L'Orata dopo la Tempesta

L'Orata dopo la Tempesta

In questo inizio dell’anno le condizioni meteo sono dominate da un grande anticiclone che mantiene bel tempo su tutta la Sardegna. Bel tempo che poi proprio bello, per noi che a- miamo il surfcasting, non è! Infatti aspettiamo l’inverno per vedere qualche bassa pressione, con mareggiate affini. E la mente ritorna all’inizio di questo inverno quando una serie di violente sciroccate hanno creato delle ottime condizioni per uscire a surfcasting. Con l’amico Stefano Ghiani controllavamo i bollettini meteo giornalmente, anzi, a tutte le ore. Finalmente le condizioni sembravano buone (pessime, temporali in arrivo, pioggia vento… bellissimo!). Con mio figlio Alessandro, Samuele Salis e lo stesso Stefano, abbiamo optato per una spiaggia a sud, visto che volevamo trovare un po’ di schiuma, insomma... qualche onda. Siamo soci delle Aquile di Mare di Arbus da tantissimi anni e ogni inverno ci confrontiamo in un campionato interno. Quindi questa era un'imperdibile occasione per rimpinguare la nostra classifica ma soprattutto di uscire con Samuele e Alessandro, due ragazzi che da un punto di vista della pesca stanno crescendo in fretta. Come siamo arrivati in spiaggia abbiamo subito capito che il tempo non prometteva bene: tanti nuvoloni oscuravano il cielo, in lontananza era visibile un inquietante groppo, ma il mare sembrava quello giusto. Il nostro obiettivo erano i predatori e viste le esperienze precedenti in questo spot, eravamo sicuri di trovare i pesci serra. Ci siamo sistemati in spiaggia in modo da distanziare molto ogni canna, poiché è sempre meglio avere i picchetti distanti quando si pescano i ser- ra. Infatti questi predatori sono capaci di furibonde partenze laterali. Le nuvole e il borbottio dei tuoni sembravano essere sempre più vicini. Con Ale abbiamo deciso quindi di allestire il campo e solo dopo ci siamo dedicati alla pesca. La stessa cosa hanno fatto Samuele e Stefano. Finalmente abbiamo lanciato le nostre esche in acqua. Per la ricerca dei serra abbiamo utilizzato la classica montatura: tranci di cefalo, cavetto da trenta libbre, ami 2/0 e via! I serra non si sono fatti attendere. Subito ne ho agganciato uno, ma a metà del recupero si è slamato. “Vabbè! Promette bene”. Abbiamo velocemente preparato un nuovo boccone ma, come previsto, ha iniziato a piovere. Non solo pioggia, anche fulmini. Noi eravamo al sicuro, ben lontani dalle canne, al riparo sotto gli ombrelloni. Il temporale sembrava bello tosto. Proprio una bella tempesta. Mi sono affacciato per dare uno sguardo verso Stefano e Samuele e ho notato che due delle nostre canne giocavano con i predatori al tiro alla fune. Ma non mi sono mosso, non ci ho nemmeno pensato. Ci saremmo avvicinati alle canne in carbonio solo quando il temporale sarebbe passato. Finalmente ha smesso di piovere e siamo sbucati dal nostro riparo. Ale non vedeva l’ora di recuperare ed eccolo arrivare, stremato dal tira e molla con la canna, il primo serra: discreto esemplare di quasi 3 kg. Mi sono subito compli- mentato con mio figlio e da questo momento saranno tanti gli attacchi ai nostri inneschi, in tutto oltre una decina. Samuele certo non ha fatto di meno: è riuscito a toglierne dall’acqua ben 4 serra di cui uno in particolare di dimensioni notevoli, oltre i 5 kg. Per l’occasione Samuele ha ingolosito il vorace serra con un boccone particolare, trancio di anguilla. Quasi stesse pescando in un’altra spiaggia, Stefano ha evitato i serra, concentrandosi sul sotto riva e portando a casa un bel carniere di mormore e spigole. Alle prime luci dell'alba anche io ho deciso di cambiare tipo di esche. Nella borsa avevo riposto un contenitore con qualche granchietto. Così abbiamo preparato il tutto e via, alla ricerca della Big... orata. Mentre il sole saliva, come da prassi, abbiamo scattato qualche foto commemorativa ed abbiamo iniziato a ritirare le canne. Ma praticamente in zona Cesarini è arriva lei, la Big: una bella orata di oltre 2,5 kg. Quale migliore sorpresa a concludere questa sessione di pesca movimentata. I ragazzi, Ale e Samuele, erano giustamente al settimo cielo. Per me e Stefano è ancora più grande la soddisfazione di vederli appassionarsi sempre più al surfcasting.