Nella pesca il colore è un elemento da sempre ritenuto vincente, ma solo per le esperienze personali, anche se a volte condivise. Sarebbe opportuno trovare un supporto scientifico alle nostre convinzioni, cercando di capire come vedono i pesci, ad esempio il black Bass.
foto sopra: un imperturbabile Fabio Murgia posa sul suo belly con un bel bass ingannato dalle vibrazioni e dal contrasto cromatico fra skirt e trailer della sua chatterbait.
Nel mondo della pesca al bass spesso si sente parlare di “pesca a vista”, riferita a quando abbiamo il vantaggio di poter scorgere il pesce in acqua limpida o poco profonda e possiamo decidere al meglio come approcciare, quale esca lanciare e come proporla. È molto meno frequente, invece, che capiti di parlare della vista del bass, ossia di come questo pesce possa utilizzare questo senso nella predazione ma non solo. E nello spirito del conoscere meglio i pesci che insidiamo (non solo per avere maggior successo a pesca!) oggi parliamo proprio di come vede il bass. La prima domanda che può venirci in mente è questa: “In che modo possiamo capire come vede un pesce (o qualsiasi animale) se, ovviamente, lui non può dirci nulla a riguardo?”. Ci sono due approcci complementari che ci possono aiutare a capire al meglio delle nostre possibilità come un altro animale possa utilizzare un senso: la via comparativa e quella sperimentale-analitica. Il primo passo è il confronto tra i nostri organi di senso della vista e quelli del bass nel nostro caso.

Noi sappiamo bene come siano fatti i nostri organi visivi e che risposta pratica ci sia nella loro funzione e possiamo pertanto presumere con buona approssimazione che strutture simili espletino la loro funzione in modo simile e pertanto che il risultato finale sia simile. In poche parole se un animale ha degli organi visivi molto simili a quelli dell’uomo è presupponibile che veda in modo molto simile a noi. Posto poi che ci siano delle differenze negli organi visivi abbiamo la possibilità di capire e prevedere in che modo tali differenze possano alterare la percezione visiva dell’animale oggetto di studio. In caso di organi visivi che hanno solo una parziale corrispondenza con quelli umani possiamo, ad esempio, avere una buona approssimazione comparando con difetti presenti nei nostri organi visivi come, per citarne alcuni, la discromia, il daltonismo o la tritanopia. E nel caso del bass facciamo riferimento proprio a quest’ultima “anomalia”.


Rara immagine di un bass nel suo ambiente naturale e Andrea Palmas che sostiene visibilmente soddisfatto un grosso bass catturato sulle rive di un lago.
I bass e la tritanopia - Senza appesantire troppo il discorso con tecnicismi esasperati è però necessario andare a vedere come funzionano gli organi della vista. L’occhio umano presenta due tipi di cellule foto recettrici: coni e bastoncelli. I bastoncelli sono più sensibili alla luce, aiutano nella visione periferica e in condizioni di scarsa luminosità, ma non consentono la distinzione dei colori. I coni, invece servono proprio per la visione dei colori e dei dettagli in condizioni di buona luminosità. Nell’essere umano sono presenti tre tipi di coni che consentono una visione di tipo tricromatico, e sono sensibili al blu, al rosso e al verde, e tutte le sfumature fra questi. Se si presenta un difetto a una tipologia di coni si passa a una visione dicromatica, perdendo la percezione di un colore come accade nel daltonismo. L’occhio del bass presenta solo i coni per il rosso e il verde, pertanto manca della possibilità di distinguere il blu e il giallo. Ovviamente non si tratta di un’anomalia ma della normale condizione visiva per questo pesce ma, per comodità e per l’accostamento alla funzionalità dell’occhio umano si parla di tritanopia, un tipo di visione, appunto, privo del blu e del giallo.




A sn: i colori attraverso l'occhio umano; a dx i colori come li vedrebbe il bass (senza le frequenze del blu e quindi del giallo).
Utilità in pesca - Come possiamo utilizzare questa informazione in pesca per capire meglio il comportamento della nostra preda e per ottenere migliori risultati? Beh, ovviamente, sapere come vede il bass ci può aiutare nella scelta del colore delle nostre esche. Va da sé che sia importante prendere questa informazione come base e unirla agli altri fattori che possono influenzare la capacità visiva del bass: limpidezza dell’acqua, profondità e presenza o assenza di copertura vegetale, contrasto con il colore di fondo e natura e composizione del fondale. In acqua limpida la penetrazione della luce è maggiore, dove c’è molta copertura vegetale (soprattutto erbai fitti) tale capacità di penetrazione è limitata, mentre un fondo sabbioso o misto con pietre avrà una colorazione più chiara rispetto a un fondo chiuso fangoso.

Questi sono solo alcuni esempi delle diverse combinazioni delle variabili che incontriamo quando andiamo a pesca. Ricordiamo che di base i colori chiari riflettono la luce mentre quelli scuri la assorbono e che questa proprietà può essere accentuata o attenuata dalle diverse variabili che abbiamo elencato sopra. Allora, quali colori scegliere? Beh: quelli che possono apparire più visibili e facili da individuare da parte del bass nelle condizioni di limpidezza e profondità dell’acqua e della natura dello spot dove stiamo pescando. Colori nelle tonalità di verde e rosso sono sempre ben visibili per il bass ma ricordiamo che il verde sarà maggiormente visibile anche a profondità più importanti mentre il rosso tenderà pian piano a “scomparire” man mano che si va in profondità e c’è minore penetrazione della luce necessaria a riflettere le frequenze del rosso. Il blu, come detto, non è distinto dal bass, Il quale percepisce esche di questo colore come se avessero una sfumatura di verde. Piccola curiosità, il famoso colore chartreuse, quel giallo fluo che tanto piace a noi pescatori, per il bass (che non può distinguere il giallo) è percepito come un bianco lievemente più opaco rispetto a una colorazione bianco perla. E le esche con più colori? Ha senso accostare colori come ad esempio il nero e il blu? O il bianco e il chart? Il fatto che queste esche catturino (e bene!) da anni e anni, ovviamente è la miglior risposta. Il perché è presto detto: in un ambiente dominato dal colore verde come le acque di laghi, fiumi o stagni, il contrasto visivo e l’effetto silhouette (massimo contrasto rispetto allo sfondo) consentono al bass di distinguere meglio le nostre esche.
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