Mix Vincente

Mix Vincente

Ci troviamo ora in un periodo dell’anno dove le giornate si alternano da fredde a quasi miti e l’innalzamento della temperatura dell’acqua anche solo di pochi gradi, mette in movimento i pesci. Per selezionare la taglia del pesce, dobbiamo per forza armarci di pazienza e se saremo accorti a precisi nell’azione di pesca, riusciremo sicuramente a vedere qualche bella mangiata da parte di una grossa preda.



Le esche
Per insidiare i pesci con questo metodo, che definirei “da ricerca”, dobbiamo avere a disposizione diversi tipi di esche, quali mais aromatizzato, mais naturale, lombrichi, caster, bigattini morti e vivi e semi di canapa. Alterneremo il tutto sull’amo in base alla risposta del pesce, insomma non vi è una regola precisa ma ci adatteremo al comportamento dei pesci. I semi di canapa sono un’esca ricca di zuccheri e carboidrati, molto gradita alle carpe che vedono in questo alimento fonte di nutrimento ed energia. E’ un’esca con peso specifico elevato che raggiunge velocemente il fondo e la si trova sia nei negozi di pesca specializzati in comodi barattoli già pronta all’uso, oppure nei negozi di mangimi per animali, ma in questo caso bisogna lasciarli in ammollo in acqua per un paio di giorni in modo da farli gonfiare e poi farli bollire per circa 45 minuti fino a quando i semi si aprono e fanno uscire il germoglio bianco.

La pastura
Per la pasturazione abbiamo la necessità di combinare tutte queste esche seguendo una procedura particolare che ora andremo ad analizzare. Iniziamo a tagliuzzare i lombrichi all’interno di un recipiente di plastica (tipo scatola porta esche) con un paio di forbici multilame e quando saranno sminuzzati per bene, andremo ad aggiungere il mais aromatizzato e quello naturale. Dopo aver nuovamente sminuzzato il tutto potremo infine aggiungere i caster, i bigattini vivi e morti e i semi di canapa. Dopo una breve mescolata la nostra pastura è pronta all’uso. Data la consistenza del nostro preparato, e l’impossibilità quindi di lanciarlo a mano o con la fionda, dovremo utilizzare per forza il cupping kit.

I kit
Per la nostra sessione di pesca prepareremo due punte equipaggiate con elastici e montature ovviamente diverse. La prima sarà “armata” con un elastico cavo da 1,8 millimetri perché si presume che i primi pesci ad arrivare in pastura siano quelli di taglia inferiore. Successivamente quando ci accorgeremo che la taglia dei pesci inizierà ad aumentare (questo dovrebbe accadere quando il pesce più piccolo sarà sazio) andremo ad innestare la seconda punta precedente “armata” con un elastico cavo del 2,5.

Montature
Anche se le temperature non sono più rigide come in gennaio/febbraio, i pesci tendono ancora a mangiare prettamente sul fondo e sarà li che noi presenteremo loro le nostre esche. Sul  primo kit con l’elastico da 1,8 monteremo un galleggiante a filo interno da 0,5 grammi con lenza madre 0,12. Disporremo successivamente 3 pallini del 9 distanti 10 centimetri l’uno dall’altro con il primo a ridosso dell’asola del finale. A seguire realizzeremo il bulk di taratura a 30 centimetri dall’ultimo dei 3 pallini così da racchiudere la piombatura in 50 centimetri totali. Il finale sarà da 20 centimetri dello 0,10 con amo del 16. Per il secondo kit, utilizzeremo un galleggiante da 1 grammo sempre a filo interno con lenza madre 0,14. Per la disposizione dei pallini useremo la stessa geometria del primo kit a differenza del peso del bulk che per tarare il galleggiante da 1 grammo sarà ovviamente più pesante. Finale sempre da 20 centimetri dello 0,12 con l’amo del 14 per poter realizzare gli inneschi un po’ più voluminosi.

L'azione di pesca
Per iniziare saranno sufficienti due scodellate di pastura che andremo successivamente ad alimentare con una ogni 15 minuti. Solitamente come già detto i primi pesci ad arrivare sulla scia di pastura sono quelli più piccoli e anche se le mangiate tendono leggermente ad aumentare rispetto a quelle che si hanno quando le temperature sono più rigide, sono comunque mangiate chirurgiche, delicate, in punta di labbra. Le carpe quando non sono in frenesia alimentare prima di assaggiare l’esca, ci passano vicino toccandola con il corpo e proprio per questo motivo non bisogna farsi prendere dalla fretta e ferrare al minimo accenno di movimento del galleggiante. Con un po’ di esperienza si impara a capire quando il galleggiante affonda per una mangiata o per una “tocca” con la schiena o con la coda del pesce. Può capitare infatti di allamare il pesce per la livrea, come si dice in gergo “per lo sportello”. In questi casi le forze che sprigiona il pesce sono più che triplicate e vi assicuro che è quasi impossibile portarli a guadino, indipendentemente dalla loro dimensione ci ritroveremo sicuramente con il finale rotto. Se siamo stati accorti e precisi durante l’azione di pesca, dopo qualche ora ci ritroveremo ad avere il pesce piccolo bello sazio ed è in questo momento che le probabilità di vedere una mangiata da parte di un esemplare di taglia aumentano. Ci vuole una grande pazienza, perché i pesci grossi mangiano veramente dopo tanto tempo, ma anche se siamo stanchi, un bel combattimento ci ripagherà della fatica fatta fino a quel momento. Quando usiamo l'elastico cavo, essendo esso morbido e cedevole, può capitare di ritrovarci con un grosso pesce attaccato e 10 metri di elastico fuori punta. In questa situazione sarebbe impossibile guadinare il pesce se non usassimo uno dei due accorgimenti che ora vado a spiegarvi. Il primo sarebbe quello di usare uno speciale kit con un foro laterale (solitamente sul secondo pezzo) in modo da “strippare” l'elastico durante le ultime fasi della cattura e ridurre così in modo notevole l'elastico che esce dalla punta. Il secondo, decisamente più economico, è quello di utilizzare uno speciale cono cavo da infilare alla base del terzo pezzo per fermare l'elastico all'interno del kit che ci permette anch'esso all'occorrenza di “strippare” l'elastico agevolando di non poco le ultime operazioni della cattura. Quando pesco con questo sistema, tendo a lasciare una “bandiera” (è la distanza di filo che c'è tra la punta della canna e il galleggiante) non più lunga di 30 centimetri così da avere una ferrata fulminea anche nelle mangiate più difficili.