La Scia che Cattura

La Scia che Cattura

La traina con gli artificiali può essere lenta, sempre accoppiata ad una azione di jigging sulla superficie del mare, ma la vedremo in un’altra occasione; veloce e medio veloce. Quest’ultima viene praticata solamente in particolari situazioni e cioè in condizioni di acque torbide con una visibilità limitata a pochi metri o con poca luce e quindi all’alba e al tramonto, in presenza di cielo nuvoloso e di notte anche al chiaro di luna. Anche l’uso di esche naturali intere o a strisce impone una traina medio veloce con andature di 5-6 nodi. Ma nella stragrande maggioranza dei casi la velocità di traina ai tonni di branco in superficie si effettua dai 6 nodi agli 11. Quale sia poi l’andatura migliore dipende in gran parte dall’imbarcazione e più precisamente dal tipo di scia che il motore o i motori provocano subito sotto la poppa. Generalmente i tonni sono attratti dalla turbolenza dei motori ma ogni barca crea una differente turbolenza dovuta alla forma delle eliche e alle linee d’acqua della carena, per cui ogni barca ha una sua caratteristica scia ed il comandante deve variare le velocità per capire quale tipo di turbolenza sia più adatta per attirare i tonni dietro la propria scia o per dirla in gergo "riesca ad alzarli a poppa". In poche parole ogni barca in fase di traina ha la sua turbolenza ideale che stimola i tonni a salire dal fondo e a porsi sulla scia della barca. Da ciò deriva che la giusta velocità determina la perfetta turbolenza capace di attrarre i pesci sotto la barca; per stabilire con precisione la velocità ideale si deve necessariamente ricorrere all’esperienza ripetendo le prove in più uscite di pesca (continua sul giornale).