La Coda di... Gambero

La Coda di... Gambero

Probabilmente a molti di voi non sarà sfuggito il nostro (leggasi “mio”) particolare interesse verso un’e- sca che evidentemente abbiamo a più riprese menzionato, proposto, e finanche venerato. Il riferimento al gambero quindi, per quella frazione di lettori fiduciosa ma palesemente incosciente, è immediato. Ciò nonostante nessuno è autorizzato a pensare che le nostre preferenze siano così limitate. A tal proposito vogliamo ricordare ad esempio il bibi. Il grosso bibi. Quel vermone scuro che si trova in commercio, sfuso, “al chilo”, e non proposto nelle scatolette che purtroppo molti di noi abbandonano distrattamente nelle spiagge, nei moli e nelle rive in generale. Questa esca ha un grosso pregio: ha un tessuto consistente. Risulta di facile innesco e resiste ai morsi meno decisi. Inoltre, al pari del gambero, funziona egregiamente anche dopo svariati passaggi di freezer. Naturalmente il bibi, almeno questo di taglia, non si usa intero. Con le forbici, le stesse di cui parleremo in seguito, si prepara una serie di striscioline o anelli quindi con taglio longitudinale o trasversale, che si tengono pronte per ogni evenienza. Vogliamo parlare di sardina o cozza? No, il tema è il gambero, la mazzancolla, se possibile, anche se la maggior parte delle volte di mazzancolla hanno solo le dimensioni. In commercio il gambero, la coda di gambero congelata che si trova con maggior facilità, è proposta in scatole da due chili, provenienti dal centro America, principalmente. Sono code di colore grigiastro-giallognolo, prive di quel rossore da attribuire spesso ad una leggera cottura. I 2 chili si riferiscono al prodotto fresco, quindi escludendo il ghiaccio.

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