Inglese a Lunga Distanza

Inglese a Lunga Distanza

Ricordo ancora i video di pe-sca che guardavo nei primi anni ’90 e per la precisione i servizi che parlavano delle gare. Restavo incantato nel sentire il fischiare delle canne tre pezzi che, nel canale di Ostellato, bombardavano la sponda opposta con dei grossi galleggianti inglesi alla ricerca dei numerosi carassi che in quegli anni la facevano da padrone. Fu allora che sentii parlare di canne lunghe 15 e 16 piedi e mulinelli velocissimi, con rapporti di recupero anche di 7,2:1. Chiaramente per pescare con questa tecnica occorre avere e disposizione un’attrezzatura adeguata che, abbinata a una discreta manualità, ci permetterà, sicuramente, di passare tante ore all’insegna del divertimento e perché no, se in gara, potremmo avere una marcia in più rispetto agli altri.

Le canne
Le canne sono il vettore che ci permet-te di far arrivare i galleggianti a destinazione. Per questo motivo avremo cu- ra di sceglierle robuste ma nel contempo dovranno avere una buona forza elastica durante la fase di caricamento del lancio e una buona sensibilità durante il recupero. Quindi le canne ideali hanno un fusto molto rigido, il secondo pezzo abbastanza morbido e una vetta potente ma sensibile. La misure ideali sono 4,50 e 4,80 metri.

I mulinelli
Anche il mulinello svolge un ruolo fondamentale e la sua prerogativa deve essere quella di ridurre al massimo i tempi di recupero, specialmente durante una competizione. Sono perfetti i mulinelli che hanno un rapporto da 6:1 in su, di taglia 4000 e 5000, abbinati ad una buona robustezza dei materiali.

I fili
Per pescare all’inglese a lunga distanza abbiamo bisogno di avere in bobina dei fili affondanti che non siano troppo grossi e che creino un attrito, con gli anelli in fase di lancio, il più basso possibile. Ma le forze che si creano nel lancio, cercando di spingere dei grossi galleggianti, sono davvero notevoli e fili dello 0,16 o 0,18 avrebbero sicuramente vita breve. Ecco che si rende necessario l’utilizzo dello shock leader. Generalmente uno spezzone di filo dello 0,22, sempre affondante, è sufficiente per raggiungere distanze di pesca ragguardevoli. La lunghezza dello shock leader deve essere sufficiente a scaricare su se stesso le tensioni del lancio; quindi si dovrebbe avvolgere almeno 4 o 5 spire nel mulinello.

I galleggianti
I galleggianti inglesi dedicati alle lunghe distanze, si riconoscono a prima vista. Sono dei grandi waggler bodied piombati con pesi fino a 30 grammi e oltre, costituiti da antenne lunghe, ben visibili e dotate di alette stabilizzatrici necessarie a tenere dritta la rotta durante il volo. Per poterlo vedere a distanze importanti, se non presente di serie, sarà utile applicare sull’antenna un fischione. Il fischione altro non è che una sorta di cannuccia cava, dai colori fluo che ci permette, appunto, di vedere bene le mangiate anche se lontanissimo.

Le fionde
Ovviamente se il galleggiante si trova a 60 metri da riva anche la palla di pastura ci dovrà arrivare. Proprio per questo motivo abbiamo bisogno di utilizzare delle fionde da pastura belle grosse e soprattutto robuste, in grado di lanciare con precisione a lunga distanza. Quindi sceglieremo quelle conelastici potenti e robusti e un’ampia forcella, uno scodello di dimensione adeguata sufficiente ad ospitare grosse palle di pastura.

“In gara la precisione della pasturazione fa la differenza. Per questo i migliori provano fionde con diverse tensioni per sapere quale usare a ogni distanza”.

Il ball maker
Per essere precisi nella pasturazione, non basta avere una buona fionda e un’eccellente tecnica ma è necessario realizzare delle palle di pastura che siano possibilmente dello stesso peso e dimensione. Se pensiamo di produrle semplicemente a mano, presto ci accorgeremo che tutto ciò diventa complicato e laborioso. Ma se ci avvaliamo del supporto del ball maker per confezionare le nostre palle di pastura, possiamo raggiungere una precisione millimetrica sia come dimensione che come peso.

Conclusioni
Non abbiamo nominato le esche perché vanno bene tutte, naturali e non. Devono essere tenaci da resistere a delle “frustate” importanti. In definitiva, per pescare correttamente all’inglese a lunga distanza dobbiamo prendere padronanza della tecnica cercando di raggiungere la massima precisione nel lancio e nella pasturazione, ma ciò potrà avvenire solo nel caso in cui utilizzeremo la giusta attrezzatura.

Come usare il Ball Maker
L'operazione che segue alla bagnatura, come ben sappiamo, è la preparazione delle palle di pastura che quasi sempre si effettua a mano. Esiste però in commercio un accessorio detto Ball maker che ne permette il confezionamento in maniera rapida e precisa e ci agevola non poco in termini di precisione durante le fasi di pasturazione. Il ball maker e fatto di plastica dura ed è diviso in due parti cilindriche, progettate per far scorrere l’una all’interno dell’altra. Il suo impiego è estremamente semplice. È sufficiente riempire a raso il cilindro più alto, inserire il cilindro più basso al suo interno, andando a pressare in fondo fino alla battuta e poi con una pressione sul tappo alto si va ad estrarre il cilindro basso con all'interno la pallina di pastura che con un'altra pressione, stavolta sulla parte bassa, sarà libera e pronta per essere utilizzata (più difficile da scrivere che da fare…). Il modello da me utilizzato è disponibile in due misure differenti: da 40 e da 60 millimetri. Il fatto di avere palle di pastura tutte delle stesso diametro, compattezza e peso, è sicuramente un vantaggio da tenere in considerazione, specialmente se peschiamo all'inglese e ancor più a lunghe distanze.