Leccia e Teleferica

Leccia e Teleferica

Con l'arrivo delle prime mareggiate in tutte le coste italiane ed in particolare sulle secche calabresi, i grossi predatori si avvicinano alla costa. Grosse lecce, veloci lampughe, famelici serra, ricciole e spigole diventano, per i surfcaster, le prede più appetibili da insidiare. Le foci dei fiumi, ricche di minutaglia e mangianze, sono quindi i luoghi maggiormente battuti da tutti i pescatori che si dedicano a questa disciplina che potremmo definire una sorta di “surf casting estremo”, una tecnica ormai abbastanza diffusa e che, a differenza di quanto si possa pensare, se praticata con costanza e con i giusti criteri dà risultati molto soddisfacenti. I tentativi che riscuotono maggior successo sono quelli in cui si utilizza l’esca viva, sia essa un muggine, un sugarello  o altro. Ma è lecito provare con buona probabilità di successo anche con tranci di muggine o sardina o altro pesce grasso. Le lecce, le ricciole e di norma anche i serra, nuotano lontano da riva; è quindi importante poter gettare l’esca il più lontano possibile. Se peschiamo con il vivo, il sistema migliore per posizionare l’esca lontano è rappresentato dalla teleferica, un piccolo attrezzo che fa scorrere il finale sulla lenza madre. Quindi, prima si lancia il piombo alla distanza desiderata e poi, dopo aver messo in tensione la lenza madre, su di questa, grazie alla teleferica, si fa scorrere il finale con il pesciolino vivo innescato. La teleferica è un sistema semplice composto da un finale, spesso piombato, che si aggancia alla lenza madre per via di un moschettone, ed ha il vantaggio di non “maltrattare” l’esca, aumentando il suo potere catturante. Una volta inserito nel filo, per gravità tende ad avvicinarsi al piombo che sta sul fondo. Nelle coste calabresi si utilizza il muggine vivo, l’aguglia, sugarelli ed occhiate. Se invece utilizziamo come esca il trancio di muggine o di sardina (ma va benissimo anche quello di mormora), è consigliabile utilizzare una canna in grado di lanciare in ground una grossa zavorra. Ad esempio una telescopica da 170 grammi, lunga 4,20 metri, con un mulinello a bobina fissa e del buon multifibra (lo preferisco al nylon perché più resistente). Al multifibra è fissato lo shock leader in nylon che oltre ad agevolare il lancio ed evitare eventuali tagli all’indice che il trecciato potrebbe causare, ha anche il compito di dare alla montatura quell'elasticità in più che non guasta. Dalla teoria alla pratica… Nella foto a corredo, sollevo una leccia amia di 13 chili, catturata con la teleferica ed un muggine vivo. Ho applicato un terminale in flourcarbon 0,47 a due ami circle di cui uno fisso e uno scorrevole, nelle misure rispettivamente 3/0 e 5/0. La cattura, come potete immaginare, è stata davvero emozionante, con lunghe ripartenze che hanno messo a dura prova la frizione del mulinello! Come ho accennato, queste catture non sono certo frequenti ma possibili, specie in questa stagione. Ed anche se l’attesa può risultare davvero lunga, l’emozione che si prova quando la canna si piega è indewcrivibile! Il mio consiglio è soltanto questo: Provateci!
Giovanni Basile