Il Tonno Rosso

Il Tonno Rosso

La pesca al tonno, si è sviluppata inizialmente nell’Adriatico settentrionale, scimmiottando le tecniche d’altura più efficaci già testate al di fuori del Mediterraneo. Non c’è voluto molto però a capire che anziché andarseli a cercare era molto più produttivo attirarli con abbondante pastura in quelle aree dove si era registrata la sua presenza, divenute note grazie soprattutto alla collaborazione dei pescatori professionisti. Negli anni novanta la pesca al tonno in drifting, ha contribuito allo sviluppo della pesca sportiva in tutta Italia. Il fenomeno è stato talmente importante che in seguito della sua diffusione lungo le coste dello stivale, sono nate tantissime attività legate a questa specifica tecnica. Aziende per la produzione di canne, mulinelli, piccole imprese che si dedicavano alla distribuzione delle pasture, grandi e piccoli cantieri nautici che hanno vissuto un vero e proprio boom economico durato una decina di anni. Alcune aziende sono diventate leader nel settore, conosciute in tutto il mondo, e apprezzate quali fautrici del made in Italy. Purtroppo, il forte e incontrollato prelievo di tonni nel Mediterraneo per gli interessi milionari delle società giapponesi e le tonnare volanti, avrebbe ridotto al lumicino gli stock del nostro bacino, con la conseguente, anche se a titolo preventivo, chiusura totale o parziale della pesca di questi splendidi esemplari. Grazie alle politiche comunitarie, che negli ultimi anni hanno monitorato e governato il prelievo dei tonni in tutta l’area mediterranea e non solo, il tonno rosso è riapparso numeroso sulle rotte abituali. La pesca al tonno rosso però non è una tecnica che si può improvvisare, anche perché negli anni, sono diverse le modalità che si sono proposte con pari credibilità. Oggi, alla traina d’altura, si affianca appunto il drifting, il jigging e addirittura il popping. Alle tecniche più statiche, quelle dove l’attesa dell’abboccata è una componente importante in senso temporale, si sono aggiunte quelle più dinamiche, dove l’operatore ha un ruolo fondamentale, attivo, costante, anche prima dell’abboccata e del conseguente combattimento. La differenza sta nelle esche, nell’approccio con le esche, nel rapporto tra pescatore e insidia. Nel primo caso infatti, calati gli artificiali o la sardina per quanto riguarda il drifting, non rimane che attendere lo strike, con la canna assicurata nel suo apposito alloggiamento. Nel jigging e nel popping, il movimento delle esche viene personalizzato, manualmente e con costanza, con impegno pieno e totale del pescatore, il quale risulta concentrato fin dall’inizio, in attesa dell’abboccata, sempre con la canna in movimento e in mano. Per i meno esperti, viene in salita accettare che un animale di cento chili, forte e veloce come il tonno rosso, temuto anche se assistiti da un’apposita sedia alla quale canna e pescatore risultano ancorati, possa essere gestito con successo e sicurezza anche stando in piedi, sul pozzetto di un semplice natante quando non addirittura su un gommone. Il fatto è che dopo i primi rozzi tentativi con mulinelli stile argano e canne da 120 libbre la tecnologia si è evoluta rapidamente con risposte sempre più precise e puntuali alle richieste del pescatore ormai abituato al contatto col tonno e in cerca non più di un rapporto di forza, ma della massima efficienza, attraverso un equilibrio tra le proprie caratteristiche fisiche, l’attrezzatura e la preda. Il presupposto è che la pesca al tonno rosso non è una tecnica che si può improvvisare. Tutta l’attrezzatura, dalla canna al mulinello, dal filo al raffio, deve essere dimensionata per un combattimento che a volte dura diverse ore. Il corredo indispensabile è composto da un giubbotto da combattimento e pancerina da tonno per stand up. Questi strumenti sono indispensabili per la sicurezza del pescatore, che tenta di opporsi a forze a volta superiori e incontrollabili e comunque prolungate, peraltro, spesso, senza l’auspicabile supporto di una prestanza fisica adeguata. Questa emozionante esperienza può diventare un incubo se le attrezzature non sono ben calibrate e perfettamente tarate. Nel drifting, le classi impiegate non sono mai al di sotto delle cinquanta libbre, mentre nella traina d’altura, dove la misura media del tonno rosso non supera i quaranta-cinquanta chili, per portare a termine un combattimento sportivo, sono sufficienti le canne e i mulinelli da trenta libbre.

 


Vertical
Anche la pesca a vertical prevede, manco a dirlo, l’utilizzo di attrezzature di primissimo ordine. La canna deve rispondere ai requisiti di maggiore qualità, sia per il fusto che per gli anelli e le legature. L’azione non è mai troppo rigida ma con riserva di potenza fino al manico. La potenza media sarà una 100-250 grammi (cioè il valore che consente di far lavorare al meglio le esche di quello stesso peso), mentre la lunghezza si attesta sui 5 - 7 piedi. Il mulinello segue gli stessi canoni, sempre top rating di ogni azienda, nelle misure 8.000, 10.000, 20.000. La scelta del filo, elemento importantissimo, dipende dalla capienza del mulinello. I più usano super PE da cinquanta - ottanta libbre, i più bravi rischiano con mulinelli 8.000 imbobinati con PE 2 da trentacinque libbre. Il vantaggio di una fibra sottile è che si riduce di molto l’attrito della lenza in acqua. L’esca cade esattamente nel punto individuato nell’ecoscandaglio. Inoltre nel manovrare le esche risulterà più facile imprimere dei movimenti naturali, in maniera da ingannare anche il più sospettoso dei tunnidi. Nel recupero della preda bisogna aiutarsi con il motore, un buon skipper eviterà lo sbobinamento totale del mulinello, seguendo la preda in ogni sua direzione, evitando che il tonno prenda fondo e stazioni troppo a lungo con tanta lenza in acqua. Anche con questi accorgimento il combattimento risulterà epico e dalle sorti incerte. Il settanta per cento delle volte vince il tonno. Ogni sbaglio determina la rottura di qualcosa, dalla canna alla lenza, dal mulinello all’apertura dell’amo. Portare a termine il combattimento con attrezzature da jigging, non solo è divertente, ma esalta le capacità del pescatore.

Popping
Diversa è la pesca del tonno rosso a popping. Il suo pubblico di riferimento attingerà proseliti dal vertical jigging e dai pescatori in altura. Qui non si tratta di provare con le attrezzature da spinning o jigging già in possesso, qui il gioco si fa serio, i tonni non scherzano soprattutto se la taglia va dai 50 ai 100 chili. Con questi pesci è doveroso munirsi di attrezzature idonee. Sono consigliate canne robuste di conclamata affidabilità, con azione dai 40 agli 80 grammi per le 7’ -7’.6’’, e 60-120 grammi per le 7’- 9’ piedi, fino alle canne con grammi 100-240 per le 7’-7’.6’’. I mulinelli sono quelli che faranno la parte più difficile, il recupero della possente preda li metterà in difficoltà e la capacità di imbobinare fibre potenti e superiori ai 250 metri sarà la prerogativa di questi oggetti. Le fibre o PE consigliate non scendono sotto le 65 libbre, per avere un optimum di utilizzo sulle 80. La pesca al tonno è una cosa seria, crea emozioni difficilmente paragonabili ad altre prede, ma allo stesso tempo prevede l’utilizzo di attrezzature assolutamente idonee al caso. I terminali, in fluoro carbon, saranno di diametri non inferiori allo 0,80, fino a mm 1,20. Dovendo effettuare numerosi lanci, i nodi di giunzione sono fondamentali per permettere l’uscita di terminali grossi senza causare strappi sugli anelli, nodi fatti con il bobbing knotter o terminali wind-on con fibre jerry brown, sono caldamente consigliati. Anche l’anellatura della canna è importante, i migliori guidafilo sono i key-ring della Fuji nelle misure che dal 40 vanno su fino al dieci di puntale. I combattimenti si possono protrarre per alcune ore, mettendo in difficoltà canne, mulinelli e fili, oltre che il pescatore. Bisogna munirsi di cinture da combattimento o giubbotti appositi per il popping, anche al fine di non prolungare il combattimento troppo a lungo, a beneficio del pescatore e al fine di un eventuale rilascio della preda. Ricordiamoci che la pesca al tonno rosso è consentita solo nei periodi stabiliti e dopo aver compilato la richiesta della cattura. Le canne da popping riportano sul fusto la grammatura consigliata per le esche, il PE da utilizzare ed il max drag che può sopportare. Osservando con scrupolo questi parametri, le possibilità di rottura del filo o della canna si riducono al minimo garantendo la cattura della preda.            .