L'Oro di Bellini

L'Oro di Bellini

Il 15 settembre arriviamo a Santa Ponca, nei pressi di Palma di Maiorca, con un leggerissimo ritardo. Ci aspetta il Campionato del mondo di big game. Il giorno successivo siamo già all’opera. Durante il briefing vengono limati alcuni bags del regolamento con accesa discussione tra alcuni capitani (spagnoli in testa) e Mirko Eusebi, nostro ct, sponsor di una competizione regolare e sportiva. Il giorno successivo, alle 8 del mattino, tutti a Porto Adriano, dove ha inizio ufficialmente il Campionato del Mondo di Big Game 2012. I due team tricolori, A e B, fanno l’uscita di prova, e ovviamente scelgono di sondare due lati diversi del campo gara. Il tempo è buono, ma il pesce in altura è completamente assente: pochissime catture di pesci sotto misura e qualche lampuga al limite. Rientriamo in porto con il morale a terra. Di tutte le imbarcazioni, solo una dice di aver catturato un tonno rosso, ma i racconti sono poco credibili.  Avuta la conferma sulla validità dei pesci oltre la misura dei cm 50, si delineano le strategie. Considerate tutte le variabili, Mirko, segue il team A, mentre al sottoscritto viene affidato il coordinamento del team B. In entrambi i casi le scelte a tavolino sono calcolate sulle capacità dei singoli atleti. Per concludere, il team team A, seguirà le mangianze di tonni viste a Nord dell’isola di Maiorca. Mentre il B, su mio suggerimento, giocherà il jolly, dietro le lampughe, come si fa in Sardegna, visto che l’ambiente qui per certi versi è molto simile al nostro. Rimane “solo” da rivedere tutta l’attrezzatura, un’operazione che dura fino alle due del mattino. Sveglia alle 5,45. L’appuntamento è a Porto Adriano. Per gli italiani solo barche piccole e scomode da 8 metri e mezzo, con serbatoi di carburante limitati (continua sul giornale).
Franco Bellini