scaduta offre un ventaglio molto ampio di vantaggi. Prima di tutto abbiamo più tempo per riuscire a intercettarla perché arriva solo dopo che il mare ha iniziato a ingrossare. A quel punto basta tener d’occhio le previsioni meteo e scendere in campo quando il mare tende a “mollare”. Durante la scaduta, con il fondo sabbioso ormai smosso dalle onde, è più semplice far rimanere le zavorre (e quindi le esche…) nella posizione desiderata. In più, le zone di pascolo sono molto più definite, segnate da ore e ore di moto ondoso e correnti che hanno il tempo di disegnare il fondo, con canali e secche sempre più pronunciati. Insomma, la scaduta propone molte caratteristiche che la rendono vantaggiosa, semplice da sfruttare. E allora? Discorso chiuso? Manco per sogno! Qui interviene l’esperienza del pescatore, la familiarità che ha raggiunto con tutte le condizioni meteo marine. È vero che la fase montante è subdola, insidiosa. Se scegliamo di affrontare il mare in questa fase, dobbiamo essere preparati a cocenti delusioni. Spesso il bollettino meteo che prevedeva l’arrivo del vento giusto, sbaglia e il vento si fa attendere. A volte l’errore è clamoroso. Ma anche se la previsione si discosta solo di poche ore, questo potrebbe sancire il nostro fallimento, se non abbiamo troppo tempo a disposizione, tempo da trascorrere ad aspettare l’arrivo del vento e delle conseguenti onde. Solo con l’esperienza saremo in grado di capire se è arrivato il momento di muoversi. E se azzecchiamo il timing giusto, le sorprese che regala l’inizio della mareggiata possono essere incredibili. Questa fase, infatti, coincide con un cambio di condizioni, gradito ai pesci. Il vento, da calma piatta inizia a soffiare e questo mette in moto anche i pesci che aspettano la mareggiata per cibarsi. In fase montante la scelta dello spot richiede alcuni accorgimenti. Se abbiamo la possibilità di arrivare quando ancora c’è luce, è meglio scegliere un settore con una entrata di un canale. Infatti in questo punto siamo sicuri di trovare un fondale più profondo. Ne segue che qui transiteranno la maggior parte dei pesci.

"La fase montante coincide con un cambio di condizioni, gradito dai pesci. Il vento inizia a soffiare e questo attiva i pesci che aspettano la mareggiata per cibarsi. In fase montante la scelta dello spot richiede alcuni accorgimenti. Se possibile, meglio arrivare quando ancora c’è luce".

Parature da montante
Il fondo ancora duro e la presenza di molti detriti che si depositano per via delle correnti, impongono l’uso di parature dedicate. In primo luogo dobbiamo scegliere una zavorra che riesca ad aggrapparsi al duro fondale di sabbia ancora compatta. Gli spike sono ottimi ma richiedono mestiere. Una valida scelta alternativa è fornita dai piombi a palla, molto efficaci anche con forte corrente e semplici da lanciare. Le parature classiche da mareggiata sono il pater noster e la monoamo nelle varianti short e long arm. All’inizio si può tentare di sfruttare il doppio inganno del pater noster; ma se vediamo che la turbolenza incasina le lenze, limitiamoci a un unico inganno per canna, molto più gestibile. È importante scegliere fili con sezioni adeguate. In bobina si puà iniziare con uno 0,25 su cui è fissato lo shock leader con sezione intorno a 0,50 ma se le alghe si accumulano sul nodo di giunzione proviamo con uno 0,40 diretto. Per i braccioli è meglio usare il fluorocarbon, con sezioni intorno allo 0,25. Ma questa è una scelta che va fatta solo una volta arrivati in spiaggia. Le esche più utilizzate in questo periodo sono sicuramente i cannolicchi, i gamberi, la seppia ma non devono mancare bibboni e granchi! Esche che vengono usate in base alla mangianza o alla turbolenza del mare. Un consiglio importante. Nella preparazione di queste esche si fa ampio uso del filo elastico che serve a compattare e rendere più resistenti esche morbide come il gambero e il cannolicchio. È meglio avere sempre almeno due rotolini di filo elastico per evitare di trovarsi senza proprio nel momento topico, quando i pesci iniziano a mangiare e l’attività sulla serbidora diventa febbrile.