Miracoloso Ploaghe

Giuseppe Melis e Simone Deidda hanno vinto il trofeo di Ploaghe che quest’anno ha regalato un grandissimo numero di prede. Per Giuseppe e Simone la mossa vincente è stata sfoderare le canne da ground.

Miracoloso Ploaghe
Daniele Bullitta, Raffaele Piredda, Giuseppe Melis, Simone Deidda, Mirko e Cristian Fenu.

Passato il giro di boa delle 15 edizioni, riecco, puntuale come un orologio svizzero, il trofeo Ploaghe Fishing Club, organizzato dall’omonima società capitanata da Massimo Cabras. Come di consueto il mese è quello di settembre. Stavolta i giorni 20 e 21 costituiscono la data fatidica e anche stavolta il campo gara designato è quello del litorale Platamona-Marina di Sorso. Sabato pomeriggio si è ripartiti da dove era terminata l’edizione 2024, dal raduno all’agricampeggio Funtana‘e Pedru in agro di Ploaghe. È stata l’occasione per ammirare le novità di casa Colmic, sponsor tecnico della manifestazione, presentate da Riccardo Garau e Nicola Piredda, rispettivamente il rappresentante unico per la Sardegna e uomo immagine del fortissimo marchio toscano. L’affluenza degli atleti da tutta la Sardegna non ha assolutamente deluso le attese. E nonostante la concomitanza con il Campionato Italiano a coppie, nel quale erano coinvolte molte società sarde, i surfcaster arrivati dai quattro angoli dell’isola hanno dato vita a 9 settori di 10 coppie ciascuno. Un totale di 360 canne da pesca, pronte a far volare verso il mare piombi, ami e inneschi, alla ricerca di mormore, orate e lecce stella. La massiccia presenza dei bagnanti su tutto il litorale ha fatto slittare l’inizio della gara alle ore 20.00, quindi si può dire che l’azione di pesca è iniziata con il favore delle tenebre. Molti di noi avevano testato nei giorni precedenti gli spot, con risultati deludenti se non catastrofici. Invece in gara, sin dai primi lanci è apparso chiaro che ci stavamo trovando davanti ad una specie di miracolo… Occhiate, mormore e le grandi assenti l’anno scorso, le oratelle, hanno subito attaccato le esche. Anche 4 pesci serra, di cui ben 3 catturati dalla coppia mista Bullitta Piredda, sono finiti al peso, insieme alla splendida lampuga catturata dal binomio “familiare” composto da Mirko Fenu e babbo Cristian (4 Mori Sarroch). In generale, dopo un avvio dai ritmi forsennati, le abboccate hanno incominciato a diradarsi verso la metà della nottata, ma dalle 3 del mattino i pesci si sono nuovamente fatti sotto, e alcune coppie sono riuscite a ribaltare una situazione che fino a quel momento sembrava compromessa. Gli ultimi lanci hanno regalato tantissime lecce stella, alcune anche di taglia apprezzabile, con una conseguente significativa modifica della classifica fino a quel momento delineatasi. Domenica mattina, al rientro dalle spiagge, i partecipanti sono stati accolti dalla ricca colazione che ha più che degnamente rifocillato i nostri eroi. A seguire la pesatura di oltre 90 kg di pescato!!!

Gli organizzatori dopo il brindisi per l'ottima riuscita del trofeo.

Anche stavolta il buffet offerto è andato ben oltre le aspettative, anzi ogni anno il livello raggiunto è sempre superiore a quello dell’edizione precedente. Ultimo atto, la ricca premiazione dei primi 27 box classificati, del carniere più ricco, della preda più grossa, del prime tre società (con la vittoria finale dell’Anda Arborea). Simone Deidda e Giuseppe Melis (Hcc) la spuntano su tutti con ben 43 prede valide. Ottimi secondi Raffaele Piredda e Daniele Bullitta con molte meno prede ma tre big size, mentre un prestigiosissimo terzo posto è andato a Stefano Scintu e Giampietro Deias (Anda Arborea). A suggellare un rapporto costruito in 20 anni fra Ploaghe Fishing Club e Colmic anche la presenza del direttore commerciale Gianluca Meniconi. Comunque tantissimi gli altri sponsor intervenuti che ogni anno permettono la perfetta riuscita dell’evento. Massimo Cabras e soci hanno mantenuto le promesse, sia per quanto riguarda l’organizzazione che in termini di pescato finale. Di conseguenza, tutti pronti per l’edizione 2026, Ajò!

L'INTERVISTA

Raffaele Piredda e Daniele Bullitta - “È stato sicuramente un inizio difficile. Per raggiungere la nostra postazione abbiamo dovuto camminare molto, con conseguente dispendio di energie. Con Daniele, mio compagno di pesca in tante altre occasioni, quando esisteva il Gps Samassi, abbiamo da subito scelto una strategia di pesca coraggiosa: una canna dedicata esclusivamente alla ricerca del serra e le altre tre soprattutto ai pesci di galla. Alla resa dei conti siamo riusciti ad intercettare soltanto due mormore all’alba. Il resto delle prede sono state alcune lecce stella e tanta minutaglia. L’attività dei pesci si è concentrata nella prima parte della notte, ma d’altra parte la scelta del trancio per il serra ci ha premiato con tre belle prede che ci hanno consentito di avere la meglio sugli altri garisti del nostro settore”.

Simone Deidda e Giuseppe Melis - Anche questo è un duo supercollaudato. I due atleti sono complementari, Simone molto competitivo sulla breve e sulla media distanza, Giuseppe in possesso di un ground piuttosto performante con il quale è in grado di piazzare le esche nelle fasce di pascolo più lontane da riva. “Abbiamo iniziato - esordisce Simone - sondando tre fasce comprese fa i 30 e i 90 metri, senza però avere nessun riscontro. Dopo circa un’ora Giuseppe ha deciso di allungare il tiro e subito abbiamo avuto la prima abboccata, una bella occhiata”. “A questo punto - continua Giuseppe - ho provato a sondare la fascia più esterna anche con la mia seconda canna e anche in questo caso le allamate non si sono fatte attendere. In particolare si trattava di occhiate di bella taglia ma anche di diversi saraghi. “Io ho continuato - prosegue Simone - a pescare a media distanza, ma ho deciso di dedicarmi anche alla ricerca del pesce serra che si è protratta fino a mezzanotte circa. Ma visto che neppure questa strategia ha funzionato, Giuseppe mi ha chiesto di armare una canna potente”. E qui la svolta della gara. Il buon Melis si dedica al lancio di ben tre attrezzi su quattro, a Simone invece il compito di recuperare le prede, ma anche quello di ripristinare e innescare le parature. Ancora Giuseppe: “Alla fine abbiamo usato tutte e 4 le canne a lunga distanza, era chiaro che i pesci fossero davvero lontani da riva. E proprio questa scelta ci ha fruttato ben 15 pesci!”. Fra le catture dei due atleti dell’Hcc alla fine ci sono anche 4 belle mormore. Le esche vincenti? Arenicola e coreano!

Giampietro Deias e Stefano Scintu - “L’estrazione ci ha destinato il picchetto n. 61 al 6° pettine. Abbiamo impostato la pescata con tutte e quattro le canne sulla lunga distanza, visto che i primi 20 metri erano occupati dalla posidonia. Le parature erano armate con due braccioli flotterati e uno a fondo, ma avendo intercettato subito qualche mormora, siamo passati a un solo terminale “sgallato”. E proprio le mormore sono state le prede più frequenti, con poche occhiate al tramonto e qualche salpa e uno scorfano, segno evidente che stavamo depositando le nostre esche nei pressi di qualche formazione rocciosa. L’attività dei pesci è stata costante ma non frenetica per quasi tutta la notte, con due buchi di circa un’ora ciascuno. Dalle 5 del mattino a fine gara non siamo riusciti ad arricchire il carniere con nessuna preda e quindi al peso ne abbiamo presentatto solo 26. Anche in questo caso arenicola e coreano sono state decisamente le esche più vincenti”.