La Canna d'Oro '22

La Canna d'Oro '22

Superata la crisi sanitaria, l’attività agonistica federale riprende finalmente il suo corso per intero. E la Canna d’Oro, la più longeva gara di surfcasting in Europa, torna di nuovo in scena, con le stesse modalità e le stesse caratteristiche per questa eccezionale trentaseiesima edizione. La formula rally, in un capo gara compreso tra Santa Teresa Gallura e Alghero, conferma la sua capacità di far pescare le prede più grosse richiamando l’enfasi romantica del vecchio e vero surfcasting tutto vento e onde, tanto caro a una certa parte di aficionados. Un altro aspetto del tutto particolare e altrettanto apprezzato è il valore che si dà alla singola prestazione nonostante la gara sia a box, quindi a squadre. In pratica il vincitore è colui che sommando il pescato delle tre manche totalizza il miglior punteggio. E il fortunato, quest’anno, è quell’Alessandro Curreli del club Gli Amici e il Mare, già in evidenza nelle precedenti competizioni.

La cronaca
Spoilerato il vincitore, vediamo come si è svolta la Canna d’Oro. Il ritrovo, è sempre l’ormai collaudato Hotel Montiruju, di Giuseppe Dettori, a Santa Maria Coghinas. Location gradita anche ai circuiti internazionali. Camere confortevoli, cucina di ottimo livello e spazi adatti ai chiassosi e indaffarati atleti. In tutto sono 41 squadre per 123 individui. Presente più o meno tutta la Sardegna con comitive giunte da Calabria, Lazio e Liguria. La mattina dell’otto dicembre, alla corte di Manuel Chessa, presidente del Larus club, organizzatore dell’evento, ma in questa edizione anche garista, il bollettino meteo non prevede vento e onde, non per le prime due manche. E così il trancio di muggine o sardina lascia spazio all’arenicola che con le mormore ci va a nozze e Alghero, ormai, non ha più segreti per nessuno.

“ Infatti, l’ancora gongolante Alessandro Curreli (Gli amici e il Mare), primo assoluto nel finale, deve il suo risultato ad una sacrificata ma positiva prova a Porto Ferro, un’altra mediocre (ventiseiesimo) a Isola Rossa e un’incontenibile terza, con oltre 5 chili di pescato con numerose ciabattone, proprio lì... a Maria Pia.”.

Alghero
Quest’anno La Canna d’Oro ha diviso il successo con una rinomata località, Alghero. Leggi pure, spiaggia di Porto Ferro e in particolare Maria Pia. È infatti, lì, su quei bassi fondali che si è giocata la partita. Emblematica è la prova di Alessio Ticca (Oltremare Nuoro), terzo classificato. Dopo due pesanti cappotti e un riscatto miracoloso nell’ultima manche, giocata proprio a Maria Pia a suon di mormore, tra le quali un ciabattone da 650 grammi, acchiappa il podio. Diversa la storia di Giuseppe Melis (Hcc), che ha trovato fortuna a Baia delle Mimose con un terzo alla prima manche e un primo alla seconda, grazie a mormore, oratelle e occhiate, e nonostante la disfatta dell’itinerante terza manche, ha concluso il suo percorso al secondo posto assoluto. Ma, salendo di classifica, riprende quota l’area catalana, quella Maria Pia che ha avuto la forza di piegare La Canna d’Oro, complici il meteo e le leggi dell’agonismo, a un “mormoresco” evento. Infatti, l’ancora gongolante Alessandro Curreli (Gli amici e il Mare), primo assoluto nel finale, deve il suo risultato a una sacrificata ma positiva prova a Porto Ferro, un’altra mediocre (ventiseiesimo) a Isola Rossa e un’incontenibile terza, con oltre 5 chili di pescato con numerose ciabattone, proprio lì... a Maria Pia. Inoltre, vale la prestazione e il pensiero di Mario Ruggiu, altro big, top player dell’Hcc, quarto in classifica, che prima di raccontare il suo percorso, ci confida qual è stata la sua convinzione ante gara: la Canna d’Oro si vincerà a Alghero. E infatti, se non ci fosse stata una Badesi di troppo, le due puntate a Maria Pia, gli avrebbero sicuramente concesso una classifica ancor più gratificante.

I Big
Detto che la gara si è svolta in tre manche di cui le prime due ”a mare calmo” e la terza con venti e sostenuti da occidente e che le mormore l’hanno fatta da padrone, e che l’ha vinta un bravissimo Alessandro Curreli, segnaliamo la preda più grossa, un pesce serra di kg 2422, catturato da Marcello Carbini (Terranoa Olbia) nella seconda manche e l’altro pesce serra, quello della terza manche, catturato da Marco Machis (Coxinas adps) alla rotonda di Platamona, sfidando vento e mare da paura, condizioni estreme anche per il surfcasting vero.

Premiazione
Dopo le fatiche della gara, tre manche notturne, arriva il momento di raccogliere. E da raccogliere c’è tanto, come al solito, e non solo per i podi. Entra in premiazione anche il sedicesimo classificato e i primi tre individuali e a squadre di tutte e tre le manche. Sembrava che le fatiche fossero finite ma, tra canne, mulinelli, cassoni e gadget vari e le fantastiche canne d’oro per i più bravi...