Manovre d'Ormeggio

Manovre d'Ormeggio

In queste pagine cercherò di dare qualche consiglio, sperando che la cosa possa esservi d’aiuto, sulle manovre d’ormeggio. Nella descrizione delle manovre prenderò in considerazione un’imbarcazione di medie dimensioni, dotata di motore entrobordo ed equipaggiata con un’elica destrorsa, anche se farò riferimento anche alla manovra con elica sinistrorsa e con le bielica. È necessario conoscere bene il comportamento della nostra imbarcazione quando si mette la marcia indietro e quando il timone comincia ad avere effetto. Quello che ogni diportista deve conoscere e saper interpretare è l’effetto evolutivo dell’elica sia nella marcia avanti che, soprattutto, nella marcia indietro e, dal momento che ogni elica e ogni barca hanno questi effetti più o meno pronunciati, è indispensabile osservare e valutare attentamente il comportamento della vostra barca, per evitare di fare magre figure in ormeggio.

Elica destrorsa
Richiamiamo velocemente e in modo semplificato le forze che agiscono su un’elica destrorsa (che gira quindi in senso orario per chi guarda la poppa da fuoribordo) con due pale, nel moto avanti. La forza F che colpisce ciascuna pala può essere scomposta secondo l’asse longitudinale e trasversale in due componenti, la prima, che è quella che genera la propulsione (P), e la seconda, che chiamiamo componente evolutiva (E). Dal momento che le due pale agiscono a profondità differenti, la pala che si trova più in basso lavora in acque più dense e, conseguentemente, le forze che si esercitano su quest’ultima sono di maggiore intensità. Da notare ancora che, su ciascuna pala, la componente evolutiva (E) è diretta in senso opposto a quello di rotazione dell’elica. Dal momento che la componente evolutiva che agisce sulla pala inferiore (E’) è maggiore rispetto a quella che agisce sulla pala superiore (E), facendo la differenza tra le due si ottiene una risultante R (E’ – E = R), applicata al centro del mozzo dell’elica, che tende a trascinare la poppa a dritta (cioè nel senso di rotazione dell’elica).


Marcia avanti
Nella marcia avanti questo effetto è, nel caso di elica disposta nel piano di simmetria, equilibrata dall’effetto che la corrente respinta dall’elica ha sulle due facce del timone. La pala inferiore agisce in acque più profonde mandando la corrente respinta sulla faccia dritta del timone, generando una spinta laterale verso sinistra, contrariamente la pala superiore caccerà la corrente respinta sulla faccia sinistra del timone generando una spinta laterale verso dritta, ma di intensità inferiore. La differenza tra queste due forze dà origine ad una forza X, che tende a portare la poppa verso sinistra, compensando, in parte, quella evolutiva; pertanto, nella marcia avanti, l’effetto evolutivo dell’elica, generalmente, è di lievissima entità.

Marcia indietro
Nella marcia indietro, all’effetto evolutivo dell’elica (R) si somma anche quello generato dalla corrente respinta dalla pala superiore. Questa colpirà la volta di poppa sul lato dritto con intensità maggiore di quella generata dalla pala inferiore (parte della corrente respinta si perderà sotto la chiglia), spostando la poppa decisamente a sinistra. Occorre tenere bene a mente l’effetto evolutivo della nostra elica e conoscere il comportamento dell’imbarcazione nella marcia indietro sia con abbrivo che senza. Sarebbe demoralizzante e grottesco cercare di attraccare parallelamente alla banchina presentandosi con il lato dritto, perché, quando innesteremo la marcia indietro per spegnere l’abbrivo, noteremo che la poppa della nostra imbarcazione, inesorabilmente, si allarga dalla banchina, costringendoci a utilizzare sistemi poco marinareschi per riavvicinarla, specie se da terra spira un po’ di vento.


Arte marinaresca
Per eseguire un corretto ormeggio è preferibile conoscere altre regole dell’arte marinaresca, che riguardano il corretto utilizzo dei cavi, la capacità di mandare una cima a terra, saper eseguire i nodi e la tecnica di disporre i cavi di ormeggio a terra. Molti penseranno che, dal momento che l’ormeggio verrà effettuato dove si tiene abitualmente l’imbarcazione, le cime saranno già sistemate a terra e sarà sufficiente avvicinarsi al pontile, fintanto che, con il mezzo marinaio, non si riesca ad incocciare la gassa della cima d’ormeggio lasciata in banchina. Quasi sempre è così, ma spesso si fanno delle magre figure, soprattutto nelle manovre di avvicinamento alla banchina. In più, potreste essere costretti ad ormeggiare in un altro porticciolo o semplicemente accostare ad un pontile che non sia quello abituale, magari per imbarcare o sbarcare una persona o fare bunkeraggio.