L'Insularità

L'Insularità

Archiviata la parentesi commerciale, chiusa ufficialmente col Nautic Show Sardinia, arriva il tempo bello e la voglia di “uscire a mare”. E’ quasi una necessità staccarsi dalla terraferma, farsi cullare dalle onde, navigare in velocità. Un bisogno che noi sardi sentiamo ancora più forte in risposta alle oggettive difficoltà che dobbiamo superare ogni volta che per lavoro o diletto decidiamo di spostarci. Un bisogno che in questo periodo diventa ancor più forte, come più forti sono le difficoltà che ce lo impediscono. Mai come oggi il rapporto col mare è controverso. Mai come oggi risulta incomprensibile il disagio dell’insularità. Infatti, a fronte di discussi megaprogetti terrestri, transnazionali, europei, miliardari, centralisti, unificanti tra capitali economiche, anche esempio di moderna comunicazione e scambio, la mobilità periferica non progredisce, via mare come via cielo. L’insularità quindi, in carenza di scambi, è la prima ragione di isolamento. Per noi sardi di conseguenza il mare è ancora un elemento controverso, ora amico, ora nemico. Un elemento che aggiorna e perpetua le motivazioni di uno status quo anacronistico e intollerabile. Ciò nonostante siamo riusciti a creare un’economia basata sul mare, sulla nautica. Un’eccellenza che nel nostro nordest ha significato sviluppo e ricchezza e per un momento ci ha fatto credere che il mare fosse amico e basta. Un fiore all’occhiello che purtroppo sta appassendo per la crisi generale ma anche per la distanza che ci separa dal resto del mondo. Distanza che qualcuno non vuole riconoscere, pur generando ineluttabilmente, discriminazione e forte handicap, come se il mare dovesse, per forza, esserci nemico.